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giornata internazionale della donna

Festa della Donna 2022: 5 donne che hanno fatto la storia

festa della donna 2022

Oggi, 8 marzo 2022, si celebra la Festa della Donna, una giornata inaugurata nel 1975 da parte delle Nazioni Unite per commemorare la uguaglianza dei diritti tra uomini e donne. Si tratta di un evento atto a ricordare tutti i progressi che si sono fatti in materia di parità tra i sessi, e anche per rivendicare la strada che ancora manca da fare per eliminare del tutto le disuguaglianze che ancora si generano tra uomini e donne in tutto il mondo. 

Insieme possiamo #breakthebias

Immaginate un mondo libero da pregiudizi, stereotipi e discriminazioni. Un mondo che è diverso, equo e inclusivo. Un mondo in cui la differenza viene percepita come un valore e viene pertanto celebrata. Insieme possiamo dar vita al sentimento di uguaglianza tra donne, rompere i pregiudizi e celebrare i successi femminili.  

Sia che si tratti di qualcosa di voluto o incosciente, i pregiudizi rendono impossibile per le donne avanzare. 

Per tale motivo, in occasione della Festa della Donna, si è creato l’hashtag #breakthebias (ovvero “rompi i pregiudizi”) con l’obiettivo di creare coscienza sugli innumerevoli ostacoli che le donne devono tuttavia combattere quotidianamente. Inoltre, per unirsi al motto, donne di diverse parti del mondo si immortalano con le braccia incrociate in segno di solidarietà.

Perché si celebra la festa della donna

L’8 marzo del 1857, numerosi operai tessili scesero in strada a New York con il motto “Pane e rosa” per protestare per le misere condizioni di lavoro, rivendicare la riduzione dell’orario e mettere fine al lavoro minorile

Tuttavia, il capitolo maggiormente cruento della storia dei diritti delle donne ebbe luogo il 25 marzo del 1911, giorno in cui si incendiò la Fabbrica Triangle di New York. Un totale di 123 donne e 23 uomini morirono mangiati dalle fiamme. La maggior parte si trattava di giovani immigrati di un’età compresa tra i 14 e i 23 anni. 

Secondo il report dei pompieri dell’epoca, i proprietari della fabbrica, che al momento dell’incendio si trovavano al decimo piano e che tenevano chiusi a chiave gli operai per paura che rubassero o facessero troppe pause, si misero in salvo e lasciarono morire le donne e gli uomini rimasti intrappolati. Il processo che seguì li assolse e l’assicurazione pagò loro 60.000 dollari per i danni subiti (corrispondenti a circa 400 dollari per ogni morto), il risarcimento alle famiglie fu di 75 dollari.

Dal momento la fabbrica occupava gli ultimi tre piani di un palazzo di dieci piani, 62 delle vittime morirono nel tentativo disperato di salvarsi lanciandosi dalle finestre dello stabile non essendoci altra via d’uscita.

Il colore viola come simbolo del movimento 

Il viola rappresenta la Giornata dedicata alla Donna, nonché il colore che si utilizza come segno di rivendicazione femminile. Fu inoltre il colore che nel 1908 veniva utilizzato dalle suffragette inglesi. Negli anni 60 e 70,  le donne socialiste lo utilizzarono come simbolo della lotta femminista e in seguito venne associato alla giornata che si celebra ogni 8 marzo. 

Donne esempio nella storia

Donne con influenza e potere hanno la capacità di trasformare una generazione intera, così come il loro equivalente maschile, ma nonostante ciò, sono spesso collocate alla fine dello spettro. 

Qui sotto vi raccontiamo in breve la storia di cinque donne, alcune molto conosciute altre meno, che ispirano, sfidano e influenzano il mondo nel quale viviamo. 

Malala Yousafzai

Fonte: Univision

Una giovane donna che sopravvive a un attentato all’età di 15 anni e che ora costituisce una delle principali rappresentanti dei diritti femminili nel Medio Oriente. Malaya Yousafzai è l’esempio perfetto di modello femminile. 

Da quando si è trasferita nel Regno Unito, ha coraggiosamente tenuto discorsi davanti alle Nazioni Unite e continua a combattere in nome di tutte le giovani donne per ottenere l’educazione che si meritano in tutti gli angoli del mondo.  

Chi è Malala: 21 anni, originaria del Pakistan, la più giovane vincitrice al mondo di un Premio Nobel; fondatrice del Malala Fund. Venne sparata alla testa dal leader dei Talebani per le sue innumerevoli azioni di appoggio alle giovani donne del Medio Oriente. L’attivismo di Malala ebbe inizio all’età di 11 anni, quando iniziò a gestire un blog anonimo raccontando com’era la vita sotto il regime talebano, il quale proibiva alle donne di ricevere un’educazione scolastica. 

Fin da adolescente, si è trasformata nella rappresentante dei diritti a livello educativo di tutte le donne del pianeta. Questa coraggiosissima sopravvissuta è oggi la fondatrice del Malala Fund, un’organizzazione non-profit che combatte per l’educazione scolastica di tutte le donne. 

Sylvia Plath

Fonte: escriturafeminista.com

Sylvia Plath non è il tipico modello femminile che ti aspetteresti di incontrare in questa lista, tuttavia consideriamo che sia stata sufficientemente coraggiosa a mostrare i suoi sentimenti più intimi e nascosti a tutto il mondo. “La campana di vetro” è un incredibile romanzo semi-autobiografico sui disturbi mentali, una tematica considerata taboo all’epoca, e la poesia di Plath continuò a risuonare anche dopo la sua morte.  

