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igiene orale

Impianto dentale: caratteristiche e rischi

impianto dentaleTutto quello che c'è da sapere sugli impianti dentali

L’impianto dentale consente di sostituire i denti mancanti con radici artificiali ancorate all’osso. 

Prima dell’avvento dell’implantologia dentale, il ripristino avveniva tramite protesi fissate ai denti contigui, a seguito della limatura per accogliere le corone che avrebbero sorretto il dente mancante. Quando non era possibile ricorrere a protesi fisse, si applicavano protesi mobili parziali o totali. 

Grazie alla nascita dell’implantologia, questi apparecchi vanno poco a poco scomparendo: infatti, non è più necessario coinvolgere denti intatti per sostituire i denti mancanti.

Impianto dentale

Cos’è un impianto dentale

Un impianto dentale è una piccola vite in titanio utilizzata per sostituire la radice di un dente naturale mancante

Gli impianti dentali vengono inseriti nell’osso con lo scopo di coprire lo spazio lasciato libero da uno o più denti mancanti, sia nell’arcata superiore che in quella inferiore. 

L’installazione di un impianto dentale è, a tutti gli effetti, un intervento di tipo chirurgico

Caratteristiche 

L’impianto dentale è costituito da tre differenti parti: 

  • Vite endossea (fixture): si tratta di un elemento cilindrico e filettato che, una volta inserito nell’osso mandibolare o mascellare, si integrerà nel tessuto osseo (osteointegrazione). Da ciò, dipende la solidità dell’impianto dentale.
  • Abutment (componente transmucosa): connette la vite endossea alla protesi dentaria. L’abutment costituisce la porzione a stretto contatto con la mucosa gengivale.
  • Protesi dentaria (corona artificiale): sostituisce il o i denti mancanti o estratti. Di fatto, è la parte esterna dell’impianto dentale, che ha il compito di coprire la zona priva di denti.

È importante sottolineare che le dimensioni di un impianto dentale variano a seconda della quantità di osso mascellare o mandibolare disponibile: più tessuto osseo è disponibile e maggiore è la lunghezza della vite endossea; viceversa, meno tessuto osseo c’è e minore è la lunghezza della vite endossea.

Quando ricorrervi

L’impianto dentale viene utilizzato per rimpiazzare denti mancanti o estratti quando ciò:

  • Compromette la masticazione;
  • Pregiudica la funzione fonetica;
  • Rischia di causare lo spostamento dei denti sani adiacenti;
  • Crea un disagio estetico, laddove l’assenza di uno o più denti deturpi l’estetica della bocca.

Installazione di un impianto dentale

Tecnica indolore 

In alcuni casi, è possibile inserire impianti dentali tramite una tecnica che non prevede l’incisione delle gengive ed i punti di sutura

Tale metodo studia la TAC 3D e grazie ad alcuni software, è in grado di stabilire il numero e il tipo di impianti da inserire prima di intervenire sul paziente.  

Gli impianti vengono applicati senza incidere e scollare le gengive laddove c’è l’osso individuato nell’analisi digitale preliminare della TAC. In questo modo i dolori, lividi e gonfiori post operatori sono ridotti al minimo. 

La tecnica implantare ALL ON 4 

In alcuni casi, è possibile che l’osso ci sia ma sia poco. A tal proposito, è necessario cercarlo tramite la TAC Cone Beam, software particolari, conoscenze ed esperienza. Con questa tecnica bastano 4 impianti posti dove è situato l’osso, in modo tale da poter consegnare una protesi fissa poche ore dopo l’intervento.

Quando manca l’osso cosa si può fare?

La tecnica All on 4 sopra citata è applicabile anche nel caso in cui ci sia poco osso. In tali casi, ci si avvale della tecnica degli impianti iuxtaossei, tramite la quale la protesi fissa viene ancorata ad una struttura in titanio, realizzata con la tecnica CAD-CAM.  Tale struttura a sua volta sarà avvitata sulla superficie esterna dell’osso anziché essere collocata internamente come per gli impianti endossei.

L’intervento viene eseguito in anestesia locale e pertanto non è doloroso.

Con gli impianti iuxta-ossei la protesi fissa viene applicata lo stesso giorno dell’intervento chirurgico, pertanto in poche ore si passa dalla dentiera mobile ad una dentatura fissa.

Durata e gestione

Un impianto dentale è in grado di durare dai 10 ai 15 anni senza alcun tipo di problema, a patto che il paziente presti particolare attenzione alla propria igiene orale e si sottoponga ai controlli con il dentista curante

A poter pregiudicare la durata di un impianto dentale, anche a dispetto di un’ottima gestione e pulizia, sono: 

  • protesi dentaria che comprenda un numero elevato di denti artificiali;
  • malattia parodontale che compromette la capacità dell’osso mandibolare o mascellare di sostenere la vite endossea;
  • l’osteoporosi e la radioterapia.

Rischi e complicazioni

L’installazione di un impianto dentale può generare una serie di rischi e complicanze di tipo generico, che hanno luogo a seguito di qualsiasi procedura chirurgica, o rischi e complicanze di tipo specifico, che caratterizzano l’operazione chirurgica in questione. . 

Rischi e complicanze di tipo generico

Tra i rischi e le complicanze di tipo generico, troviamo:

  • Infezioni;
  • Eccessiva perdita di sangue;
  • Gonfiore a livello di mascella o mandibola;
  • Dolore post-operatorio;
  • Allergia agli anestetici utilizzati nel corso della procedura.

Rischi e complicanze di tipo specifico

I rischi e le complicanze di tipo specifico sono distinguibili in: 

  1. rischi e complicanze a breve termine 
  2. rischi e complicanze a lungo termine.

Tra le problematiche a breve termine, si segnala soprattutto la mancata osteointegrazione della vite endossea.

Tra le problematiche a lungo termine invece, segnaliamo:

  • Gli episodi di perimplantite (processo infiammatorio che colpisce i tessuti siti attorno a un impianto dentale e che causa una perdita del supporto osseo nel quale si ha integrato);
  • La rottura della corona (o protesi dentaria);
  • L’allentamento della vite endossea;
  • La frattura della vite endossea o dell’abutment;
  • Il disallineamento dei denti, dovuto a fenomeni di riassorbimento osseo della mascella o della mandibola.

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Fumo e denti: conseguenze sulla salute orale

Conseguenze del fumo sulla salute oraleConseguenze del fumo sulla salute orale

In occasione della Giornata Mondiale per la lotta al fumo, che si è celebrata il 31 maggio 2021, desideriamo creare coscienza circa i danni provocati dal fumo sulla nostra salute orale

La bocca è la porta d’ingresso del fumo: da qui, esso causa diversi danni, spesso estremamente sottovalutati. Qui di seguito elenchiamo i principali. 

fumo e denti

Danni a livello dello smalto

Il fumo può causare la formazione di macchie sia su denti naturali che protesizzati e  restaurati. Inoltre, il tabacco provoca la formazione e il conseguente accumulo di tartaro sui denti.  Le superfici dentarie, rese così ruvide, richiamano altra placca, provocando l’aumento di carie e infiammazioni gengivali.

Infine, sapevi che il fumo aumenta il digrignamento notturno dei denti, favorendo l’usura delle superfici dentali? Questo fenomeno, oltre ad essere antiestetico, porta in superficie lo strato sottostante di dentina che tende a colorarsi più facilmente e in profondità.

