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Igiene dentale

Gargarismi e salute orale: i migliori rimedi contro il mal di gola

gargarismoCome effetuare i gargarismi

Un rimedio contro il mal di gola? I gargarismi senza dubbio! Si tratta di un elemento importante per la tua igiene orale, in quanto aiutano a eliminare i batteri e offrono un valido supporto a mantenere una bocca sana. 

Nelle prossima righe vi spieghiamo in cosa consistono e alcuni rimedi naturali per procedere alla loro preparazione. 

Cosa sono i gargarismi? 

Si tratta di una pratica terapeutica che consente di far lenire le infiammazioni delle mucose del cavo orale, gorgogliando, nel fondo della bocca e nella gola, una soluzione acquosa di sostanze medicinali.

Il loro scopo è esercitare un’azione astringente, decongestionante, disinfettante o anestetica locale; di conseguenza, la loro composizione può variare a seconda dell’azione alla quale sono destinati. 

Il gargarismo, inteso come preparazione, comprende un veicolo liquido nel quale viene disciolta o sospesa una sostanza (o sostanze), a cui si aggiungono dei cosiddetti correttivi per migliorarne le caratteristiche organolettiche. 

Come si effettua un gargarismo 

Ecco qui gli step da seguire per realizzare dei gargarismi da 10 e lode:

  1. Prima di dare inizio alla procedura, è necessario procurarsi un bicchiere all’interno del quale riporre il liquido medicamentoso. È altamente consigliato non bere direttamente dalla bottiglia in modo tale da non lasciare eventuali batteri sulla superficie. 
  2. In seguito, riempi il bicchiere con il liquido che preferisci. Ne basta poco: nel caso in cui ritenga che non sia sufficiente, potrai aggiungerne di più successivamente. 
  3. A questo punto, dovrai bere un piccolo sorso, senza deglutire, e fare un risciacquo alla bocca. Cerca di lavare i lati e la parte anteriore del cavo orale, quelle zone della cavità orale un pò difficili da raggiungere.
  4. A questo punto, fai discendere il liquido nella gola e piega leggermente la testa all’indietro, apri la bocca e fai gorgogliare la soluzione nella gola. Se la procedura viene eseguita nel modo corretto, il liquido verrà fatto muovere dall’ugola e sembrerà che stia bollendo. 
  5. Una volta terminato il gargarismo, bisognerà espellere il liquido dalla bocca

Si consiglia di ripetere i gargarismi ogni 2 / 3 ore affinché siano efficaci. 

Rimedi naturali 

Per poter fare i gargarismi, si possono utilizzare diversi tipi di colluttori, ma è anche possibile preparare una soluzione home-made

Ecco qui alcuni esempi:

  • decotto di altea, malva, foglie di piantaggine e semi di lino per il mal di gola, la tonsillite e le irritazioni della gola.;
  • decotto di foglie di menta, semi di anice verde e timo contro l’alitosi;
  • decotto di bistorta o calendula per afte, stomatite e vescicole della bocca;
  • decotto di foglie di salvia, infiorescenza di lavanda e foglie di menta per la gengivite.

Esistono altri rimedi naturali per le infiammazioni che colpiscono il cavo orale:

  1. I gargarismi col bicarbonato sono utilissimi per bilanciare il normale pH orale.
  2. I gargarismi con aceto e  limone sono ottimi alleati contro la faringite. 
  3. I gargarismi con acqua ossigenata sono ottimi per disinfettare la cavità orale e contrastare le infiammazioni delle gengive e della gola. 

I gargarismi con acqua e sale sono efficaci?

I gargarismi con acqua e sale sono particolarmente efficaci, in quanto il sale possiede numerose proprietà antinfiammatorie e antibatteriche

Qui di seguito elenchiamo altri benefici di questa sostanza:  

  • igienizza la bocca in quanto l’acqua salata neutralizza l’acidità e crea un ambiente alcalino, ostile alla crescita di batteri e altri microbi.
  • è un potente alleato contro il mal di gola;
  • riduce l’infiammazione che causa il sanguinamento delle gengive;
  • neutralizza gli acidi prodotti dai batteri nella gola, aiutando così a mantenere il pH naturale della cavità orale;
  • è una cura efficace contro la tosse secca
  • allevia la congestione nasale;
  • previene le infezioni del tratto respiratorio superiore;
  • allevia la tonsillite;
  • è un alleato contro l’alito cattivo;
  • protegge contro il mal di denti
  • protegge e rafforza lo smalto grazie alla presenza nell’acqua salata del fluoro;
  • combatte la candidosi, un’infezione fungina causata dalla Candida che si sviluppa nella cavità orale, nella gola e nell’esofago.

Nel caso in cui non si soffrisse di mal di gola e si decidesse di utilizzare questo colluttorio naturale in maniera abituale, è consigliato farne uso non più di due/tre volte a settimana. Inoltre, ricorda di non ingerire la soluzione salina in quanto il consumo di sodio in eccesso potrebbe aumentare il rischio di patologie cardiovascolari. 


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Corona dentale, tutto quello che c’è da sapere

corona dentaleCorone dentali

La corona dentale, altrimenti definita capsula in ambito dentistico, ha lo scopo di proteggere e ricoprire il dente nella sua totalità. L’obiettivo? Ripristinare efficacemente la funzione masticatoria ed estetica del dente in questione. 

Nelle prossime righe, tratteremo nel dettaglio le caratteristiche di questo supporto protesico. 

corona dentale

Cos’è la corona dentale

La corona (altrimenti detta capsula) è un supporto protesico costituito da un cuore metallico altamente resistente e dotata di un rivestimento lucido in resina o ceramica. 

La capsula protesica ha lo scopo di ricoprire un dente gravemente danneggiato, rafforzandone la struttura e proteggendolo da inevitabili fratture. L’intervento che prevede l’inserimento della capsula sul dente viene definito “incapsulazione dentale”.

Quando ricorrere alla corona dentale

Gli specialisti consigliano ricorrere all’uso della corona dentale nei seguenti casi: 

  1. Il dente è colpito da estese carie e non può essere risanato da una semplice otturazione. 
  2. Il dente è particolarmente indebolito e si rende necessario rinforzarlo per prevenirne la caduta (a seguito ad esempio di una devitalizzazione).
  3. Il dente risulta compromesso da pulpite (infenzioni della polpa dentale).
  4. Il dente è scheggiato, rotto o seriamente lesionato.
  5. Lo smalto dentale risulta danneggiato da una patologia.