Chi è Sylvia: Viene considerata la principale rappresentante della poesia confessionale. La protagonista del libro “La campana di vetro”, Esther Greenwood, è una brillante studentessa dello Smith College, che inizia a soffrire di disturbo depressivo durante un tirocinio presso un giornale di moda newyorkese. La trama ha un parallelo nella vita di Plath, che ha trascorso un periodo presso la rivista femminile Mademoiselle, successivamente al quale, in preda a un forte stato di depressione, tentò il suicidio. Morì suicida alla giovane età di 30 anni. 

Emma Gonzalez

Dopo essere sfuggita al massacro di Parkland, che ha avuto luogo presso la Marjory Stoneman Douglas High School in Florida, Emma Gonzalez diventa una figura di attivista impegnata contro la proliferazione di armi da fuoco negli Stati Uniti. Nel corso di un programma televisivo, denunciò la facilità con cui è possibile acquisire armi semi-automatiche negli Stati Uniti. 

Gonzalez fu una delle fautrici della March of our Lives, una protesta contro la violenza derivante dalle armi e gli omicidi di massa. Grazie alle azioni perpetrate da questa giovane donna, una nuova legge riguardante il controllo delle armi è stata approvata dalla Legislazione della Florida. 

Chi è Emma: Nata in Florida nel 1999, Gonzalez ha fondato, assieme ad altri compagni di classe, Never Again MSD, che sostiene un maggiore controllo della proprietà delle armi da fuoco con leggi più severe e l’influenza politica della National Rifle Association negli Stati Uniti.

Il 24 marzo 2018, Emma González si è unita alla March for Our Lives (Marcia per le nostre vite), una protesta di massa mondiale guidata da Never Again MSD contro la violenza armata: come data era stato scelto il giorno in cui una delle vittime di Parkland, Nicholas Dworet, avrebbe compiuto 18 anni. Nell’occasione ha tenuto un discorso inframezzato da quattro minuti di completo silenzio, pari alla durata della sparatoria nella scuola. Le sue parole conclusive sono state: “Combattete per le vostre vite prima che sia il lavoro di qualcun altro!”. Il suo intervento ha ricevuto una risposta molto positiva e ampia nei media internazionali.

Maria Montessori 

Fonte: GettyImages

Quali sono i problemi che dovette affrontare una donna nata 150 anni? La risposta che sorge spontanea è la seguente: in parte si tratta degli stessi, ovvero difficoltà a entrare negli ambienti dominati da uomini, differenza dei salari, scelta tra lavoro e maternità, indipendenza economica, leadership femminile.

Maria Montessori è stata la prima a parlare di “socializzazione della funzione materna” e della necessità di introdurre l’educazione sessuale nelle scuole

Donne che devono poter lavorare, votare, che devono essere in grado di mantenersi da sole e decidere per se stesse. Proprio come Maria Montessori, che decide di ricavare del guadagno dal suo lavoro (visto che in università e come medico non era mai stata pagata ed era sempre stata mantenuta dalla pensione del padre). Montessori che era brava a raccogliere fondi, che non è disposta a impegnarsi negli Stati Uniti senza ricevere compenso. 

Chi è Maria: Nata nel 1870 a Chiaravalle, Maria Montessori è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole dell’infanzia, elementari, medie e superiori in tutto il mondo. È stata una delle prime donne a laurearsi in medicina.  Agli inizi del Novecento Montessori discuteva della necessità di far innamorare le donne della scienza. Le sue scelte formative la spronano a ripensare le scienze, fino a quel momento ad esclusivo appannaggio dell’uomo, attraverso l’apporto del pensiero femminile. Questa “donna nuova” avrebbe contribuito alla riforma di molti campi del sapere, arricchendoli con i suoi punti di vista. Avrebbe rivendicato la propria identità intellettuale e indipendenza economica, contribuendo alla diffusione del sapere scientifico

Mileva Maric 

Fonte: Mujeres Bacanas

Mileva Marić è stata una matematica e fisica serba che collaborò con Einstein allo sviluppo della sua opera scientifica, il cui apporto non venne mai e poi mai riconosciuto

La polemica sulla partecipazione o meno della Marić all’elaborazione dell’opera scientifica di Einstein rimane aperta, ma non vi è alcun dubbio sulle grandi abilità matematiche che la caratterizzavano. Mileva era una di quelle donne che avrebbe potuto ottenere il Premio Nobel, ma che il fatto di essere donna le negava la legittimità di imporsi nel mondo scientifico, dominato da menti maschili. 

Chi è Mileva: Prima moglie di Albert Einstein, Mileva fu la prima donna ad aver studiato fisica al Politecnico di Zurigo. Secondo alcuni studiosi, Mileva Marić avrebbe partecipato alla stesura dei lavori sulla teoria della relatività. 

Suo padre seppe notare la sua eccezionale intelligenza, e decise pertanto di offrirle un’educazione di gran lunga al di sopra delle altre ragazze dell’epoca. Grazie a ciò, la giovane seppe sviluppare il suo talento per le scienze matematiche. Nel 1892, suo padre fu in grado di ottenere un’autorizzazione del Ministero dell’Educazione perché Mileva potesse accedere alle conferenze di fisica riservate unicamente agli uomini. Poco dopo, nel 1986, Mileva venne accettata nella Scuola Politecnica di Zurigo, e si trasferì in Svizzera per dare inizio alla sua carriera in matematica e fisica.