Danni alle gengive

Il fumo diminuisce l’ossigeno presente nelle gengive, favorendo la sopravvivenza dei batteri più aggressivi presenti nella placca. Le conseguenze? Aumento della mobilità dentaria, ritiro delle gengive e precoce perdita dei denti.

Guarigione delle ferite chirurgiche

In seguito a interventi di chirurgia orale, il fumo di tabacco tende a rallentare la guarigione delle ferite. Inoltre, il fumo influenza negativamente la difese, e riduce la percentuale di ossigeno nel sangue. Pertanto, la ridotta ossigenazione dei tessuti orali altera i processi di guarigione.

Alito

Il tabacco provoca alitosi. Ciò induce il fumatore ad eccedere nel consumo di mentine e chewing-gum, che aggravano le erosioni dello smalto a causa del loro contenuto in zucchero e/o acido citrico.

Malattie delle mucose

Tra le malattie che colpiscono le mucose e che sono causate dal fumo, troviamo le seguenti: 

  • La leucoplachia è una lesione caratterizzata da macchie bianche situate su guance e lingua, a volte accompagnata da zone rosse. E’ una lesione potenzialmente maligna, ed è per tale motivo che è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio dentista di fiducia.
  • La candidosi è un’infezione fungina solitamente tipica di chi ha un sistema immunitario poco efficiente (bambini, anziani, diabetici, immunodepressi…). Si presenta con macchie bianche che risultano asportabili se spatolate. Il fumo abbassa le difese immunitarie rendendo quindi il fumatore più soggetto a varie infezioni, oltre a quella candidosica.

Tumore al cavo orale

Come è ben noto, il fumo può arrivare a causare il tumore alla bocca.

Il cancro orale include:

  • labbro;
  • lingua;
  • gengiva;
  • mucose della bocca;
  • oro-faringe (parte iniziale della gola).

La associazione tra cancro orale e tabacco è strettamente dipendente dalla dose, dalla durata dell’esposizione e dalla modalità di esposizione. Ad ogni modo, l’abbandono dell’utilizzo di tabacco si associa a una progressiva riduzione del rischio di tumore.

Pelle

Come ben noto, il fumo toglie ossigeno alla pelle. Tra gli effetti negativi del tabacco a livello epidermico, segnaliamo i seguenti:

  • pelle spenta e opaca;
  • formazione di macchie;
  • formazione di rughe soprattutto nella regione intorno alle labbra.

Conseguenze post fumo

Come indicato nei paragrafi precedenti, il tabagismo ha diversi effetti negativi. Tra questi, troviamo l’alitosi, la formazione di carie, placca batterica e tartaro, fino ad arrivare alle condizioni più gravi, di malattie delle mucose e tumori al cavo orale.

Le sostanze contenute nelle sigarette, infatti, rendono il cavo orale particolarmente soggetto alla proliferazione di batteri.

Smettere di fumare è quindi un gesto che protegge da disturbi e condizioni gravi. Tuttavia, se si è fumato molto e per molto tempo, gli effetti di questo gesto possono metterci più del previsto a manifestarsi.

L’ingiallimento dei denti e le macchie sono una condizione frequente in chi fuma o in chi è solito masticare tabacco. Pertanto, interrompere questo vizio raramente porta subito ad avere una dentatura bianca e sana. Per poter rimuovere il colore giallo dai denti e osservare una guarigione completa, occorre fare uso di appositi dentifrici, accompagnati dal giusto spazzolino e colluttorio, e , se necessario, rivolgersi a un professionista per sottoporsi a uno sbiancamento dei denti.  

Formazione macchie nere

Fra i vari tipi di macchie dentali, quelle provocate dal tabacco sono solitamente di colore giallo o nero, e risultano molto più difficili da sbiancare rispetto ad altre tipologia di macchie. 

Quello che accade mentre fumiamo è che sostanze come la nicotina e il catrame si attaccano allo smalto dei denti, e a contatto con l’ossigeno cambiano colore, compromettendo la salute e il benessere del cavo orale e del sorriso. 

Fumo e denti: come proteggerli

Proteggere i denti dal fumo è certamente possibile, ma un uso prolungato del tabacco può arrivare a comprometterne la salute generale. 

Uno dei sistemi di prevenzione più comuni consiste in una pulizia dentale quotidiana accurata

  • spazzolare i denti almeno 2 volte  al giorno;
  • utilizzare il filo interdentale;
  • fare uso del collutorio.

Per rimuovere in maniera efficace la placca dentaria, uno degli strumenti principe dell’igiene dentale è lo spazzolino elettrico. Vi siete mai chiesti quali caratteristiche debba possedere? Allora date un’occhiata al seguente link:

Primi dentini: tutto quello che c’è da sapere

primi dentiniI primi dentini

Neonati e primi dentini: come comportarsi?

L’eruzione dei primi dentini inizia ad avvenire attorno al quarto-sesto mese di vita del piccolo. La loro comparsa è accompagnata da sintomi più fastidiosi, quali gonfiori, sonno agitato, inappetenza e salivazione abbondante.

primi dentini

Eruzione primi dentini 

I primi dentini sono i primi denti a svilupparsi e crescere durante l’esistenza di ogni essere umano. I denti da latte sono venti in totale: nel dettaglio, per ogni semi arcata dentale, sono presenti cinque denti. La dentizione definitiva è caratterizzata invece da trentadue denti. Tutti i primi dentini cadranno fra i 6 e i 14 anni, quando verranno sostituiti dai denti permanenti e completati dai quattro molari (premolari e denti del giudizio).

La sequenza con cui spuntano è uguale per tutti: prima gli incisivi, poi i primi molari (intorno al primo anno d’età), i canini e, infine, gli ultimi molari (verso i 2-3 anni). 

Lo schema dell’eruzione dei denti  da latte

  • 4-6 mesi: incisivi centrali inferiori;
  • 7-8 mesi: incisivi centrali superiori
  • 7-8 mesi: incisivi centrali superiori;
  • 12-18 mesi: incisivi laterali, prima inferiori poi superiori, seguiti a breve distanza dai primi molari;
  • 18-24 mesi: canini inferiori e superiori;
  • 24-30 mesi: secondi molari.

Quando spuntano i primi dentini del neonato?

I primi dentini del neonato spuntano secondo il seguente schema:

  • 4-6 mesi: spunta il primo dentino. Si tratta di uno dei due incisivi centrali inferiori, cui seguirà prestissimo anche l’altro.
  • 7-8 mesi: è il turno degli incisivi centrali superiori
  • 12-18 mesi: spuntano gli incisivi laterali, prima superiori e poi inferiori. Subito dopo di questi, sarà il turno dei molari. 
  • 18-24 mesi: spuntano i canini, inferiori e superiori. 
  • 24-30 mesi: appaiono i secondi molari.

Sintomi eruzione primi dentini 

I sintomi che accompagnano l’eruzione dei primi dentini sono i seguenti:  

  • Prima di tutto compaiono uno o più puntini bianchi sulla gengiva, che tende ad arrossarsi e a gonfiarsi.
  • La guancia può apparire arrossata all’interno, così come all’esterno può esserci un gonfiore di mento e collo in corrispondenza di essa.
  • Il neonato comincia a provare fastidio: si mostra irrequieto e perde il sonno
  • La sua salivazione può aumentare in maniera abbondante.
  • Il neonato può mostrare inappetenza.
  • Mordicchia tenacemente gli oggetti che trova sottomano e realizza, in tal modo, una sorta di massaggio spontaneo per le gengive irritate.