Materiali

Oggigiorno, i materiali impiegati per la realizzazione di corone dentali sono i seguenti: 

  • zirconio (la corona dentale in zirconio si compone di una struttura in zirconio e di un rivestimento esterno in ceramica. La parte in zirconio assicura sufficiente durevolezza e resistenza alla corona dentale, è perfettamente biocompatibile, anallergica, coprente, esteticamente ad altissima resa);
  • ceramica (detta anche in ceramica integrale, tutta in ceramica);
  • metallo-ceramica (una lega particolare);
  • metallo-resina;
  • resina (generalmente una corona dentale provvisoria sono realizzate in resina).

Applicazione 

L’intervento che prevede l’inserimento della corona dentale viene definito “incapsulazione dentale”

La sua applicazione si compone dei seguenti step:

  • Prima di procedere con l’incapsulazione dentale, è necessario rimuovere la corona naturale del dente danneggiato, al fine di creare lo spazio sufficiente per inserire la capsula dentale.
  • Dopo aver rimosso la corona naturale danneggiata, si esegue un’impronta dentale.
  • In seguito, verrà applicata una capsula dentale provvisoria, composta da resina acrilica. 
  • Prima di procedere con l’applicazione della capsula definitiva, al paziente viene chiesto di valutarne forma e colore
  • Una volta pronta, la capsula dev’essere testata direttamente nel paziente, in modo da poter eventualmente essere ritoccata o modificata prima di essere fissata in maniera definitiva.
  • Una volta definita secondo le necessità del paziente, la capsula potrà essere cementata nel dente.

Come curare una capsula dentale 

Come i denti naturali, le corone dentali richiedono un’accurata igiene dentale: il dente incapsulato necessita delle medesime cure di un dente naturale. 

Come indica My Personal Trainer, questi sono i passi da seguire: 

  • Lavate i denti almeno tre volte al giorno e dopo ogni singolo spuntino
  • Prestate attenzione ai dentifrici troppo aggressivi; potrebbero danneggiare lo smalto dei denti
  • Fate uso del filo interdentale almeno una volta al giorno
  • Limitate l’assunzione di caffè, e cioccolato
  • Evitate di fumare
  • Sottoponetevi a interventi di pulizia dentale professionale

In conclusione, la corona dentale presenta diverse caratteristiche in quanto a materiali adottati, necessità d’uso e colore. L’obiettivo comune? Ripristinare un’estetica dentale perfetta, assieme a una funzione masticatoria ottimale. 


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Nemici della salute orale: i 4 fantasmi da combattere a Halloween e non solo

I 4 fantasmi della salute oraleI 4 fantasmi della salute orale

Halloween è qui…che scheletri si nascondono nei vostri armadi? O meglio…in bocca! 

Tra i principali nemici (o fantasmi, per rimanere in tema Halloween) della salute orale, si nascondono senza dubbio gli zuccheri, il fumo, l’alcool e il temuto bruxismo, un fattore ereditario legato ad ansia e stress che porta a digrignare i denti. 

nemici della salute orale

Fantasma numero uno: gli zuccheri

Gli zuccheri sono sicuramente tra i principali nemici della salute dei denti, in quanto nutrono i batteri della bocca che a loro volta producono acidi che che si dissolvono e danneggiano i denti. Più zucchero si consuma, più acido è prodotto, causando le carie. 

Tra gli zuccheri più letali, troviamo il glucosio e il saccarosio, che si trovano in bevande, snack o preparati per la colazione. Un’altra abitudine da evitare è succhiare caramelle o dolciumi, in quanto aumentano sensibilmente sia la presenza che la permanenza degli acidi nelle zone più esposte. 

Da ultimo, i cibi industriali spesso nascondono una quantità elevata di zuccheri, così come i succhi di frutta, il cui consumo va limitato. 

Quali comportamenti adottare

Per evitare che gli zuccheri portino ad un’erosione dello smalto dei denti, è bene adottare i seguenti comportamenti: 

  • Alimentazione equilibrata: ridurre apporto di zucchero, incrementare assunzione di vitamine o minerali come magnesio, calcio, fosforo e fluoro. 
  • Oltre a ridurre lo zucchero, incorporare nella dieta verdure a foglia larga, che stimolano la salivazione e aiutano a pulire la bocca.
  • Assumere frutta ricca di fibre, che contengono sostanze antibatteriche capaci di ridurre i depositi di placca.
  • Sottoporsi a visite di controllo dal proprio dentista di fiducia ogni 6 mesi. 

Fantasma numero due: fumo

Il fumo ha un effetto di vasocostrittore sulle nostre gengive, in quanto rende difficile l’accesso all’afflusso di sangue e pertanto al necessario apporto di ossigeno e sostanze nutritive. Di conseguenza, ciò può portare alla retrazione del tessuto gengivale causando la parodontite.

Pertanto, i fumatori sono maggiormente soggetti alle malattie parodontali e tendono a rispondere meno favorevolmente agli interventi parodontali, poiché il tabacco rende difficile la guarigione delle gengive. Tra gli effetti più evidenti del fumo sui denti, troviamo quanto segue. 

Estetica dentale

Alcuni componenti chimici del tabacco come la nicotina e il catrame, che si dissolvono nella saliva, tendono a penetrare all’interno del dente, arrivando anche alla dentina. Di conseguenza, i denti assumono una colorazione tendente a un tono brunastro o addirittura al nero. 

Questo non è l’unico effetto estetico, poiché le nostre gengive possono anche adattarsi a un tono più pallido e persino ritrarsi, lasciando spazi tra i denti e invecchiando notevolmente il nostro sorriso.

Alitosi

Il fumo genera alitosi o peggiora tale condizione, nel caso in cui già se ne soffrisse. 

Leucoplachia

La leucoplachia o precancro orale è una lesione della mucosa orale e una delle malattie più pericolose causate dal fumo, in quanto, nel 10% dei casi, precede il cancro orale. I fumatori hanno un rischio molto più elevato di soffrirne e smettere di fumare favorisce la regressione e persino la scomparsa della malattia.

Impianti dentali

Il fumo è associato ad una maggiore perdita del supporto osseo necessario per gli impianti dentali. Ciò ha un effetto negativo sul tasso di successo del loro collocamento, che a volte può essere perso o ritirato a causa del fallimento della loro integrazione.

Cancro orale

L’80% dei casi di cancro orale si verifica in pazienti fumatori. Queste cifre agghiaccianti ci forniscono una misura delle conseguenze negative del fumo.

