Con la diretta del 27 marzo abbiamo concluso il primo giro di eventi organizzato dai nostri professori.
Le professoresse Paula e Laura ci hanno parlato dell’importanza di prendere il sole, anche in questi tempi così difficili.
Iperproteggerci sempre dal sole non è così salutare come spesso ci sentiamo dire. È vero che troppo sole aumenta il rischio di tumore cutaneo, soprattutto quando siamo bambini, quando il tasso di proliferazione cellulare è più alto. È anche vero che, prendere il sole senza nessun criterio, ci fa venire rughe e macchie sul volto, ma c’è anche una parte vantaggiosa dell’esposizione solare che molte persone non conoscono.
L’unica cosa che dobbiamo fare è imparare a prendere il sole in maniera intelligente, perché il sole può avere molte funzioni positive su di noi.
Quali sono quelle funzioni?
L’esposizione alla radiazione solare è l’induttore della principale fonte di sintesi della vitamina D nel nostro organismo, a livello cutaneo. Non prendere il sole ci può portare ad una forte carenza di vitamina D.
Inoltre, è stata confermata una relazione tra la depressione e la mancanza di esposizione ai raggi solari: il sole favorisce la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore. Per i pazienti con una depressione clinica il sole non è la soluzione, ma per quei pazienti che soffrono di disordine affettivo stagionale, che si deprimono con l’arrivo del freddo e del cattivo tempo, la fototerapia può essere molto efficace.
Studi recenti hanno scoperto anche che, una parte di questa radiazione solare, è capace di penetrare nel derma, dove possiamo trovare tanti linfociti T, aumentandone il loro movimento e la produzione di sostanze antibatteriche.
E poi, l’esposizione alla radiazione solare può avere un effetto anti ipertensivo.
Ma centriamoci sulla vitamina D.
Che cosa sono le vitamine?
Le vitamine sono nutrienti essenziali, la cui assunzione è indispensabile per il nostro organismo.
Le vitamine non sono per lo più sintetizzate dall’organismo umano (a parte alcune eccezioni, come la vitamina D) ma si trovano in natura e devono quindi essere assunte regolarmente attraverso una dieta equilibrata, in quantità che variano a seconda della tipologia di vitamina.
In particolare, gli alimenti di origine vegetale sono quelli in grado di fornire maggior apporto vitaminico al nostro organismo.
Le vitamine sono contenute nei cibi, ma non esiste un cibo che le contenga tutte. Per questo un’alimentazione variata e che osservi le giuste dosi è in grado di assicurare il corretto apporto vitaminico rispetto a un’alimentazione basata su pochi e invariati cibi.
A che cosa servono le vitamine?
Le vitamine svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione di molte reazioni chimiche che avvengono nel nostro organismo e che sono fondamentali per la nostra vita. Questi micronutrienti così importanti per il nostro organismo, agiscono da coenzimi, in altre parole coadiuvano l’azione degli enzimi, i quali hanno il compito di accelerare quelle reazioni chimiche che sono fondamentali per il nostro organismo.
Alcune vitamine hanno anche funzioni antiossidanti e sono in grado di proteggere l’organismo da fattori potenzialmente nocivi per le strutture cellulari, come ad esempio i radicali liberi. Altri tipi di vitamine intervengono nella regolazione ormonale, nella crescita delle ossa, dei capelli e dei denti mentre altre sono essenziali per il buon funzionamento degli occhi e del sistema nervoso. Quindi, come abbiamo visto, le vitamine hanno diverse funzioni biochimiche.
Come si dividono le vitamine?
Le vitamine sono divise in due gruppi:
- vitamine idrosolubili, che non possono essere accumulate nel nostro corpo, per cui vanno assunte con regolarità attraverso gli alimenti. Come il gruppo B e la vitamina C, presenti nei cereali, nella frutta, nella carne e nel latte.
- vitamine liposolubili, che possono essere accumulate (vengono assorbite in particolare dalla pelle e dal fegato) e non è dunque necessario assumerle con regolarità: il corpo le conserva fino al momento in cui siano divenute necessarie, poi le rilascia a piccole dosi. In questo caso possiamo parlare di vitamine A, D, E e K. Foglie verdi, oli vegetali, fegato di animali.