Spesso la comparsa dei primi dentini nei neonati è accompagnata da febbre, diarrea o altro genere di disturbi. Tuttavia, secondo i medici, non vi è correlazione alcuna tra i due fenomeni. Malattie e virus colpiscono maggiormente il bambino in quel periodo perché si tratta della fase in cui cessa di essere protetto dagli anticorpi materni ed entra per la prima volta in contatto con virus esterni.

Disturbi che accompagnano l’eruzione dei primi dentini

Alcuni trucchi per alleviare i disturbi correlati all’insorgere dei denti da latte? 

  • Una volta freddati, l’utilizzo di appositi giocattoli di gomma ruvida con all’interno dei liquidi refrigeranti consentono al bambino di anestetizzare la gengiva mordicchiandoli.
  • Un semplice massaggio con le dita sulle gengive può dare sollievo al bambino nella fase della dentizione. In alternativa, si possono utilizzare garzine sterili e fredde sulla parte arrossata, asciugando spesso la bocca con una spugna morbida, per evitare il ristagno di saliva.
  • Per quanto concerne i rimedi naturali, si può ricorrere a timo, camomilla, malva, calendula, acido ialuronico, da applicare più volte al giorno sulle gengive in forma di specifiche pomate da acquistare in farmacia. Le loro proprietà calmanti aiuteranno il bambino a sopportare il fastidio.
  • Per placare i gonfiori, sono disponibili creme che vanno applicate in quantità modesta sulla gengiva. In farmacia e parafarmacia, possono essere acquistati gel antinfiammatori, lenitivi e rinfrescanti da applicare prima del sonno e dopo i pasti, o paste gengivali con basse dosi di amilocaina ad effetto anestetico. 

Igiene orale

È consigliato iniziare a occuparsi dell’igiene orale sin dall’eruzione del primo dentino, che va pulito con una garza almeno due volte al giorno.

Lo spazzolino potrà essere utilizzato una volta che spuntino più denti: dovrà essere dotato di setole morbide, adatto al neonato. Inoltre, bisogna evitare l’utilizzo del dentifricio, che potrà essere usato, in piccole dosi, solo a partire dai 16-18 mesi di età.

Faccette dentali

faccette dentaliLe faccette dentali

Le faccette dentali sono sottili lamine in ceramica o in composito, che vengono incollate sulla superficie esterna dei denti anteriori dell’arcata superiore e/o inferiore con l’obiettivo di migliorarne l’estetica. 

faccette dentali

Usi delle faccette dentali

Le faccette possono considerate vere e proprie protesi in quanto servono a celare forma, colore o posizione dei denti

Effetto sbiancante 

Lo sbiancamento professionale consente di ottenere ottimi risultati, ma qualora aspiriate a denti dal candore perfetto, si consiglia di ricorrere alle faccette dentali, che tendono ad aggiustarli e allungarli se negli anni sono stati soggetti al fenomeno del bruxismo.

Il candore dei denti ottenuto con lo sbiancamento non è stabile nel tempo e dipende di gran lunga dall’alimentazione. Inoltre, si necessita di sedute di mantenimento ogni due anni. Per quanto concerne le cosiddette “faccette denti bianchi” (soprattutto quelle in ceramica), sono stabili nel tempo e non necessitano di particolari sedute di mantenimento

Incisivi storti

Tra i nemici in prima linea di un bel sorriso vi sono senza dubbio i denti storti: quelli ad essere maggiormente interessati da una crescita anomala sono gli incisivi.

Molto spesso i denti storti si accompagnano ad altri problemi, come la malocclusione dentale, che determina uno scorretto allineamento dei denti tra l’arcata superiore e quella inferiore e dunque un morso anomalo, arretrato, incrociato o avanzato rispetto a quello classico.

Tuttavia, è chiaro che quello dei denti storti è un problema in primis estetico, perché chi non si sente a proprio agio con i propri denti potrebbe sviluppare problemi di autostima rifuggendo le relazioni interpersonali.

Un rimedio? Solitamente, le faccette dentali si applicano per oscurare i difetti presenti sui denti, così da ottenere un sorriso privo di imperfezioni. L’applicazione della ceramica è data anche in presenza di denti storti, e può servire soprattutto per i benefici che può apportare nella masticazione.

Come si applicano le faccette dentali

Secondo quanto indicato da My Personal Trainer, la procedura da seguire per l’applicazione delle faccette dentali richiede due sedute dal dentista

  1. La prima fase prevede la limatura del dente, l’esecuzione dell’impronta dentale e la scelta del colore più adatto per la faccetta;
  2. La seconda fase consiste nell’applicazione della faccetta sul/sui dente/i.

Prima seduta

Nella prima seduta, è indispensabile preparare il dente per l’intervento: per prima cosa, il dentista lima una parte dello smalto dentale, così da far sì che la faccetta si fissi sul dente. L’operazione si può effettuare con anestesia locale o senza anestesia. Poi si effettua l’impronta dentale per creare una faccetta delle giuste dimensioni. In seguito, tramite l’ausilio di una scala colorimetrica, il medico seleziona il colore della faccetta più adeguato per il paziente, in modo tale che la protesi possieda la medesima cromia degli altri denti.

Seconda seduta

La seconda seduta prevede l’applicazione della faccetta estetica sul dente; prima di “incollarla”, bisogna testarla direttamente sul paziente, allo scopo di essere certi che colore e dimensione corrispondano a quanto richiesto. Se così non fosse, la faccetta può essere ritoccata o modificata prima di essere fissata in modo definitivo.

La fase della cementazione viene dunque eseguita in un secondo tempo, quando le faccette dentali sono pronte. Il dente da restaurare dev’essere completamente isolato con una diga, che impedisce l’accumulo di saliva e lo separa dagli altri denti.

Prima della cementazione della faccetta, il dente verrà trattato con l’acido fluoridrico e ricoperto con uno speciale adesivo detto silano. A questo punto, si può procedere con la cementazione della faccetta sul dente.

Dopo essere stata posizionata, la protesi può essere leggermente levigata per definirne i margini.

Vantaggi delle faccette dentali 

Vi siete mai chiesti quali siano i principali vantaggi di queste protesi dentarie?

  1. Oltre a migliorare l’aspetto del sorriso immediatamente dopo l’intervento, le faccette dentali consentono un miglioramento estetico a livello dentale duraturo e stabile nel tempo.
  2. Assicurano un sorriso perfetto ed invidiabile, accentuando la lucidità dello smalto e correggendo la spaziatura tra un dente e l’altro.
  3. La loro applicazione sui denti imperfetti non necessita di operazioni chirurgiche invasive e non è dolorosa.
  4. Le faccette dentali possono essere utilizzate anche nei giovani pazienti: il margine tra il restauro e il dente risulta pressoché invisibile e la conseguente maturazione del parodonto non richiede alcuna sostituzione.
  5. Consentono di allineare i denti erosi e risolvere le menomazioni provocate dalla parodontite.

Svantaggi delle faccette dentali 

Lo svantaggio più considerevole è il costo, sebbene possa variare in base al dente ed al tipo di materiale. 