Fantasma numero 3: l’alcol

Le persone che hanno un disturbo da consumo di alcol tendono a sviluppare con maggiore probabilità la placca dentale, nonché a sperimentare la perdita permanente dei denti. 

Colorazione

Secondo quanto affermato dal dott. John Grbic del Columbia College of Dental Medecine, il colore nelle bevande è generato dai cromogeni, i quali si attaccano allo smalto dei denti compromesso dall’acido presente nell’alcol, macchiando di conseguenza i denti.   Un modo per aggirare questo problema è bere bevande alcoliche con una cannuccia.

A parte il contenuto di zucchero, le bevande analcoliche di colore scuro possono macchiare o scolorire i denti. Pertanto, è bene sciacquarti la bocca con acqua tra un drink e l’altro.

La birra è acida proprio come il vino. Ciò rende più probabile che i denti vengano macchiati dall’orzo scuro e dal malto presenti nelle birre più scure.

Secchezza

Il banchiere nota anche che le bevande ad alto contenuto di alcol, come gli alcolici, seccano la bocca. La saliva mantiene i denti umidi e aiuta a rimuovere placca e batteri dalla superficie del dente. Cerca di rimanere idratato bevendo acqua mentre bevi alcolici.

Altri danni

Il danno ai denti correlato all’alcol aumenta aggiungendo ghiaccio nelle bevande o agrumi alle tue bevande. Inoltre, l’American Dental Association osserva che anche una spruzzata di limone potrebbe erodere lo smalto dei denti.

Uno studio ha concluso, tuttavia, che il vino rosso uccide i batteri orali chiamati streptococchi, che sono associati alla carie. 

Fantasma numero quattro: bruxismo

Il bruxismo è un fattore ereditario legato ad ansia e stress. Molte persone tendono a digrignare i denti nel sonno e sono inconsapevoli del problema.

Il bruxismo ha diverse conseguenze, tra cui la perdita dei denti. Si tratta di una patologia semplice da individuare: se infatti ti svegli con dolore ai denti o alla mascella, fatichi ad aprire e chiudere la bocca, probabilmente durante la notte digrigni i denti. Tra tutti i nemici dei denti, il bruxismo è comunque semplice non solo da individuare ma anche da contrastare. Se proprio non riesci a gestire ansia e stress, un paradenti può limitare i danni ai tuoi denti.

Denti del giudizio: quali sono e quando estrarli

Agregar-un-titulo-2021-09-02T103528.282Denti del giudizio

I denti del giudizio sono solitamente quattro e vengono così chiamati perché solitamente compaiono tra i 18 e i 25 anni, un’età che viene definita “epoca del giudizio”. Chiamati anche ottavi o terzi molari, sono gli ultimi denti delle arcate dentarie. Talvolta, è possibile che ne compaia qualcuno in più (iperdonzia) o qualcuno in meno (ipodonzia). Quando sono più di quattro, è meglio procedere con l’estrazione dei denti del giudizio. 

denti del giudizio

Perché compaiono i denti del giudizio

I denti del giudizio sono del tutto inutili ai fini della masticazione, pertanto perché erompono? Un tempo, gli uomini primitivi erano caratterizzati da una mascella molto più grande rispetto alla nostra, in quanto dovevano masticare cibi non cotti e pertanto più duri. In seguito, con la scoperta del fuoco, i cibi si sono cominciati a cuocere e sono diventati più morbidi. Pertanto, l’evoluzione della specie umana ha portato ad aumentare le ossa del cranio per fare spazio a più materia grigia, e a diminuire il volume delle ossa mascellari. Di conseguenza, il numero dei denti molari è diminuito. 

Sintomi

Quando i denti del giudizio iniziano a erompere, i sintomi sono i seguenti: 

  1. Inizia con un lieve dolore alla gengiva.
  2. La gengiva inizia a gonfiarsi.
  3. Il gonfiore può aumentare fino a modificare il profilo del volto.

Questi sintomi possono anche essere accompagnati da febbre e mal di testa.

Rimedi naturali e farmaci per il dente del giudizio

Per controllare il dolore ai denti del giudizio, si può ricorrere a differenti farmaci antinfiammatori, quali paracetamolo o ibuprofene. Tuttavia, è meglio far uso di quest’ultimi quando la sintomatologia è molto intensa. Oltre ai comuni antinfiammatori da assumere in pillole o bustine, in commercio puoi trovare degli spray che vanno applicati nella zona dolente.

Per evitare di assumere troppi farmaci, ci sono altri accorgimenti che puoi adottare.

  • Prima di tutto, è bene evitare di spazzolare i denti in maniera troppo energica per non infiammare ulteriormente la zona.
  • Nel caso in cui l’infiammazione non sia particolarmente intensa, praticare un massaggio della zona può aiutare
  • Rimedi naturali, quali risciacqui con acqua e sale, possono aiutare a disinfettare le gengive. Inoltre, alcuni frutti o erbe possiedono proprietà lenitive ed antinfiammatorie.

Ascesso del dente del giudizio

Data la posizione anomala dei denti del giudizio, quest’ultimi sono difficilmente raggiungibili dallo spazzolino. Per tale motivo, si formano degli ascessi che devono essere curati tramite una terapia farmacologica. Per la soluzione definitiva si deve procedere, a guarigione avvenuta dell’ascesso, all’estrazione dente del giudizio.

Quando bisogna procedere con l’estrazione?

Non sempre è necessario procedere con l’estrazione dei denti del giudizio. 

Infatti, quando sono perfettamente allineati e non creano disturbi di alcun tipo, i denti del giudizio possono anche rimanere nella loro sede naturale per tutta la vita. 