Perché è così importante la vitamina D?
La vitamina D ha tanti funzioni:
- Mantiene la concentrazione di calcio intracellulare ed extracellulare stimolando il riassorbimento osseo, stimolando la differenziazione di stem cell a osteoclasti maturi, aumentando l’assunzione di calcio e fosforo a livello intestinale e aumentando la riassunzione a livello dei reni di calcio e fosforo.
- Riduce l’attività di renina e angiotensina, coinvolte nell’aumento della pressione arteriosa.
- Attua sul sistema immunitario, inducendo la differenziazione di monociti a macrofagi, aumentando il tasso di fagocitosi e aumentando la produzione di interleuchina 10, che diminuisce l’infiammazione.
La vitamina D è coinvolta nell’omeostasi calcio-fosforo dell’organismo. Il suo deficit mantenuto nel tempo, provoca rachitismo nel bambino (ritardo nella crescita e deformazione ossea e un rischio maggiore di frattura) e osteomalacia nell’adulto (diverso dall’osteoporosi: nella osteomalacia la densità minerale ossea è minore e c’è un maggior rischio di frattura, inoltre soffrono dolori generalizzati nelle ossa e debolezza muscolare).
Negli ultimi anni, tuttavia, si è osservato che la vitamina D influenza numerosi processi fisiologici, soprattutto in relazione al sistema immunitario. Così, varie malattie come il cancro, la sclerosi multipla, la malattia infiammatoria intestinale, l’ipertensione arteriosa (HTA) e la malattia cardiovascolare sono state correlate a bassi livelli di vitamina.
I depositi nel nostro organismo di questa vitamina provengono soprattutto dalla sintesi cutanea dell’ormone, indotta dalla radiazione solare.
Inoltre, proviene anche da alimenti, in particolare dagli oli di pesce. Nelle società occidentale, gli alimenti ricchi di vitamina D sono scarsamente consumati. Attualmente l’industria alimentare arricchisce il latte, la margarina, i cereali e alcune bevande con diverse quantità di questa vitamina.
Pochissimi alimenti contengono vitamina D. Gli acidi grassi del pesce marino rappresentano la fonte più ricca, il salmone è la fonte principale. Le uova, il burro, il fegato e gli altri visceri sono anche alimenti contenenti vitamina D, ma il loro consumo è limitato a causa del loro alto contenuto di colesterolo.
Il deficit di vitamina D
Può essere causato da un’esposizione insufficiente al sole, da un apporto insufficiente o da malassorbimento negli individui con alterazioni gastrointestinali o problemi al fegato, dall’incremento del metabolismo incaricato di degradare la vitamina D o dal fabbisogno in donne in stato di gravidanza o neonati, dall’aumento delle sue perdite dovute ad alcune malattie come sindrome nefrosica, dialisi, ecc.
Come evitare deficit di vitamina D?
Come già accennato precedentemente, il sole è una delle maggiori fonti di vitamina D.
Ci sono però dei fattori che influiscono sull’assunzione della vitamina: gli anziani, anche qualora si esponessero sufficientemente alla luce solare, dovrebbero tenere sotto controllo i propri livelli di vitamina D poiché la sintesi della vitamina D, sia a livello della cute, sia a livello renale si riduce con l’avanzare dell’età; la maggior parte delle protezioni solari oggi in commercio non permettono la trasformazione indotta dai raggi UV-B: utilizzare molte creme solari o coprirsi eccessivamente quando si è all’aperto è un altro modo per inibire la produzione endogena di vitamina D.
Quindi, come dobbiamo fare?
Nei mesi estivi, nelle ore dove il sole picchia meno forte, possiamo esporci senza protezione per non più di 10 minuti. Nei mesi invernali, possiamo esporci al sole qualche minuto in più.
Utilizzare sempre una buona protezione solare.
Prendere il sole in modo intelligente.
In questi giorni di quarantena, cerchiamo di prenderci 10 minuti al giorno per posizionarci in terrazza,fuori al balcone o perché no con una sedia vicino ad una finestra leggendo un buon libro. Vedrete come vi sentirete meglio!
#andratuttobene