Oltre al prezzo, l‘applicazione delle faccette estetiche su denti perfettamente sani di un giovane non è sempre consigliata per almeno due motivi:

  1.  il dentista, durante l’operazione, deve rimuovere una parte della superficie dentale, che può variare dal 3% a un massimo del 30% per ottenere un’applicazione efficace della faccetta.
  2. si stima che dopo 10 anni dall’applicazione, il 50% delle protesi dentali superficiali debba essere sostituita da faccette estetiche nuove.

Tipologie di faccette dentali 

Lo spessore della faccetta dentale si aggira intorno ai 0,3-0,7 mm e le sue dimensioni devono coincidere perfettamente con quelle del dente destinato al restauro.

La scelta del materiale della faccetta dipende dalle richieste del paziente e dal risultato che si desidera ottenere. 

I materiali più comuni sono i seguenti:

  • ceramica/porcellana;
  • composito;
  • disilicato di litio.

Per quanto concerne quelle in ceramica o porcellana, si tratta indubbiamente delle faccette più resistenti e lucide, adatte per correggere anomalie di forma e volume, discromie e difetti di smalto. Le faccette in ceramica sono le più utilizzate grazie alla resistenza ottimale del materiale, e al fatto che si tratta di restauri adesivi minimamente invasivi. Il ridotto spessore di queste faccette permette di risparmiare lo smalto e proteggere i denti dalla devitalizzazione. 

Le faccette in composito sono  realizzate con lo stesso materiale con cui si eseguono le otturazioni dentali. Tuttavia, si scheggiano, incrinano e macchiano piuttosto facilmente. Il limite più grande di questo tipo di faccette è la durata, in quanto tendono a presentare in tempi brevi fratture marginali, scolorimento del materiale, scheggiature ed eventuali abrasioni.A differenza di quelle in ceramica, le faccette in composito consentono il ripristino estetico funzionale in un’unica seduta: si tratta di un “trattamento d’urgenza”, scelto dal paziente per risparmiare sul prezzo finale e per ottenere un risultato immediato.

Infine, le faccette in disilicato di litio vengono realizzate quando c’è il rischio che le faccette in ceramica possano rompersi. 

 

REGALA UN SORRISO

regala un sorrisoGiornata Mondiale del Sorriso 2020

Oggi, 7 ottobre 2020, è la Giornata Mondiale del Sorriso, nata nel 1999 grazie alla World Smile Foundation, organizzazione no profit con sede in Massachusetts che contribuisce a diffondere gesti positivi. Il loro logo è l’icona smile di Harvey Ball, comunissima nell’era dei social media.

Harvey Ball era convinto che la sua faccina gialla sorridente rappresentasse sentimenti positivi, qualcosa che andava al di là dei limiti territoriali o diversità a livello religioso e politico. Per tale motivo, volle istituire la Giornata del Sorriso, affinché tutti  potessero essere no limits, come il suo celebre smile.

regala un sorriso

Regala un sorriso seguendo questi semplici consigli 

Oggi più che mai siamo invitati a compiere un atto di gentilezza e a regalare un sorriso ai più bisognosi. Certo è che non avere un sorriso particolarmente gradevole può generare problemi a livello di autostima. Per tale motivo, ti invitiamo a seguire i consigli sottostanti. 

Lavati i denti nel modo corretto 

Gli esperti consigliano di lavarsi i denti tre volte al giorno per prevenire la placca batterica. La tecnica raccomandata prevede uno strofinamento verticale, partendo dall’esterno verso l’interno della bocca, in modo tale che le setole rimuovino efficacemente i residui di cibo e la placca.

Inoltre, è importante mantenere la bocca aperta per raggiungere facilmente con lo spazzolino i punti più difficili e nascosti dove si sedimentano batteri e sporcizia.

Infine, vi ricordiamo che è importante dedicare almeno tre minuti alla pulizia dei denti e pulire accuratamente lo spazzolino con acqua tiepida per evitare la proliferazione dei batteri. 

Scegli il tipo di spazzolino più adatto 

Per quanto concerne lo spazzolino, è fondamentale che sia munito di testina piuttosto piccola e arrotondata. Inoltre, non dovrebbe presentare fessure nella zona in cui sono attaccati i ciuffi di setole per impedire ai batteri di annidarsi tra le setole.  

Ricordiamo inoltre che è meglio preferire uno spazzolino dotato di setole artificiali, in quanto, non essendo cave, non raccolgono batteri o residui di cibo al loro interno.

Per maggiori informazioni, dai un’occhiata all’articolo sottostante: 

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Usa il dentifricio nelle giuste dosi 

Ricorda che è necessario usare il dentifricio in piccole dosi per le seguenti ragioni:

  • evitare che il gusto troppo forte ed il conseguente bisogno di sputare portino ad interrompere l’azione di spazzolamento prima del previsto;
  • usare il dentifricio in ingenti quantità ci fa incorrere nel rischio di assorbire eccessive quantità di fluoro; questo minerale, per fissarsi sui denti, ha comunque bisogno di essere mantenuto in sede per un tempo adeguato.

Inoltre, i dentifrici con un indice di abrasività inferiore a 250 possono causare effetti nocivi in quei soggetti che hanno una salute orale più delicata. 

Per saperne di più, ti consigliamo di dare un’occhiata al post sottostante:

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Non ti dimenticare il filo interdentale 

Gli esperti affermano che il filo interdentale dovrebbe essere utilizzato come minimo tre volte al giorno. Tuttavia, per comodità, passarlo una volta al giorno, preferibilmente la sera, è sufficiente. Un mancato utilizzo del filo interdentale favorisce l’accumulo di placca in quegli spazi inaccessibili allo spazzolino, dando  vita a incrostazioni di tartaro

Ti sei mai chiesto quale sia la tecnica più adatta per fare uso del filo interdentale? Allora l’articolo sottostante può fare al caso tuo:

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Igienizza il cavo orale con il colluttorio  

Il collutorio è particolarmente efficace solo se il suo uso è combinato a spazzolino, dentifricio e filo interdentale. I suoi benefici? 

  • aiuta a prevenire la placca;
  • consente di trattare particolari condizioni del cavo orale, quali gengiviti, afte ed alito cattivo.

E ricordate: evitate di impiegare colluttori a base di alcol, in quanto tendono a danneggiare le mucose. 

Se sei curioso di scoprire i tipi di colluttori in commercio, dai un’occhiata qui sotto:

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Segui un’alimentazione corretta 

Un’alimentazione corretta è fondamentale per la salute della bocca. Gli esperti consigliano di limitare il più possibile il consumo di zuccheri che favoriscono la formazione delle carie e la comparsa di diverse malattie parodontali. Al contrario, è preferibile consumare cibi ricchi di calcio, come il latte e i legumi, che aiutano a rinforzare lo smalto dentale e la struttura dei denti.

Ti stai chiedendo quale sia la migliore dieta da seguire per avere un sorriso smagliante? Scopri tutti i dettagli al seguente articolo:

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Allena il tuo viso 

Per avere un sorriso smagliante, è necessario praticare degli esercizi facciali per rassodare e tonificare i muscoli del viso.

Un consiglio? Rilassati poi protendi le labbra e sorridi. Mantieni il sorriso per 10 secondi, quindi rilassalo di nuovo. Fai questi esercizi una volta al giorno fino a quando non otterrai un sorriso bello e naturale.