Ad ogni modo, ciò che è certo, è che l’estrazione dei denti del giudizio si rivela indispensabile nelle seguenti circostanze:

  • Denti del giudizio affetti da carie o pulpiti: in questo caso, si sconsiglia vivamente di sottoporsi ad un intervento di otturazione o di devitalizzazione per correggere l’infezione, in quanto si andrebbe a salvare un dente inutile ai fini della masticazione. 
  • I denti del giudizio sono gravemente danneggiati da ascessi dentali o altre complicanze. 
  • Il dente del giudizio cresce in modo scorretto e non è allineato con gli altri denti.
  • Il mancato/incompleto sviluppo dei terzi molari può causare mal di denti e infiammazione gengivale. Inoltre, un difetto di crescita dei denti del giudizio crea una sorta di avvallamento gengivale, entro il quale i batteri possono penetrarvi, dando avvio ad una serie di danni ed infezioni che vanno via via degenerando.
  • Non trovando spazio sufficiente, un dente del giudizio parzialmente intrappolato nella gengiva spinge gli altri, provocando denti storti, difficoltà masticatorie ed affollamento dei denti.  
  • I denti del giudizio rimangono incastrati nell’osso mandibolare e non sono visibili a occhio nudo. La permanenza di questi denti nei mascellari può generare cisti che, a lungo andare, favoriscono infezioni o indeboliscono l’osso portante.
  • I denti del giudizio crescono orizzontalmente e, spingendo sui secondi molari, provocano dolore durante la masticazione. La crescita obliqua dei denti del giudizio favorisce il deposito di residui di cibo sulle fessure gengivali: anche in tal caso, i batteri avviano processi infettivi che si traducono in carie e pulpiti.
  • I denti del giudizio sono in soprannumero.
  • I denti del giudizio si scheggiano o si rompono, favorendo la penetrazione dei batteri al loro interno. 

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Impianto dentale: caratteristiche e rischi

impianto dentaleTutto quello che c'è da sapere sugli impianti dentali

L’impianto dentale consente di sostituire i denti mancanti con radici artificiali ancorate all’osso. 

Prima dell’avvento dell’implantologia dentale, il ripristino avveniva tramite protesi fissate ai denti contigui, a seguito della limatura per accogliere le corone che avrebbero sorretto il dente mancante. Quando non era possibile ricorrere a protesi fisse, si applicavano protesi mobili parziali o totali. 

Grazie alla nascita dell’implantologia, questi apparecchi vanno poco a poco scomparendo: infatti, non è più necessario coinvolgere denti intatti per sostituire i denti mancanti.

Impianto dentale

Cos’è un impianto dentale

Un impianto dentale è una piccola vite in titanio utilizzata per sostituire la radice di un dente naturale mancante

Gli impianti dentali vengono inseriti nell’osso con lo scopo di coprire lo spazio lasciato libero da uno o più denti mancanti, sia nell’arcata superiore che in quella inferiore. 

L’installazione di un impianto dentale è, a tutti gli effetti, un intervento di tipo chirurgico

Caratteristiche 

L’impianto dentale è costituito da tre differenti parti: 

  • Vite endossea (fixture): si tratta di un elemento cilindrico e filettato che, una volta inserito nell’osso mandibolare o mascellare, si integrerà nel tessuto osseo (osteointegrazione). Da ciò, dipende la solidità dell’impianto dentale.
  • Abutment (componente transmucosa): connette la vite endossea alla protesi dentaria. L’abutment costituisce la porzione a stretto contatto con la mucosa gengivale.
  • Protesi dentaria (corona artificiale): sostituisce il o i denti mancanti o estratti. Di fatto, è la parte esterna dell’impianto dentale, che ha il compito di coprire la zona priva di denti.

È importante sottolineare che le dimensioni di un impianto dentale variano a seconda della quantità di osso mascellare o mandibolare disponibile: più tessuto osseo è disponibile e maggiore è la lunghezza della vite endossea; viceversa, meno tessuto osseo c’è e minore è la lunghezza della vite endossea.

Quando ricorrervi

L’impianto dentale viene utilizzato per rimpiazzare denti mancanti o estratti quando ciò:

  • Compromette la masticazione;
  • Pregiudica la funzione fonetica;
  • Rischia di causare lo spostamento dei denti sani adiacenti;
  • Crea un disagio estetico, laddove l’assenza di uno o più denti deturpi l’estetica della bocca.

Installazione di un impianto dentale

Tecnica indolore 

In alcuni casi, è possibile inserire impianti dentali tramite una tecnica che non prevede l’incisione delle gengive ed i punti di sutura

Tale metodo studia la TAC 3D e grazie ad alcuni software, è in grado di stabilire il numero e il tipo di impianti da inserire prima di intervenire sul paziente.  

Gli impianti vengono applicati senza incidere e scollare le gengive laddove c’è l’osso individuato nell’analisi digitale preliminare della TAC. In questo modo i dolori, lividi e gonfiori post operatori sono ridotti al minimo. 

La tecnica implantare ALL ON 4 

In alcuni casi, è possibile che l’osso ci sia ma sia poco. A tal proposito, è necessario cercarlo tramite la TAC Cone Beam, software particolari, conoscenze ed esperienza. Con questa tecnica bastano 4 impianti posti dove è situato l’osso, in modo tale da poter consegnare una protesi fissa poche ore dopo l’intervento.

Quando manca l’osso cosa si può fare?

La tecnica All on 4 sopra citata è applicabile anche nel caso in cui ci sia poco osso. In tali casi, ci si avvale della tecnica degli impianti iuxtaossei, tramite la quale la protesi fissa viene ancorata ad una struttura in titanio, realizzata con la tecnica CAD-CAM.  Tale struttura a sua volta sarà avvitata sulla superficie esterna dell’osso anziché essere collocata internamente come per gli impianti endossei.

L’intervento viene eseguito in anestesia locale e pertanto non è doloroso.

Con gli impianti iuxta-ossei la protesi fissa viene applicata lo stesso giorno dell’intervento chirurgico, pertanto in poche ore si passa dalla dentiera mobile ad una dentatura fissa.

Durata e gestione

Un impianto dentale è in grado di durare dai 10 ai 15 anni senza alcun tipo di problema, a patto che il paziente presti particolare attenzione alla propria igiene orale e si sottoponga ai controlli con il dentista curante

A poter pregiudicare la durata di un impianto dentale, anche a dispetto di un’ottima gestione e pulizia, sono: 

  • protesi dentaria che comprenda un numero elevato di denti artificiali;
  • malattia parodontale che compromette la capacità dell’osso mandibolare o mascellare di sostenere la vite endossea;
  • l’osteoporosi e la radioterapia.

Rischi e complicazioni

L’installazione di un impianto dentale può generare una serie di rischi e complicanze di tipo generico, che hanno luogo a seguito di qualsiasi procedura chirurgica, o rischi e complicanze di tipo specifico, che caratterizzano l’operazione chirurgica in questione. . 

Rischi e complicanze di tipo generico

Tra i rischi e le complicanze di tipo generico, troviamo:

  • Infezioni;
  • Eccessiva perdita di sangue;
  • Gonfiore a livello di mascella o mandibola;
  • Dolore post-operatorio;
  • Allergia agli anestetici utilizzati nel corso della procedura.

