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contratto di lavoro

Perché sono importanti le soft skills

soft skillsSoft skills

Le soft skills sono tutte quelle competenze trasversali  che nella vita lavorativa sono importanti quanto le competenze tecniche e professionali acquisite con l’esperienza (hard skill). Tra le più rilevanti ricordiamo la capacità di stabilire rapporti interpersonali, l’organizzazione personale e il problem solving

soft skills

Quali sono le soft skills?

Le soft skills si riferiscono alla capacità di gestione del lavoro, e includono: 

  • competenze comunicative
  • abilità di ascolto 
  • gestione del tempo
  • capacità interpersonali 
  • empatia 
  • leadership

I recruiters tendono a ricercare candidati in possesso di soft skills, competenze chiave per poter eccellere nel proprio ambiente lavorativo. Si può essere particolarmente ferrati in uno specifico ambito tecnico, ma se non si è in grado di gestire il proprio tempo o lavoro al meglio, è difficile uscirne vincitori. Nel momento in cui dobbiamo affrontare un colloquio di lavoro, ci rendiamo conto che la maggior parte delle aziende ricercano profili in possesso di alcune determinate competenze, quali la capacità di negoziazione, il decision making e che abbiano una spiccata abilità a relazionarsi all’interno dell’ambiente lavorativo. Inoltre, ci si aspetta che abbiano grandi capacità di risoluzione dei problemi e di pianificazione del flusso di lavoro. 

Insomma, si ricercano professionisti in grado di acquisire e processare correttamente le informazioni riguardanti un particolare progetto o servizio, garantendo così il successo della realtà aziendale nell’affrontare le avversità. 

Come funzionano le Soft Skills 

Le soft skills sono la chiave per poter stabilire rapporti di qualità all’interno del proprio ambiente lavorativo. Dopo tutto, quasi tutte le professioni richiedono di stabilire un minimo di rapporti interpersonali. Inoltre, i recruiter riservano particolare importanza a tali competenze in quanto considerate trasferibili, ovvero completamente indipendenti dalla professione esercitata da un individuo. 

Le soft skills sono particolarmente importanti nei lavori a contatto con il pubblico: è necessaria una buona dose di tali competenze per poter essere in grado di prestare attenzione alle necessità di un cliente e fornire lui una risposta adeguata nonché immediata a una richiesta e/o problema. 

Tipi di Soft Skills

Le soft skills possono essere suddivise nelle seguenti categorie: 

  • attributi personali
  • tratti di personalità
  • competenze comunicative 

Le soft skills sottolineano la capacità di stabilire una relazione con un altro individuo. Tra di esse troviamo: 

  1. Capacità di adattamento  
  2. Comunicazione
  3. Pensiero creativo
  4. Affidabilità
  5. Etica professionale 
  6. Lavoro di squadra
  7. Positività
  8. Gestione del tempo 
  9. Motivazione 
  10. Problem-solving 
  11. Decision making
  12. Pensiero critico
  13. Risoluzione dei conflitti

Come acquisire le soft skills

A differenze delle hard skills, che possono essere facilmente apprese tramite lo studio e la pratica, le soft skills possono essere paragonate alle emozioni e conoscenze che utilizziamo per poter “leggere” gli altri individui. Tali competenze non possono essere apprese sui banchi di scuola e difficilmente sono misurabili. 

Le soft skills si acquisiscono con l’esperienza: quanti più anni hai accumulato nel mondo del lavoro, maggiori saranno le possibilità di aver assunto una buona dose di soft skills. 

Ad esempio, se lavori nel settore del retail, è fondamentale saper trovare una soluzione ai problemi di un cliente insoddisfatto attraverso le abilità relative alla risoluzione dei conflitti e al problem-solving.  

Se sei invece appena sbarcato nel mondo del lavoro, prova a soffermarti su quelle attività che hai compiuto nel corso degli anni scolastici: è quasi certo che ti sarà stata data la possibilità di approcciarti al mondo della comunicazione, del problem solving e di sperimentare la capacità di adattamento ai cambiamenti. 

Nonostante le soft skills non possano essere facilmente apprese al pari delle abilità tecniche, è di certo possibile svilupparle e migliorarle nel tempo. Per fare ciò, è necessario far uso dell’introspezione, una tecnica alquanto complicata e scomoda se non lo si è mai fatto prima. 