Scegli il colore di rossetto giusto 

Se osservate la ruota dei colori, noterete che essa è suddivisa in tonalità “fredde” e tonalità “calde”. I colori posizionati all’opposto sulla ruota sono complementari tra loro.

Ad esempio, il blu (freddo) e il giallo (caldo) sono colori complementari: quindi, se i tuoi denti non sono esattamente color perla, è preferibile optare per un rossetto dalle tonalità blu per smorzare il giallo dei denti.

 

 

E per conludere, vi lasciamo una celebre citazione di Joseph Addison:

“Quel che il Sole è per i fiori, i sorrisi lo sono per l’umanità”

 

 

COME USARE IL COLLUTTORIO

colluttorioCome usare il colluttorio

Il collutorio è un presidio sanitario utilizzato come supporto ai normali metodi di igiene orale. Infatti, questo prodotto in soluzione è particolarmente efficace solo se il suo uso è combinato a spazzolino, dentifricio e filo interdentale. I suoi benefici? Aiuta a prevenire la placca e a trattare particolari condizioni del cavo orale, quali gengiviti, afte ed alito cattivo. E’ fondamentale utilizzarlo prima o dopo lo spazzolamento dei denti.

come usare il colluttorio

Ingredienti dei colluttori

Gli ingredienti comuni ai vari collutori sono: 

  • acqua;
  • dolcificanti acariogeni, come xilitolo (che esplica anche una lieve attività antibatterica), sorbitolo, sucralosio e saccarina sodica. 

Talvolta, soprattutto in caso di collutori commerciali, possiamo trovare una significativa quantità di alcool, usato soprattutto per esaltare il sapore del prodotto più che per le reali proprietà antibatteriche, particolarmente contenute alle concentrazioni usate. L’alcool può invece avere un effetto irritante sulla mucosa orale e secondo alcuni studi aumenterebbe il rischio di tumore alla bocca e al cavo orale.

Categorie di colluttori

In linea generale, i collutori si possono distinguere in due categorie:

  • collutori medicati (venduti solo in farmacia);
  • collutori cosmetici (venduti liberamente).

I primi contengono sostanze chimiche a potente azione antibatterica (principalmente clorexidina), mentre nei secondi è preponderante la presenza di fluoro, che per la sua capacità di favorire la riparazione delle microlesioni dello smalto, è considerato un efficace agente contro la carie. In entrambi i casi, si consiglia di consigliare il vostro dentista di fiducia prima di procedere con la loro assunzione. 

 Per quanto concerne i colluttori in commercio, la maggior parte sono a base di alcool: l’energica azione disinfettante consente di rinfrescare l’alito e purificare le gengive.

Come usare il colluttorio

Ribadiamo che il collutorio da solo non è sufficiente per una buona igiene orale, ma se utilizzato insieme a spazzolino e filo interdentale è un prezioso strumento ausiliario per prevenire fastidi al cavo orale, carie, gengiviti e alitosi.

Il collutorio va usato dopo aver lavato i denti con spazzolino e dentifricio, e dopo aver usato il filo interdentale. Prima di procedere agli sciacqui controllate se va utilizzato puro o diluito, quindi mettetene in bocca una piccola quantità e fatelo passare nel cavo orale assicurandovi che abbia toccato tutte le zone. Dopo aver usato il collutorio, evitate di risciacquare la bocca con acqua: le proprietà del prodotto continuano a fare effetto dopo averlo sputato. Può essere utilizzato ogni qualvolta ci si lava i denti, oppure secondo le esigenze personali.

La dose giusta sono 20 ml e mai diluito. Generalmente il flacone presenta un dosatore (il tappo), che ci consente di misurare con precisione la quantità da utilizzare. Per quanto concerne i colluttori a  base di fluoro, la dose consigliata è di 10 ml solitamente. Ad ogni modo, in caso non si tratti di colluttori prescritti dal medico, non dovrete preoccuparvi della quantità da utilizzare, a meno che non si tratti di colluttori a base di alcool che tendono a danneggiare le mucose. 

 Effetti collaterali

Per quanto concerne i colluttori naturali e senza alcool, generalmente non presentano alcun tipo di effetto collaterale

Per quanto concerne i colluttori a base di Clorexidina, possono presentarsi i seguenti aspetti: 

  • comparsa di pigmentazioni
  • incremento formazione tartaro, 
  • alterazioni gusto, 
  • comparsa irritazioni della mucosa orale.

 

Vi siete mai chiesti quali sono i principali rimedi per il mal di denti? Tra di essi, si consiglia di lavare i denti almeno due volte al giorno, dopo i pasti, e pulire anche la lingua per eliminare eventuali batteri nascosti. Inoltre, ricordate di utilizzare lo scovolino per prevenire la formazione di placca e tartaro tra dente e dente. Inoltre, gli esperti raccomandano di fare uso di colluttorio, filo interdentale e uno spazzolino specifico. Per sapere di più, fate click al bottone sottostante:

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RIMEDI PER IL MAL DI DENTI

rimedi per il mal di dentiRimedi per il mal di denti

Avete mai sofferto di mal di denti?  Si tratta di un fenomeno doloroso che a partire dal dente, si propaga rapidamente fino a coinvolgere gengive e legamenti parodontali.

Il mal di denti, definito odontalgia, tende ad accentuarsi in risposta a stimoli termici (caldo/freddo), chimici (dolci e zuccheri) o meccanici (masticazione). Nelle prossime righe, scoprirete alcuni utili rimedi per il mal di denti. 

rimedi per il mal di denti

Patologie legate all’odontalgia

Il più delle volte, il mal di denti è legato alle seguenti patologie: processi cariogeni, gengiviti, parodontiti, ascessi dentali, accumulo di placca e tartaro, ipersensibilità dentinale e pulpite. 

Oltre a queste cause, il mal di denti può essere dovuto anche a fattori di natura extra-dentale, quali sinusite, nevralgia del trigemino, angina pectoris ed infarto al miocardio.

Sensibilità dentale 

La sensibilità dentale è  un dolore acuto e improvviso associato al contatto tra denti e cibi dolci o particolarmente acidi, o in caso di stimoli termici a cui possono essere sottoposti i denti stessi. Il dente diventa sensibile quando la dentina è esposta, ossia non è più ricoperta da smalto, cemento e gengiva.

A determinare la sensibilità dentale vi sono i seguenti fattori: 

  • un errato spazzolamento dei denti insieme all’uso di dentifrici troppo abrasivi;
  • l’abitudine di digrignare i denti in situazioni di stress (utile in questo caso l’uso di un byte, ossia una specie di morso, realizzato in base all’impronta dentaria, simile ai paradenti dei pugili, che va usato di notte);
  • l’assunzione frequente di bevande acide, per esempio spremute, succhi di frutta, bibite tipo cola o yogurt. Possono, infatti, provocare lesioni dello smalto;
  • disturbi che provocano un reflusso acido dallo stomaco.