Rischi e complicanze di tipo specifico

I rischi e le complicanze di tipo specifico sono distinguibili in: 

  1. rischi e complicanze a breve termine 
  2. rischi e complicanze a lungo termine.

Tra le problematiche a breve termine, si segnala soprattutto la mancata osteointegrazione della vite endossea.

Tra le problematiche a lungo termine invece, segnaliamo:

  • Gli episodi di perimplantite (processo infiammatorio che colpisce i tessuti siti attorno a un impianto dentale e che causa una perdita del supporto osseo nel quale si ha integrato);
  • La rottura della corona (o protesi dentaria);
  • L’allentamento della vite endossea;
  • La frattura della vite endossea o dell’abutment;
  • Il disallineamento dei denti, dovuto a fenomeni di riassorbimento osseo della mascella o della mandibola.

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Alimentazione equilibrata: ok a denti e abbronzatura

alimentazione equilibrata

Per ottenere un’abbronzatura intensa e uniforme è buona regola mantenere un’alimentazione equilibrata, ricca in acqua, sali minerali e vitamine. Tuttavia, pochi sanno che alcuni dei cibi che preferiamo consumare durante l’estate sono utilissimi anche per mantenere una dentatura perfetta. 

Cos’è il betacarotene? 

Il beta carotene è una sostanza in grado di stimolare la formazione di melanina e regalarci pertanto un colorito più scuro. Inoltre, tale nutriente protegge la pelle dagli effetti negativi delle radiazioni solari. 

Alcuni degli effetti positivi del betacarotene sono i seguenti:

  • forte potere antiossidante;
  • capacità di rendere più forte il sistema immunitario e proteggere quello cardiovascolare. 

Alimentazione equilibrata a base di beta carotene

Tra gli alimenti a maggior contenuto di carotenoidi, il primo posto spetta sicuramente alla carota, la quale contiene ben 1200 microgrammi di vitamina A  ogni cento grammi di prodotto. Inoltre, questo alimento svolge un ruolo fondamentale per i nostri denti, contribuendo a disperdere i batteri responsabili della generazione di placca. Di conseguenza, combatte anche l’alito cattivo

Un’altra verdura che favorisce l’abbronzatura e preserva la salute orale è il sedano, che aiuta a eliminare la placca e serve a rinforzare lo smalto

In generale, il beta carotene è presente in grandi quantità in vegetali gialli, arancioni e verdi come pesche, albicocche, meloni, broccoli e rucola. Grazie alla presenza di vitamina C e beta carotene, alimenti come le pesche gialle sono in grado di proteggere la pelle durante l’esposizione al sole, garantendo un’abbronzatura più graduale e duratura. Inoltre, essendo ricche di calcio e potassio, le pesche rappresentano un valido alleato per il rafforzamento di denti e ossa.

Un altro alimento in grado di stimolare l’abbronzatura sono le fragole, le quali contengono inoltre acido malico che agisce come astringente naturale per rimuovere la superficie macchiata dei denti.

Pesce e cibi ricchi di acidi grassi della serie omega-3 e omega-6, molto utili per via della loro attività antiossidante (fra questi ricordiamo il pesce azzurro, il salmone, le noci, le mandorle, ecc.). Per quanto riguarda altri tipi di proteine, anche carne bianca e legumi (soprattutto i fagioli) si rivelano essenziali per la struttura di denti e gengive.

Anche i frutti di bosco sono ottimi alleati nella riduzione dei depositi di placca, grazie alla loro azione antibatterica. Vegetali croccanti come mele, finocchi, e i già citati sedano e carote, oltre a frutta secca come mandorle, nocciole e noci favoriscono l’uso della dentatura ed eliminano i residui di cibo che potrebbero fermentare nel cavo orale.

E se invece soffrite di gengive gonfie o doloranti, consigliamo di optare per un succo di carota e lime o, in alternativa, ad un cocktail di melone e pesche. La presenza di vitamina C ed E aiuterà a contrastare e alleviare le infiammazioni.


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Benefici allattamento sulla salute orale

benefici allattamentoBenefici dell'allattamento al seno

In occasione della Settimana mondiale per l’Allattamento materno, da ILERNA Online Italia vogliamo ricordare i benefici dell’allattamento sulla salute orale.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altri enti sanitari raccomandano alle madri di allattare esclusivamente al seno per i primi sei mesi di vita del bambino e di continuare a nutrirlo con il proprio latte, insieme ad altri alimenti (noti come alimenti complementari), fino almeno ai due anni di età.

L’effetto protettivo dell’allattamento materno aumenta in proporzione diretta con  la sua durata. Nonostante i pregiudizi culturali della nostra società, l’allattamento materno al di là dei due anni di vita ha diversi benefici tanto per la madre che per il bambino, ed è per tale motivo che molte madri optano per ciò. 

Alcuni studi hanno collegato lo sviluppo precoce delle carie con l’allattamento prolungato ed è per tale motivo che a molte madri si consiglia di procedere con lo svezzamento precoce. Il fatto che la presenza di carie nella specie umana sia di gran lunga superiore a quella di altri mammiferi lascia pensare che ciò dipende da differenti fattori che non hanno nulla a che vedere con  il latte materno. 

Nei prossimi paragrafi, rendiamo nota la fisiopatologia delle carie e i fattori di rischio implicati, l’importanza dell’assunzione di latte materno così come la composizione ricca in elementi che favorisce la rimineralizzazione.

Come si sviluppano le carie

Le carie della prima infanzia costituiscono una patologia cronica e infettiva di natura complessa e multifattoriale. Si tratta di un processo distruttivo del dente che ha luogo in seguito alla demineralizzazione della superficie dentale. I batteri della bocca metabolizzano il glucosio depositato sul dente generando acido lattico, portando a una diminuzione del pH che, diventando acido (meno di 5,5), è il principale responsabile della demineralizzazione. 