Se desideri migliorare le tue soft skills o necessiti sviluppare determinate competenze per poter occupare un certo ruolo, ecco alcuni utili consigli indicati da WikiJob:

  • Auto-riflessione: per poter migliorare su questo aspetto, è necessario abbracciare i propri difetti e lavorare su di essi. Ciò non è per niente semplice; se hai difficoltà, chiedi a un amico o famigliare di aiutarti a identificare i tuoi punti di forza e debolezza. 
  • Training online: una volta identificate le aree da migliorare, cerca alcuni corsi online che potrebbero aiutarti ad acquisire quelle competenze che risulterebbero utili nel tuo ambiente lavorativo. 
  • Osservazione: osserva il comportamento di coloro che esemplificano quelle soft skills che desideri assumere.  Qualora avessi una relazione personale e/o professionale con tali individui, è consigliabile chiedere loro come procedere per raggiungere quel determinato obiettivo.
  • Pratica: tutte le soft skills possono essere migliorate con la pratica. Simula un colloquio con amici e/o familiari prima di affrontarne uno: ciò ti darà la sicurezza necessaria per portare tali abilità sul tuo luogo di lavoro.

Come dimostrare di possedere le soft skills 

Quando invii una tua candidatura, è importante riportare sul proprio CV tanto le soft skills quanto le hard skills

Prima di tutto, è necessario fare una lista delle competenze che pensi di avere e che ritieni possano essere rilevanti per eccellere in quella determinata posizione (dai un’occhiata all’offerta alla quale ti stai candidando e cerca di carpire più  informazioni possibile riguardo le competenze che è necessario possedere). In seguito, ti consigliamo di aggiungere una sezione “Soft Skills” al tuo CV. Inoltre, sarebbe bene citare tali abilità nella tua lettera di presentazione. Seleziona le soft skills più rilevanti e fornisci degli esempi a riguardo.

Ecco alcuni esempi utili: 

  • se sei un neolaureato e non hai ancora avuto modo di entrare a far parte del mondo del lavoro, è bene che inserisca nel tuo CV abilità del tipo: rispetto delle deadlines e responsabilità extra-curriculari.  
  • Se hai avuto modo di occupare una posizione che richiede uno stretto contatto con il pubblico, hai di certo avuto modo di utilizzare le tue abilità comunicative e di risoluzione dei conflitti. 
  • Nel tuo CV, il miglior modo di dimostrare le tue ottime  competenze comunicative e di attenzione ai dettagli è rileggere il testo più e più volte fino ad assicurarsi una totale assenza di errori e che risultino chiari i concetti che si vogliono esprimere. Inoltre, presta attenzione al disegno: un CV privo di sezioni, eccessivamente stravagante, con l’uso di diversi font e caratterizzato da un evidente disordine cronologico è sicuramente da evitare. 
  • Infine, ricordati di sottolineare le tue soft skills durante i colloqui. Come? Approcciandoti amichevolmente e prestando attenzione al recruiter, mantenendo sempre il contatto visivo.

 

Una delle soft skills più richieste è senza dubbio saper gestire il proprio tempo al meglio. Scopri come cliccando sul bottone sottostante:

MAGGIORI INFORMAZIONI

 

 

Intervista al professore: il mercato del lavoro secondo Jorge Abadia

Jorge_Abadia-IGJorge Abadia e il mercato del lavoro post-covid19

Onliners! Benvenuti alla nostra nuova rubrica “Intervista al professore”!!

Oggi abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Jorge Abadia Gascón, docente di giurisprudenza presso ILERNA Online Italia. Jorge ci ha condiviso il suo punto di vista sul mercato del lavoro nell’era post-Covid19.

Jorge Abadia, docente di giurisprudenza presso ILERNA Online Italia
Jorge Abadia, docente di giurisprudenza presso ILERNA Online Italia

1. Quali sono i principali cambiamenti che si osserveranno nel mercato del lavoro post-covid19?

Innanzitutto, non credo che l’emergenza Coronavirus abbia cambiato così tanto le cose, semplicemente sta accelerando dei processi che in realtà erano già in atto (come il telelavoro) o ha messo in evidenza alcune norme che è bene osservare in ambiente lavorativo (una buona igiene personale, una buona pulizia degli ambienti).