Rimedi per il mal di denti

In caso di mal di denti, si consiglia di provare uno dei seguenti metodi: 

  • applica un sacchetto di ghiaccio, avvolto in un panno morbido, sulla parte esterna dolorante;
  • passa delicatamente il filo interdentale in caso di residui di cibo. Tuttavia, tieni conto che un suo uso scorretto può irritare le gengive ed accentuare ulteriormente il dolore già persistente;
  • la somministrazione di farmaci analgesici o antinfiammatori consente di alleviare il dolore in breve tempo;
  • in assenza di spazzolino, fai dei risciacqui con acqua a temperatura ambiente;
  • tieni la bocca chiusa per impedire all’aria fredda di colpire il dente. Gli stimoli termici possono accentuare di gran lunga il mal di denti;
  • in caso di mal di denti associato a febbre, dolore persistente ed implacabile ai denti, difficoltà respiratorie o disturbi della deglutizione, non esitare a chiamare il tuo dentista di fiducia.

Rimedi naturali 

Oltre ai metodi sopra citati, esistono una serie di rimedi naturali che possono aiutarti ad alleviare il dolore: 

  • aglio: trita uno spicchio di aglio e applicalo sulla parte dolorante; 
  • chiodi di garofano: l’eugenolo contenuto in questa spezia funge da calmante;
  • prezzemolo: questa pianta contiene sostanze con proprietà antinfiammatorie che aiutano ad alleviare il dolore in caso di infiammazione;
  • sale: ha un potere antisettico ed è capace di lenire il dolore quando è provocato da un ascesso o da un’infezione derivante da residui di cibi;
  • tè nero: ha proprietà analgesiche e antinfiammatorie grazie al suo alto contenuto di acido tannico;
  • whisky: in presenza di mal di denti, il whisky è in grado di rimuovere temporaneamente il dolore;
  • succo di limone: grazie alle sue proprietà antisettiche, antinfiammatorie e astringenti, il limone è in grado di lenire il dolore;
  • cipolla: ebbene sì, il succo della cipolla possiede proprietà antibiotiche e antinfiammatorie. 

Cosa mangiare in caso di mal di denti 

In caso di mal di denti, vi consigliamo di assumere i seguenti alimenti: 

  • Frutta e verdura, ricche di vitamine C ed E e antiossidanti
  • Yogurt con fermenti lattici attivi, che consentono di rafforzare le difese immunitarie
  • Zenzero, spezia dalla proprietà antinfiammatorie 
  • Frutta secca (mandorle, nocciole, noci, pistacchi) ricca di magnesio
  • Bere molta acqua: bere due litri di acqua al giorno è consigliato non soltanto per chi soffre di mal di denti ma è buona prassi per tutti.
  • Alimenti morbidi, che non richiedono uno sforzo eccessivo da parte del dente dolorante 
  • Alimenti ricchi in calcio (latticini).

Inoltre, ricordate che, nonostante non siano propriamente indicati per curare il mal di denti, gli alimenti ricchi di vitamina C consentono di evitare il sanguinamento delle gengive. 

Cosa non mangiare 

Di seguito, una lista di alimenti da evitare se non si vuole incorrere in un fastidioso mal di denti: 

  • Alimenti ricchi di zuccheri, che potrebbero provocare carie o problemi al cavo orale 
  • Cibi troppo caldi o troppo freddi: gli stimoli termici tendono ad accentuare il dolore 
  • Alimenti collosi, quali marmellata, miele, caramello, caramelle gommose)
  • Bibite colorate e zuccherate
  • Alimenti croccanti (torrone, ghiaccio, confetti, caramelle dure ecc.)
  • Cibi ricchi di grassi e carboidrati 
  • Abusare con vino o alcol 

Come prevenire il mal di denti 

Qui di seguito una lista di buone prassi da mettere in atto in caso di mal di denti: 

  • si consiglia di lavare i denti almeno due volte al giorno, dopo i pasti, e pulire anche la lingua per eliminare eventuali batteri nascosti. Inoltre, ricordate di utilizzare lo scovolino per prevenire la formazione di placca e tartaro tra dente e dente;
  • fare uso di colluttorio, filo interdentale e uno spazzolino specifico;
  • sottoporsi all’igiene dentale professionale una volta ogni 6-12 mesi. Se possibile, si consiglia di sottoporsi a una sessione di cura orale professionale per rimuovere in profondità i residui di placca e tartaro, e prevenire pertanto disturbi del cavo orale come gengivite, carie, pulpite e mal di denti in generale;
  • limitare il più possibile l’assunzione e il consumo di determinati alimenti e di tutto ciò che può produrre effetti nocivi per i denti: cibi e bevande con molto zucchero, fumo, alcolici e caffè;
  • mantenere un’alimentazione equilibrata, consumando soprattutto cibi ricchi di calcio come i latticini.

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COME SCEGLIERE LO SPAZZOLINO PERFETTO

spazzoliniCome scegliere lo spazzolino

Lo spazzolino, assieme a dentifricio, colluttorio e filo interdentale, è il protagonista indiscusso di una corretta igiene orale. Gli esperti consigliano di utilizzarlo almeno tre volte al giorno:

  • la mattina dopo aver fatto colazione;
  • dopo pranzo; 
  • la sera prima di andare a dormire.

È assodato che un utilizzo corretto ed adeguato dello spazzolino da denti è la base di una corretta igiene dentale quotidiana. Nel seguente video, si mostra come pulire correttamente denti, gengive e lingua. 

Uno spazzolino utilizzato correttamente rappresenta infatti l’arma più efficace per prevenire carie e disturbi gengivali in genere, ed evitare il deposito di placca sullo smalto dentale e sugli spazi interdentali.

Come utilizzarlo

Qui di seguito, My Personal Trainer ci spiega come utilizzare in maniera impeccabile lo spazzolino da denti:

  1. Posizionamento dello spazzolino sulla superficie esterna dei denti: per poter rimuovere la placca il più possibile, i denti dell’arcata superiore devono essere puliti con movimenti che vanno dall’alto verso il basso; i denti dell’arcata mandibolare devono invece essere invece spazzolati dal basso verso l’alto. Ricorda che lo spazzolamento deve essere deciso, ma non eccessivamente energico per evitare di lesionare le gengive. 
  2. Posizionamento dello spazzolino sulla superficie interna dei denti: gli esperti raccomandano di prestare particolare cattenzione anche alla pulizia delle pareti dentali interne: tralasciando quest’area, la placca tende a depositarsi più facilmente, fino a creare vere e proprie concrezioni di tartaro, che possono essere rimosse esclusivamente da un igienista.
  3. Posizionamento dello spazzolino sulla superficie masticatoria dei denti: lo step successivo per l’utilizzo corretto dello spazzolino è quello di appoggiare le setole dello spazzolino direttamente sulla superficie masticatoria dei denti, muovendo lo spazzolino avanti e indietro. Lo spazio intercuspidale originato dalle 4 punte dei molari, essendo simile ad un avvallamento, costituisce un’area ideale per il deposito della placca.
  4. Posizionamento dello spazzolino sul dorso linguale: per la pulizia della lingua, particolarmente indicato è il cosiddetto puliscilingua, chiaramente più delicato del normale spazzolino. Ad ogni modo, si può tranquillamente utilizzare lo spazzolino a setole morbide. Il movimento di spazzolamento per pulire la lingua dovrebbe essere eseguito con movimenti circolari. Alcuni spazzolini sono persino dotati di appositi puliscilingua dietro la testina dello spazzolino. Un’accurata pulizia del dorso linguale garantisce un alito più fresco e allontana i batteri che si nascondono sulla sua superficie.