Pertanto, per lo sviluppo delle carie, è necessario che si presentino diversi fattori: 

  • Presenza di denti: le carie non si possono generare se non ha ancora avuto luogo l’eruzione dei denti. 
  • Presenza di batteri cariogeni: il batterio maggiormente implicato nello sviluppo delle carie è lo Streptococcus mutans, che tende a colonizzare la bocca dei bambini tramite la trasmissione involontaria da parte dei genitori o di eventuali babysitter, quando si danno baci, si soffia o si prova il cibo prima di darlo al bebè. Si è dimostrato che si tratta di un fattore di alto rischio per l’apparizione di carie in bambini al di sotto dei tre anni di età, se la madre ha avuto o ha delle carie attive nel corso dell’ultimo anno. 
  • Consumare alimenti ricchi in carboidrati: gli alimenti che possiedono più di un 14% di zucchero sono ad alto rischio di carie. Diversi alimenti che vengono introdotti nella dieta infantile precocemente, quali ad esempio i cereali, contengono un’alta proporzione di zuccheri raffinati della quale non siamo coscienti. 
  • Il tempo durante il quale i batteri aderiscono al dente è fondamentale. Gli alimenti più appiccicosi che rimangono maggiormente attaccati al dente e l’assenza di un’adeguata igiene orale aumentano il rischio. 
  • Fattori individuali di predisposizione alle carie: la quantità di saliva (ridotta nel caso di alcune malattie, o con l’utilizzo di farmaci generalmente utilizzati per combattere l’asma), difetti dello smalto, un’anatomia irregolare della superficie dentale e altri circostanze individuali possono predisporre il bambino ad avere più carie. 

Propietà del latte materno

Il latte materno è un fluido di grande complessità biologica, protegge attivamente ed è di carattere immunomodulatore (ovvero si tratta di una sostanza in grado di stimolare o deprimere il sistema immunitario e può aiutare a combattere il cancro, possibili infezioni o altre patologie). Diversi elementi della sua composizione devono essere presi in considerazione nel momento in cui si valuta il suo effetto sulla salute orale

  • Fattori di difesa, che inibiscono l’accrescimento batterico. Inoltre, la microbiota del latte materno gioca un ruolo fondamentale nella battaglia tra batteri patogeni e non patogeni, che lottano per la stessa nicchia biologica. 
  • Minerali come il calcio e il fosforo e proteine come la caseina che fanno sì che il latte materno favorisca la rimineralizzazione.
  • Componenti quali l’arginina (uno dei 20 amminoacidi che fanno parte delle proteine) e l’urea che favorisce l’incremento del pH e pertanto diminuisce la demineralizzazione. 
  • Un pH adeguato (il pH del latte materno si aggira tra 7.1 e 7.7).

Tutti questi fattori e la loro azione fisiologica fanno pensare che il latte materno in sè non sia cariogeno ma tutt’altro: previene lo sviluppo delle carie. 

Relazione tra carie e allattamento al seno

Diversi studi affermano che non vi è prova scientifica in grado di dimostrare la correlazione tra allattamento prolungato e sviluppo delle carie nel corso della prima infanzia. Inoltre, non si ha prova che lo svezzamento precoce ne diminuisca il rischio. 

Un altro fattore da prendere in considerazione è che, nel corso dell’allattamento, il capezzolo è situato alla fine della bocca del bebè, nel limite tra palato duro e molle; pertanto, non tocca i denti. Inoltre, durante la suzione non nutritiva, se il capezzolo non viene tirato, il latte cessa di uscire. Anche nel caso in cui il bebè si addormenti con il capezzolo nella bocca, il latte non esce, mentre con il biberòn vi è questo rischio. 

Rischi dell’assenza di latte materno sulla salute orale

L’assenza di allattamento al seno aumenta i rischi associati alla salute orale, tra cui la funzione di suzione-deglutizione-respirazione, dal momento che non hanno sviluppato adeguatamente la muscolatura. Inoltre, interferisce sulla generazione di future funzioni orali, aumentando il rischio di deglutizione atipica, respirazione orale, disfunzione masticatoria, difficoltà nell’articolazione del linguaggio, ecc. 

I bambini che non vengono allattati al seno soffrono maggiormente di malocclusioni dentali. Tuttavia, i bambini che vengono allattati, quanto più vengono alimentati al seno, meno si succhiano il dito o ricorrono all’uso del ciuccio. Inoltre, pare che vi sia una relazione inversa tra tempo di allattamento e abitudini orali nocive, dal momento che il lattante soddisfa le sue necessità di suzione non nutritiva tramite l’allattamento al seno. Per tali motivi, promuovere l’allattamento al seno è la chiave per favorire la salute orale

In conclusione, non esiste una prova scientifica della relazione esistente tra allattamento al seno e carie. Infatti, sono stati dimostrati innumerevoli benefici sulla salute, inclusa quella orale, derivanti dall’allattamento al seno. 


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Giornata mondiale contro l’epatite e relazione con la salute orale

giornata mondiale contro l'epatiteGiornata mondiale contro l'epatite

Oggi, 28 luglio 2021, è la Giornata Mondiale contro l’Epatite, termine indicante l’infiammazione del fegato. Il claim di quest’anno? “Le epatiti non possono aspettare”.

Esistono differenti forme di epatite, le quali possono essere classificate in due gruppi:

  • epatiti infettive;
  • epatiti non infettive.
giornata mondiale contro l'epatite

Epatiti infettive

Il primo gruppo include quelle forme di epatiti causate da infezioni. Tra le più comuni, troviamo:

  • Epatite A: si trasmette attraverso il consumo di cibo o di acqua contaminate dalle feci di un individuo affetto.
  • Epatite B: si trasmette attraverso i fluidi del corpo (sangue, secrezioni vaginali e liquido seminale) da una persona infetta ad un individuo sano.
  • Epatite C:  si trasmette prevalentemente attraverso il sangue, ma è anche dovuta ai contatti sessuali non protetti.
  • Epatite D:  il contagio implica il contatto diretto col sangue infetto.
  • Epatite E: si contrae per via oro-fecale (ingestione di acqua o cibi infetti in cui sia presente materiale fecale che ospiti il virus HVE) o per contatto con il sangue.

Cause 

La principale causa delle epatiti infettive è un virus specifico identificato dalla sigla HV (Hepatitis Virus) accompagnata dalla specifica lettera dell’alfabeto.

Oltre a ciò, le epatiti appartenenti al primo gruppo possono essere causate da altri microrganismi.  Tuttavia, si tratta di epatiti abbastanza rare, che colpiscono soprattutto soggetti immunodepressi, pertanto caratterizzati da un sistema immunitario indebolito.

Infine, l’epatite può essere provocata anche dall’ingestione di sostanze tossiche (abuso di alcol, farmaci, ecc.), malattie autoimmuni e fattori metabolici (morbo di Wilson, deficit di α-1 tripsina).