Certo è che, a seguito dell’attuale emergenza sanitaria, le aziende ricercheranno figure professionali con elevate abilità informatiche, lavoratori affidabili in grado di assumersi le proprie responsabilità e di gestire in maniera efficace il loro tempo, sia lavorativo che privato. Non sto dicendo che prima tali competenze non erano richieste, semplicemente non avevano lo stesso livello di importanza ricoperto attualmente.

2. Potresti condividere con noi i tuoi pensieri riguardo il lavoro  agile, meglio conosciuto come “Smart working”? 

In realtà, lo smart working era con noi già da tempo: la figura del capo padrone di tutto e tutti è ormai inesistente. Oggidì nelle aziende, è impossibile trovare un datore di lavoro che non abbia mai delegato una competenza, una decisione o un particolare progetto ai suoi dipendenti. Ogni lavoratore diventa leader de se stesso e così cresce anche il senso di appartenenza all’azienda.

Lo smart working ci permette di diventare padroni di noi stessi: dobbiamo imparare ad assumerci le nostre responsabilità, gestire bene la comunicazione tra i lavoratori (avere empatia con gli altri), avere un pensiero critico e imparare, con molta forza di volontà, a lavorare per obiettivi, non per attività (bisogna eliminare l’insulsa pratica del “fare atto di presenza”).

Tuttavia, ci tengo a sottolineare che non tutte le professioni possono essere svolte da casa e che lo smart working, nonostante abbia diversi vantaggi, presenta senza dubbio degli aspetti negativi, come distrazioni, la mancanza dei colleghi, la sensazione di essere prigioniero nella propria casa, ecc.

3. In un’intervista a Forbes, Bill Gates ha affermato “dubito che i viaggi di lavoro possano mai tornare. È evidente che ce ne saranno ancora, ma in minor quantità”. Lo stesso succederà per le riunioni. Secondo, lui, infatti, molte aziende inizieranno a seguire il modello delle riunioni virtuali per abbandonare a poco a poco quelle “faccia a faccia”. Quali sono i tuoi pensieri a riguardo? 

Dopo quanto affermato da Bill Gates, dubito che le mie parole possano avere lo stesso peso. Ad ogni modo, posso senza dubbio affermare che il mio pensiero si avvicina molto a quello del fondatore della Microsoft. 

Penso che le persone non abbiano più paura a comunicare attraverso uno schermo, e probabilmente questo succederà anche nei posti di lavoro. Se prima c’era bisogno del “faccia faccia”, adesso possiamo e dobbiamo fidarci di quello che vediamo attraverso il computer. Le riunioni virtuali diventeranno la regola. Non sarà più nemmeno necessario vedersi per firmare  dei documenti, grazie all’esistenza di sofisticati programmi che consentono di procedere con la firma digitale.

4. Como descriveresti in tre parole l’attuale mercato del lavoro? Perché?

Le tre parole con cui descriverei l’attuale mercato del lavoro sono crisi, dubbi e camminare.

  1. Crisi, però intesa nella sua accezione originale e positiva. Crisi deriva dal greco krino (separare, cernere, in senso più lato, discernere, giudicare, valutare) e nonostante il più delle volte la gente pensa al suo significato negativo, io preferisco sempre coglierne la sfumatura positiva, in quanto un momento di crisi, cioè di riflessione, di valutazione, di discernimento, può trasformarsi nel presupposto necessario per un miglioramento, per una rinascita, per un rifiorire in un futuro prossimo.
  2. Dubbi, perché ogni giorno è diverso e abbiamo avuto molto tempo libero per pensare al lavoro, alla nostra compagnia, alla vita in generale… I ricordi, i piani futuri, i corsi di studio che desideriamo seguire, il mestiere che voglio intraprendere, ecc. Poi i media non aiutano di certo a causa della loro tendenza a fare perno sui sentimenti della gente, che si lascia trasportare da quanto legge, sente e vede. 
  3.  Camminare: dobbiamo andare avanti e se la storia ci può insegnare qualcosa è che nonostante tutto, la vita continua. Temiamo per il nostro posto di lavoro, se riusciremo a vedere la nostra famiglia, se domani ci saranno clienti in  negozio, se avremo ancora l’opportunità di seguire un determinato percorso di studio…e nonostante tutto, ogni mattina ci alziamo e ci sforziamo di fare tutto ciò che ci siamo prefissati. Se c’è volontà, possiamo muovere montagne e affrontare tutto quello che ostacola il nostro cammino.