Quale spazzolino scegliere 

 come scegliere lo spazzolino

Per quanto concerne la scelta dello spazzolino, qui di seguito alcuni  criteri per agevolare l’acquisto: 

  1.  Scelta della testina dello spazzolino: per facilitare la pulizia dei denti, la testina di uno spazzolino dovrebbe essere piuttosto piccola e arrotondata per evitare di traumatizzare gengive e palato con eventuali spigoli. Inoltre, non dovrebbe presentare fessure nella zona in cui sono attaccati i ciuffi di setole per impedire ai batteri di annidarsi tra le setole. Alcuni spazzolini sono muniti di testina flessibile, per garantire una pulizia più efficace. La testa flessibile favorisce il perfetto adattamento delle setole dello spazzolino anche sulla superficie frastagliata dei molari.
  2.  Scelta delle setole dello spazzolino: è bene evitare l’utilizzo di spazzolini a setole naturali: queste, infatti, non solo rischiano di lesionare le gengive, ma trattengono anche i batteri al loro interno, aumentando così le probabilità di sviluppare carie. Si dovrebbe dunque preferire uno spazzolino dotato di setole artificiali, in quanto, non essendo cave, non raccolgono batteri o residui di cibo al loro interno.

Lo spazzolino ideale

Uno spazzolino ideale dovrebbe possedere le seguenti caratteristiche:

  • Forma, dimensione e struttura adatte alle esigenze di ciascuno 
  • Efficace nel rimuovere residui di cibo e placca dalla superficie dei denti e dagli spazi interdentali
  • Facile nello scorrimento 
  • Facile da maneggiare
  • Testina corta con setole sintetiche, abbastanza morbide, dritte, di uguale lunghezza, con punte arrotondate
  • Delicato per le gengive
  • Durevole e a basso costo
  • Impugnatura dritta con maniglia ergonomica
  • Non dovrebbe contenere lattice (dato il numero elevato di persone allergiche a tale materiale)
  • Inodore e insapore

Lo spazzolino da denti può essere anche elettrico, particolarmente efficace nel corso della pulizia dei denti data la sua capacità di raggiungere anche i punti più impervi. Questo tipo di spazzolino utilizza l’energia elettrica per muovere la testina che effettua un movimento oscillatorio. A prescindere dal tipo di spazzolino, l’importante è senza dubbio il suo corretto utilizzo.

Quando cambiare lo spazzolino

Uno dei quesiti più comuni concernente questa materia riguarda quando cambiare lo spazzolino. In linea di massima, è necessario cambiarlo almeno una volta ogni 3 mesi o, più precisamente, quando le setole diventano più fragili e meno compatte. Il deterioramento di queste ultime è molto frequente, soprattutto se i denti vengono lavati con frequenza e con movimenti energici.

Queste indicazioni valgono per tutte quelle situazioni in cui l’adulto (o il bambino) si trovi in un buono stato di salute.

Tuttavia, è importante procedere con la sostituzione dello spazzolino anche prima dei 3 mesi qualora si dovessero presentare una delle seguenti circostanze:

  • In presenza di un’influenza con febbre e mal di gola (anche in occasione di un semplice raffreddore) o, in casi più specifici, un’infezione o un’infiammazione ai denti o alle gengive. 
  • In presenza di una carie dentale. 

A proposito della presenza di batteri sulla superficie dello spazzolino o tra le setole, è di fondamentale importanza asciugarlo bene in tutte le sue parti. L’ambiente umido tra le setole, infatti, favorisce la proliferazione dei batteri

Pertanto, come prima cosa, è necessario pulire e asciugare con un panno lo spazzolino e successivamente riporlo in un contenitore con la testina rivolta verso l’alto. Generalmente è consigliabile non riporlo in una custodia di plastica e non coprirlo con il cappuccio: se le setole non sono completamente asciutte, questo ostacolerà il passaggio dell’aria favorendo la persistenza di un ambiente umido.

SALUTE ORALE IN GRAVIDANZA

pregnancySalute orale in gravidanza

Aspettare un bambino può certamente costituire una grande gioia per qualsiasi donna. Tuttavia, è bene ricordare l’importanza di prendersi cura della propria salute orale in gravidanza. E’ infatti dimostrato che la gravidanza e l’allattamento causano un netto aumento di problematiche di natura odontostomatologica

salute orale in gravidanza

Patologie gengivali 

Qui di seguito vi lasciamo una spiegazione piuttosto dettagliata delle patologie gengivali che possono colpire le donne in gravidanza

  1. Durante la gravidanza, frequente è la comparsa di gengiviti che, se trascurate, possono sfociare in parodontite, un’infezione batterica che colpisce i tessuti di supporto del dente, e che può  portare ad un marcato riassorbimento osseo e in extremis alla perdita dei denti. Inoltre, è stata recentemente dimostrata una nuova associazione tra parodontite ed infertilità femminile. 
  2. Nel corso della gravidanza, aumenta il circolo sanguigno, che conduce a una evidente vasodilatazione e un rigonfiamento o maggiore rossore delle gengive. Qualora la placca batterica non venga rimossa, tale problematica può portare ad una marcata gengivite.
  3. Un altro fattore importante è la comparsa di numerosi sbalzi ormonali che incidono anche sul sistema immunitario, certamente molto più delicato. In pazienti predisposte alla patologie parodontali e che soffrono già di gengivite gravidica e non praticano una corretta igiene orale, questo momento può condurre rapidamente a un grave parodontite, con aumento della mobilità dentaria e la perdita di alcuni denti.
  4. Alcuni studi clinici recenti dimostrano che la presenza di piorrea in gravidanza è stata negli ultimi anni correlata ad un maggiore rischio di parto prematuro e di nascita del bambino sottopeso. Come ricorda My Personal Trainer, è stato dimostrato che nei tessuti placentari di soggetti affetti da parodontite sono presenti antigeni del batterio correlato all’infezione parodontale. Ciò dimostra che la placenta può essere bypassata da questi microrganismi che, una volta che entrano in contatto con la barriera amniotica, producono tossine. Il corpo tende a rispondere con l’incremento di sostanze infiammatorie, portando a un aumento dello stress fisico tale da condurre anticipatamente al parto. Inoltre, è bene ricordare che la presenza di parodontite potrà portare alla contaminazione precoce della bocca del neonato.

E’ quindi chiaro come sia veramente importante curare l’igiene orale in gravidanza per prevenire problematiche alle gengive ma anche ai denti, in quanto aumenta in maniera significativa anche il rischio di carie dentaria. Per questo motivo, se possibile, sarebbe buona norma effettuare un check-up completo della bocca prima di programmare la gravidanza. 

Erosione dentale in gravidanza

L’erosione dentale, che rappresenta la perdita dello strato esterno dello smalto dentale, si presenta piuttosto frequentemente in gravidanza quando i denti delle pazienti sono ripetutamente esposti all’acido gastrico a causa degli episodi di vomito che talvolta si protraggono anche per lunghi periodi.