Sintomi 

Tra i principali sintomi dell’epatite, riscontriamo:

  • Stanchezza estrema.
  • Malessere simil-influenzale.
  • Prurito della pelle (Epatite B).
  • Edema (Epatite B).
  • Eritema Polmonare (Epatite B).
  • Colorazione giallastra della pelle e delle sclere oculari.
  • Urine scure.
  • Feci chiare.
  • Dolore addominale, che si irradia dal fianco destro.
  • Inappetenza.
  • Dimagrimento.
  • Nausea e vomito.
  • Aspetto sofferente.
  • Emorragie spontanee.
  • Ipertensione portale.
  • Insufficienza renale.
  • Encefalopatia epatica.
  • Disturbi epatici e metabolici di vario tipo.
  • Cancro al fegato.

Relazione tra epatite e salute orale

Un’infezione virale del calibro di un’epatite porta allo sviluppo di una serie complicazioni correlate. Tra di esse, troviamo patologie legate alla salute orale. Infatti, le alterazioni del sistema immunitario causate dall’infezione e i cambiamenti nella propria dieta, stile di vita e nella composizione della saliva possono facilitare lo sviluppo ed il peggioramento di malattie orali come le parodontite. Uno studio pubblicato nel 2018 sul Journal of Immunology Research, dimostra infatti la stretta relazione fra tale patologia e l’epatite C.

A livello orale il paziente portatore del virus HCV presenta solitamente forti emorragie del tessuto gengivale. Per tale motivo, tende a non spazzolare efficacemente i denti, accumulando di conseguenza placca batterica che può evolversi in parodontite. Talvolta per la presenza di placca e tartaro sono stati riscontrati epulidi.

A queste manifestazioni si associano gli effetti collaterali dell’interferone, sostanza prodotta dalle cellule del sistema immunitario che si produce durante le prime fasi dell’infezione. Infatti, in molti casi si sviluppano mucositi, mentre in altri individui sono stati riscontrati casi di Lichen Ruber Planus orale. Il lichen si è riscontrato essere molto spesso associata all’HCV dal momento che la terapia con interferone abbattendo le difese immunitarie crea stomatopatie di tipo autoimmuni.


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Diastema dentale: cause, disturbi e trattamenti

diastema dentaleIl diastema dentale

Avete mai sentito parlare di diastema dentale? Molto probabilmente non conoscete il termine, ma sicuramente lo avrete visto in più di un’occasione. Si tratta dello spazio presente tra due o più denti che caratterizza la dentatura di alcune persone.

Vediamo assieme nel dettaglio le cause, i disturbi correlati e i possibili trattamenti.

diastema dentale

Cos’è il diastema dentale?

Il diastema dentale è un termine che sta a indicare la presenza di un solco largo e spazioso tra due denti continui, solitamente gli incisivi superiori

Si tratta di un grosso buco nero che, a seconda dei gusti, può apparire dolce o simpatico, o peggiorare l’estetica del sorriso. Nell’ultimo caso, le uniche soluzioni possibili vanno ricercate nei trattamenti correttivi di ortodonzia o negli interventi di restauro con protesi specifiche.

Vediamo dunque da che cos’è provocato il diastema, quali ripercussioni patologiche può indurre e come si può trattare.

Cause del diastema

Il diastema non costituisce un rischio per la salute orale del paziente, nonostante molte persone optino per realizzare trattamenti volti al miglioramento del proprio sorriso. Talvolta, il diastema costituisce un problema di allineamento che può correggersi tramite un trattamento di ortodonzia

Talvolta (indipendentemente dalla dimensione del solco presente tra i denti separati), sarà necessario optare per un apparecchio fisso o mobile, dal momento che i movimenti di solo un paio di denti hanno ripercussioni sul resto. Tuttavia, i risultati non sono immediati: il diastema può richiudersi dopo 6 mesi-2 anni. L’intervento di ortodonzia è più indicato per i giovani pazienti.

Se è un frenulo labiale eccessivamente grande la causa del solco, esiste un trattamento chirurgico denominato frenectomia che riduce lo spazio. Si tratta di un’operazione alquanto semplice e senza rischio alcuno per il paziente. Nei soggetti minori, la frenectomia è sufficiente per chiudere il solco tra gli incisivi, dal momento che non eserciterà più pressione sugli incisivi e i denti si svilupperanno normalmente; mentre gli adulti dovranno realizzare un trattamento di ortodonzia complementaria per chiudere il solco tra i denti.

Disturbi correlati 

Nonostante la maggior parte delle volte il diastema costituisca un disturbo prettamente estetico, la sua presenza in una dentatura permanente può costituire un potenziale danno parodontale nella zona incisiva. Infatti, l’assenza di una superficie di contatto tra due denti vicini predispone al rischio di traumi sulla papilla interdentale (causati dall’azione meccanica del cibo) e all’insorgenza di una gengivite evolutiva.

Inoltre, il diastema può essere cause delle seguenti patologie:

  • Carie: come si sa, le carie si generano a causa dell’accumulo della placca batterica tra i denti e le gengive. Quando sono presenti solchi di questo tipo, è molto più probabile che aumenti la comparsa di questi resti che danneggiano lo smalto dentale. 
  • Lesioni alle gengive.
  • Dolore:  il diastema può comportare una cattiva masticazione degli alimenti, che può avere come conseguenza forti mal di testa, dolori alla mandibola, alle orecchie e cervicale. 
  • Problemi di pronuncia: per tale motivo, nonostante il diastema sia abbastanza frequente durante l’infanzia, nel caso in cui continui nel corso della fase di sviluppo, è necessario rivolgersi a un dentista per valutare se è necessario ricorrere a un trattamento. 

Come correggerlo

Come già sottolineato varie volte in questo articolo, il diastema costituisce un disturbo prettamente estetico, ma è il dentista a dover decidere come procedere dinanzi ad un diastema.

Nel caso in cui si volesse optare per un intervento dentistico (anche in assenza di complicanze patologiche), le opzioni che consiglia My Personal Trainer sono le seguenti: 

  1. Trattamento ortodontico per allineare i denti: questo intervento consiste nell’applicazione di un apparecchio, fisso o mobile, sui denti. 
  2. Trattamento “riempitivo” con le faccette in ceramica/porcellana: questo intervento rende i denti visibilmente più grandi. Le faccette estetiche vengono fatte aderire alla superficie di due denti divisi da un diastema: aumentando di superficie, questi denti vengono perfettamente allineati, in modo da riempire il solco. 
  3. Copertura/sostituzione del dente con corone artificiali (capsule): nel caso in cui i denti che delimitano un diastema sono affetti da carie, pulpite o appartengono a una persona non più giovane, bisogna innanzitutto curare l’infezione. In seguito, sarà necessario incapsulare il dente con corone artificiali in ceramica o zirconio.  
  4. Impianti dentali: tali strategie d’intervento possono essere eseguiti esclusivamente negli adulti, soprattutto in presenza di denti cariati o profondamente infetti.
  5. Frenulectomia: si tratta di un trattamento riservato ai casi di diastema dipendenti da anomalie strutturali del frenulo gengivale. La procedura consiste nel tagliare il frenulo e ricollocare lo stesso in posizione corretta. Quando la frenulectomia viene eseguita ad un bambino, il diastema tende a richiudersi spontaneamente; nell’adulto, l’intervento dev’essere supportato dall’applicazione di un apparecchio.