5. Se dovessimo condividere alcune cifre significative che rappresentano l’impatto del coronavirus sul mercato del lavoro spagnolo e italiano, quali sarebbero? 

Gli effetti economici saranno senza dubbio problematici, almeno nell’immediato. Passeremo attraverso una rilocalizzazione delle risorse economiche, una trasformazione dei processi produttivi e delle dinamiche comunicative tra colleghi. 

Detto questo, credo che ancora è molto presto per poter fare un calcolo preciso sull´impatto del coronavirus. Prima di tutto, non possiamo ancora calcolare con precisione (e nemmeno che dati utilizzare) i posti di lavoro persi, che raggiungeranno di certo delle cifre catastrofiche in quei paesi dove si vive di turismo. Secondo, siamo in attesa di ricevere gli aiuti concessi dall’Unione Europea e di verificare se le misure imposte da parte dei nostri governi hanno funzionato. Molte misure sono state prese in situazioni difficili e dobbiamo vedere se sono risultate utili oppure no. Ritengo che sia importante valutare le decisioni prese sino ad ora con spirito critico, ma rimanere uniti con l’intento di ricostruire la società nel più breve tempo possibile. Dobbiamo imparare a metterci nei panni del prossimo e comprendere che prendere decisioni di tale calibro risulta più difficile del previsto. Inoltre, dobbiamo aspettare di vedere  cosa succederà nel periodo estivo, e che comportamento assumeranno i nostri colleghi europei: in particolar modo, francesi, inglesi e tedeschi. Dobbiamo riguadagnarci la loro fiducia e assumere misure positive per il turismo, approfittando di questa situazione per ricominciare con un turismo sostenibile ed ecologico. Evitiamo il turismo di massa: dobbiamo essere consapevoli della non sostenibilità dei nostri attuali stili di vita.

6. Alcuni consigli su come far ritorno al lavoro in sicurezza?

Questa situazione sta mettendo sotto pressione diversi datori di lavoro e lavoratori, o perché hanno dovuto mettere in atto nuove procedure e pratiche in  tempo molto brevi o perché si sono visti costretti a sospendere di botto le loro attività commerciali.

Ora più che mai, la salute e la sicurezza sul lavoro offrono un supporto di tipo pratico per fare ritorno al proprio luogo di lavoro. Sarebbe un buon momento per aggiornare la nostra valutazione dei rischi e poter prendere delle misure di controllo adeguate al nostro posto di lavoro. Non tutte le misure sono applicabili a tutti gli ambienti di lavoro, ma alcuni esempi di misure generali possono essere:

  •  Svolgere soltanto il lavoro essenziale, e se è possibile fornire i servizi a distanza (ad esempio, via telefono).
  • Ridurre il più possibile il contatto fisico tra i lavoratori. Evitare il contatto fisico non significa dimenticarsi delle buone maniere: è possibile che non tutte le persone che entrano nel nostro negozio non sono a conoscenza delle norme igieniche da adottare ed è nostro compito spiegare loro como comportarsi. Portiamo pazienza e siamo educati!
  • Ridurre il contatto fisico con i clienti (distanziamento sociale)
  • Raccomandare a tutti (clienti, fornitori, colleghi) di rispettare le norme igieniche all´interno del locale.
  • Se è possibile, installare una  barriera impermeabile tra i lavoratori se si è in grado di mantenere due metri di distanza tra di loro. Questa barriera può servire anche con i clienti (nella reception)
  • Organizzare i tempi riservati alle pause pranzo in modo da ridurre il numero di persone presenti alla mensa aziendale, la sala del personale o la cucina.
  • Fornire acqua e sapone o un igienizzante mani adeguato e raccomandare ai lavoratori di lavarsi spesso le mani. Pulire gli ambienti di frequente, soprattutto le scrivanie, le maniglie delle porte, gli oggetti da lavoro e altre superfici e, se possibile, assicurare una buona ventilazione.

Infine, è di fondamentale importanza leggere informazione veritiera e della cui provenienza siate sicuri. Cerchiamo di non dare retta alle fake news che circolano su internet e si diffondono su WhatsApp alla velocità della luce. Combattiamo ciò che è falso, e diffondiamo notizie qualora siamo certi che siano fondate.  

7. Precarie, part-time, con contratti ballerini o a tempo determinato in percentuale decisamente maggiore degli uomini, credi che le lavoratrici rischiano di pagare di più le conseguenze portate dal coronavirus? 

Purtroppo, senza dubbio le donne soffriranno di più le conseguenze della pandemia. Tra i problemi che molti lavoratori si troveranno ad affrontare, il principale riguarda la gestione dei figli. In molti casi uno dei genitori sarà costretto a lasciare il suo impiego per occuparsi dei bambini, e come da tradizione, il lavoro più a rischio sarà quello delle donne.

Conciliare lavoro e figli sarà ancora più difficile. Occuparsi della famiglia significherà vedersi costretti ad abbandonare il lavoro per riuscire a far fronte  alle numerose esigenze famigliari. Spesso si tende a sacrificare il salario più basso che, nella maggior parte dei  casi, è delle donne, i soggetti economicamente più fragili (soprattutto per il gap di genere sulle retribuzioni).

Ad ogni modo, sono ottimista e penso che il coronavirus può essere uno spunto molto interessante dal quale ripartire como società per combattere la situazione attuale e sovvertire le regole che relegano il sesso femminile ai margini della catena economica e lavorativa. Tutta la società, e specialmente le donne, devono continuare a combattere per raggiungere i loro diritti. I governi devono essere all’altezza di questa lotta tramite decisioni ponderate e misure tendenti a riparare questa ingiustizia storica tra uomini e donne.

8. Infine, saresti in grado di descrivere in poche parole come sarà per te il mondo post-covid19?

Alcuni giorni fa ho parlato con un amico su ciò che ci aspetta, e abbiamo considerato due possibili strade: un mondo Covid 1984, stile “Grande Fratello (1984)” di George Orwell, dove tutto sarà controllato, perfino la libertà, per la nostra sicurezza; dall’altra parte,un mondo dove il sistema liberal-capitalista come lo conosciamo cesserà di esistere. Come dice il filosofo sloveno Slavoj  Žižek, il coronavirus può essere come la “tecnica dell’esplosione del cuore con cinque colpi delle dita” del film “Kill Bill Vol 2” per il sistema capitalista globale, e la soluzione sarebbe un nuovo pensiero globale con un potere forte degli Stati, non dei mercati, un nuovo “comunismo del secolo XXI” senza frontiere.

Io tuttavia, sono dell’idea che l’essere umano come società non impara mai nulla ed è condannato a ripetere tutti gli sbagli del passato. Come ha detto Hegel, “Tutto ciò che l’uomo ha imparato dalla storia, è che dalla storia l’uomo non ha imparato niente.” Nonostante l’impatto del virus rimarrà con noi ancora per molti anni, soprattutto le sue catastrofiche conseguenze economiche, la gente ha bisogno di amore, di ridere, di divertirsi, del contatto umano, ecc. Il virus ci fa pensare alla nostra fragilità umana, che cercavamo di nascondere dietro la tecnologia e bramando l’immortalità. Tuttavia, né siamo immortali né possiamo rimanere seduti pensando a quando giungerà la nostra ora. Abbiamo bisogno di svegliarci, sorridere, mangiare, amare, godere della buona compagnia e delle cose buone del mondo, che sono tante. L’indomani porterà un nuovo sole.

 

Per concludere, vi lasciamo un piccolo spezzone di video in cui Jorge ci spiega gli elementi che costituiscono un contratto di lavoro. Siamo certi che vi risulterà super interessante, e non vedrete l’ora d’iscrivervi al “modulo 11” del nostro Corso di igiene dentale!!

 Ci vediamo nella prossima puntata di “Intervista al professore”!!!

#BEONLINER