Prepararsi al meglio  

Per evitare l’insorgere delle patologie sopra citate, vi consigliamo di seguire attentamente questi step: 

  • Andare dal dentista per un controllo e pianificare una seduta di igiene orale e profilassi durante il 2° o 3° mese: si consiglia di effettuare controlli ed eventuali trattamenti necessari per evitare che i batteri che causano carie possano essere trasmessi al bambino dopo la nascita.
  • Lavare i denti due volte al giorno: è consigliabile usare un dentifricio al fluoro e uno spazzolino a setole morbide, posizionandole sul margine gengivale (dove denti e gengive si incontrano): è da qui che insorge la malattia gengivale e si sviluppa la placca.
  • Passare il filo interdentale ogni giorno
  • Ridurre il consumo di cibi ad alto contenuto di zuccheri o amido: gli alimenti ad alto contenuto di zuccheri o amido possono causare attacchi da parte degli acidi ai denti. 
  • Mangiare cibi ad alto contenuto di calcio: i denti e le ossa del nascituro hanno bisogno di calcio, presente in latte, formaggio, fagioli secchi e verdure a foglia verde.
  • Curare la secchezza delle fauci: è importante rimanere idratate bevendo molta acqua durante la gravidanza. 

 Consigli 

Tra i consigli utili da seguire, troviamo:

  • Non fumare. Il fumo porta ad una riduzione dell’ossigeno che giunge al feto e danneggia la sua formazione. Inoltre, il fumo, unito ad un’alta predisposizione genetica, aumenta la probabilità di sviluppare la parodontite.
  • Assumere fluoro. Il fluoro rinforza gli elementi dentari contro l’azione dei batteri della carie, e può essere assunto con l’acqua minerale e con il dentifricio e collutorio. 
  • Curare l’igiene orale. Spazzolare i denti almeno 2 volte al giorno per due minuti, usando uno spazzolino morbido, il filo interdentale ed un collutorio a base di fluoro o oli-essenziali per ridurre la placca. Alcuni esperti affermano che a partire dal settimo mese può essere utile effettuare uno sciacquo giornaliero di un minuto con un collutorio a base di clorexidina.
  • Utilizzare chewing-gum a base di Xilitolo. E’ consigliabile assumerle 2 al giorno, in quanto hanno benefici sullo sviluppo dei denti del nascituro, nonché su quelli della madre.
  • Curare l’alimentazione. E’ molto importante integrare correttamente le vitamine C, D ed A, e minerali come ferro e calcio (latte, formaggi, yogurt) importante per la mineralizzazione di ossa e denti. 

 

Se siete curiosi di scoprire maggiori dettagli in merito alla salute orale dei vostri figli, leggete l’articolo sottostante:

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RIMEDI PER GENGIVITE

gengiviteRimedi per gengivite

Spesso capita di avere le gengive gonfie e che comincino a sanguinare. Si tratta di una condizione molto comune definita gengivite, un processo infiammatorio che colpisce le gengive. 

Il principale responsabile della gengivite è la placca batterica causata da una scarsa igiene orale. Alcuni fattori, quali fumo, diabete e particolari tipi di farmaci, possono peggiorare l’infiammazione. Se trascurata, la gengivite può sfociare in parodontite, anche detta piorrea. 

rimedi per gengivite

Sintomi della gengivite 

I sintomi della gengivite sono i seguenti:

  • sanguinamento;
  • gengive gonfie e arrossate;
  • sensibilità al caldo e freddo; 
  • distacco sal solco gengivale;
  • possibile alitosi.

Se i sintomi peggiorano, l’accumulo di residui favorisce la placca, la formazione di batteri e infezioni. A lungo andare, questo disturbo del cavo orale mette a dura prova la tenuta dei denti, provocandone un progressivo indebolimento fino alla lora caduta. Tuttavia, è bene ricordare che la gengivite può essere un campanello di allarme per la presenza di patologie ben più gravi legate al cuore.

Come procedere in caso di gengivite 

Nelle sue fasi iniziali, la gengivite può essere facilmente curata mediante una corretta igiene orale. Oltre al semplice utilizzo di spazzolino e dentifricio, è fondamentale prestare attenzione alla tecnica di spazzolamento adottata. Inoltre, si consiglia di utilizzare il filo interdentale per rimuovere ogni eventuale residuo di cibo,e un colluttorio a base di clorexidina, una sostanza con capacità antimicrobiche e quindi in grado di impedire o rallentare la crescita dei batteri responsabili della placca. 

Ad ogni modo, ricordate che è fondamentale rivolgersi sempre a un professionista: generalmente è sufficiente l’osservazione del cavo orale per valutare lo stadio della gengivite e il rischio di evoluzione del problema in parodontite.

Rimedi naturali 

Oltre a dover seguire una corretta igiene orale, vi sono alcuni rimedi naturali che possono aiutarvi a combattere la gengivite.

Importante è assumere frutta e verdura fresche, meglio se crude: le vitamine C ed E, contenute al loro interno, possono migliorare lo stato delle gengive gonfie. Un altro  consiglio è consumare fermenti lattici vivi o probiotici per rafforzare le proprie difese immunitarie. 

Di seguito, riportiamo altri rimedi naturali che offrono un valido aiuto per gengive fortemente infiammate. 

Aloe vera

L’aloe è una pianta dalle mille proprietà curative e lenitive. E’ contenuta in dentifrici o in gel (il più puri possibile) che possono essere direttamente applicati sulle gengive infiammate.   

Tè verde

L’elevato potere astringente del tè è un efficace rimedio naturale contro le gengive infiammate.

Calendula 

Si tratta di una pianta dalle proprietà cicatrizzanti e lenitive. 

Malva

Per preparare l’infuso a base di malva, aggiungi 2-3 cucchiaini di malva essiccata e tritata in una tazza di acqua bollente. Dopo aver filtrato e lasciato raffreddare l’infuso, fai dei risciacqui durante la giornata.

Oli essenziali 

Gli oli essenziali possono essere utilizzati diluiti per fare dei risciacqui ed hanno un’alta potere disinfettante. Alcuni esempi? Salvia, menta e chiodi di garofano. 

Propoli

I propoli sono una sostanza resinosa dotata di proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, anestetiche e cicatrizzanti.

Acqua e sale

Grazie ai minerali che contiene, il sale permette di ridurre l’infiammazione e il dolore, oltre a prevenire le infezioni. Un consiglio? Mescola un pizzico di sale in una tazza di acqua calda e fai dei risciacqui con la soluzione ottenuta.

Limone

Il succo di limone combatte molto efficacemente l’infiammazione gengivale. Puoi sciacquare il cavo orale con il succo di limone puro oppure aggiungerlo a dell’acqua.

Curcuma

La curcuma è una spezia nota soprattutto per le sue proprietà antifiammatorie. Un consiglio è aggiungere un pizzico di curcuma in un pochino d’acqua per creare una specie di pastella da applicare sulle gengive e lasciala agire per 5 minuti prima di risciacquare con acqua tiepida.

Camomilla

L’infuso di camomilla, può essere utilizzato per effettuare degli sciacqui un paio di volte al giorno per contrastare l’infiammazione gengivale. 

Cosa non  mangiare  

Qui di seguito vi lasciamo una lista di alimenti da evitare, secondo quanto suggerito da My Personal Trainer:

  • alimenti di difficile digestione, come intingoli, fritture ed alimenti ricchi di grassi;
  • cibi croccanti, in quanto tendono ad irritare ulteriormente le gengive già infiammate;
  • bevande zuccherate e gassate;
  • alimenti ricchi di zuccheri, come marmellate, miele e caramelle gommose. 

 

La gengivite, qualora trascurata, può sfociare in parodontite, ovvero un’infiammazione dei tessuti di sostegno del dente. Scopri nel dettaglio le cause legate all’insorgere di malattie parodontali cliccando al bottone sottostante:

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