Le visite periodiche dal dentista sono fondamentali per tenere sotto controllo il diastema, soprattutto nelle fasi di sviluppo degli stessi. 

Fumo e denti: conseguenze sulla salute orale

Conseguenze del fumo sulla salute oraleConseguenze del fumo sulla salute orale

In occasione della Giornata Mondiale per la lotta al fumo, che si è celebrata il 31 maggio 2021, desideriamo creare coscienza circa i danni provocati dal fumo sulla nostra salute orale

La bocca è la porta d’ingresso del fumo: da qui, esso causa diversi danni, spesso estremamente sottovalutati. Qui di seguito elenchiamo i principali. 

fumo e denti

Danni a livello dello smalto

Il fumo può causare la formazione di macchie sia su denti naturali che protesizzati e  restaurati. Inoltre, il tabacco provoca la formazione e il conseguente accumulo di tartaro sui denti.  Le superfici dentarie, rese così ruvide, richiamano altra placca, provocando l’aumento di carie e infiammazioni gengivali.

Infine, sapevi che il fumo aumenta il digrignamento notturno dei denti, favorendo l’usura delle superfici dentali? Questo fenomeno, oltre ad essere antiestetico, porta in superficie lo strato sottostante di dentina che tende a colorarsi più facilmente e in profondità.

Danni alle gengive

Il fumo diminuisce l’ossigeno presente nelle gengive, favorendo la sopravvivenza dei batteri più aggressivi presenti nella placca. Le conseguenze? Aumento della mobilità dentaria, ritiro delle gengive e precoce perdita dei denti.

Guarigione delle ferite chirurgiche

In seguito a interventi di chirurgia orale, il fumo di tabacco tende a rallentare la guarigione delle ferite. Inoltre, il fumo influenza negativamente la difese, e riduce la percentuale di ossigeno nel sangue. Pertanto, la ridotta ossigenazione dei tessuti orali altera i processi di guarigione.

Alito

Il tabacco provoca alitosi. Ciò induce il fumatore ad eccedere nel consumo di mentine e chewing-gum, che aggravano le erosioni dello smalto a causa del loro contenuto in zucchero e/o acido citrico.

Malattie delle mucose

Tra le malattie che colpiscono le mucose e che sono causate dal fumo, troviamo le seguenti: 

  • La leucoplachia è una lesione caratterizzata da macchie bianche situate su guance e lingua, a volte accompagnata da zone rosse. E’ una lesione potenzialmente maligna, ed è per tale motivo che è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio dentista di fiducia.
  • La candidosi è un’infezione fungina solitamente tipica di chi ha un sistema immunitario poco efficiente (bambini, anziani, diabetici, immunodepressi…). Si presenta con macchie bianche che risultano asportabili se spatolate. Il fumo abbassa le difese immunitarie rendendo quindi il fumatore più soggetto a varie infezioni, oltre a quella candidosica.

Tumore al cavo orale

Come è ben noto, il fumo può arrivare a causare il tumore alla bocca.

Il cancro orale include:

  • labbro;
  • lingua;
  • gengiva;
  • mucose della bocca;
  • oro-faringe (parte iniziale della gola).

La associazione tra cancro orale e tabacco è strettamente dipendente dalla dose, dalla durata dell’esposizione e dalla modalità di esposizione. Ad ogni modo, l’abbandono dell’utilizzo di tabacco si associa a una progressiva riduzione del rischio di tumore.

Pelle

Come ben noto, il fumo toglie ossigeno alla pelle. Tra gli effetti negativi del tabacco a livello epidermico, segnaliamo i seguenti:

  • pelle spenta e opaca;
  • formazione di macchie;
  • formazione di rughe soprattutto nella regione intorno alle labbra.

Conseguenze post fumo

Come indicato nei paragrafi precedenti, il tabagismo ha diversi effetti negativi. Tra questi, troviamo l’alitosi, la formazione di carie, placca batterica e tartaro, fino ad arrivare alle condizioni più gravi, di malattie delle mucose e tumori al cavo orale.

Le sostanze contenute nelle sigarette, infatti, rendono il cavo orale particolarmente soggetto alla proliferazione di batteri.

Smettere di fumare è quindi un gesto che protegge da disturbi e condizioni gravi. Tuttavia, se si è fumato molto e per molto tempo, gli effetti di questo gesto possono metterci più del previsto a manifestarsi.

L’ingiallimento dei denti e le macchie sono una condizione frequente in chi fuma o in chi è solito masticare tabacco. Pertanto, interrompere questo vizio raramente porta subito ad avere una dentatura bianca e sana. Per poter rimuovere il colore giallo dai denti e osservare una guarigione completa, occorre fare uso di appositi dentifrici, accompagnati dal giusto spazzolino e colluttorio, e , se necessario, rivolgersi a un professionista per sottoporsi a uno sbiancamento dei denti.  

Formazione macchie nere

Fra i vari tipi di macchie dentali, quelle provocate dal tabacco sono solitamente di colore giallo o nero, e risultano molto più difficili da sbiancare rispetto ad altre tipologia di macchie. 

Quello che accade mentre fumiamo è che sostanze come la nicotina e il catrame si attaccano allo smalto dei denti, e a contatto con l’ossigeno cambiano colore, compromettendo la salute e il benessere del cavo orale e del sorriso. 

Fumo e denti: come proteggerli

Proteggere i denti dal fumo è certamente possibile, ma un uso prolungato del tabacco può arrivare a comprometterne la salute generale. 

Uno dei sistemi di prevenzione più comuni consiste in una pulizia dentale quotidiana accurata

  • spazzolare i denti almeno 2 volte  al giorno;
  • utilizzare il filo interdentale;
  • fare uso del collutorio.

Per rimuovere in maniera efficace la placca dentaria, uno degli strumenti principe dell’igiene dentale è lo spazzolino elettrico. Vi siete mai chiesti quali caratteristiche debba possedere? Allora date un’occhiata al seguente link: