Please assign a menu to the primary menu location under menu

Il Blog di ILERNA Online Italia

La Formazione Professionale su misura per te

Curiosità

Come smettere di essere stanco: quello che non ti hanno mai detto

Come smettere di essere stancoCome smettere di essere stanco

Avete mai sperimentato quella stanchezza provocata dal cambio stagione? Ci svegliamo e vogliamo già tornare a letto…Strascichiamo i piedi verso l’ufficio e quella sensazione di spossatezza non se ne vuole proprio andare. Andiamo a prenderci un bel caffè, magari con un dolcetto per fare scorta di zuccheri, ma niente…Continuiamo a essere stanchi più che mai. 

Le tre parole chiave che costituiscono il punto focale su cui centrarci sono: 

  • Sonno
  • Esercizio fisico 
  • Dieta 

Nelle prossime righe, ti daremo alcuni utilissimi consigli da seguire con rigore per smettere di essere stanco.

smettere di essere stanco

Sonno

Prima di tutto, è importante cessare di assumere quantità spropositate di caffeina. Nonostante si dica che la caffeina rimane in circolo tra le 5 e le 7 ore, si tratta in realtà di una bufala. Solo la metà della quantità di caffeina che assumiamo rimane in circolo per 5-7 ore; ciò significa che l’altra metà ci mette altre 5-7 ore per essere completamente eliminata dal nostro organismo. Pertanto, il nostro consiglio è di evitare di assumere caffeina dopo mezzogiorno. In tal modo ti assicurerai di aver espulso tutta la caffeina dal corpo prima di andare a dormire.

Un altro aspetto importante è stabilizzare il proprio ritmo circadiano, ovvero quei cambiamenti fisici, mentali e comportamentali che seguono un ciclo di 24 ore. Questi processi naturali rispondono principalmente alla luce e al buio e interessano la maggior parte degli esseri viventi, compresi animali, piante e microbi. Il ritmo circadiano è infatti in parte influenzato dalla luce solare. Per tale motivo, evitate di fissare per lungo tempo qualsiasi tipo di schermo prima di andare a letto. Il cervello assocerà infatti la luce blu dello schermo con il fatto che ci troviamo di giorno. Pertanto, il nostro cervello non rilascerà la melatonina necessaria per addormentarsi.

Esercizio fisico

Adesso passiamo alla parte relativa all’esercizio fisico. Sai bene quanto psicologia e fisiologia siano strettamente connesse fra loro. Sottoporsi a costante esercizio fisico provocherà un incremento del testosterone e una  diminuzione del cortisolo (l’ormone dello stress), aumentando la fiducia in se stessi.  Inoltre, il movimento è sinonimo di maggiore energia. Se ti sottoporrai a un costante esercizio fisico, avrai una maggior base energetica da poter espandere.

Pertanto, anche se non hai tempo per fare ginnastica, puoi stimolare la tua attenzione con qualche piccolo esercizio durante la giornata. La chiave è muoversi!

Dieta

Infine, la dieta. Segui tutto il giorno una sana alimentazione. Una buona colazione è un ottimo modo per iniziare la giornata, ma devono seguire anche un pranzo e una cena nutrienti. Mangiando in modo sano, avrai più nutrimento ed energie, mentre i cibi spazzatura possono farti sentire stanco e letargico.

Inoltre, evita i cibi pesanti, ricchi di amidi, grassi e zuccheri. Quando ci sentiamo stanchi ci viene subito la tentazione di uno snack dolce. Errore grave: nel breve termine funziona, ma a lungo andare ci toglie energia. Questo accade perché i cibi che contengono molti zuccheri, ne fanno impennare velocemente i livelli nel sangue. Il corpo reagisce rilasciando molta insulina per abbassare gli zuccheri. Queste oscillazioni causano stanchezza.

Ultimo punto fondamentale è assumere acqua

In cosa consiste la medicina nucleare e a cosa serve

medicina nucleareLa medicina nucleare

La medicina nucleare è una delle branche della medicina che negli ultimi anni viene sempre più utilizzata per individuare con precisione una grande quantità di malattie. Tuttavia, il suo nome non ispira la fiducia di chi non la conosce.  Per tale motivo, nelle prossime righe spiegheremo nel dettaglio in cosa consiste, i suoi utilizzi, vantaggi e le possibili controindicazioni.

medicina nucleare

Che cos’è la medicina nucleare?

La medicina nucleare è una branca della medicina che diagnostica e tratta diverse malattie attraverso l’applicazione di radiotraccianti o radiofarmaci.  Queste sostanze sono radioattive e vengono introdotte nell’organismo in piccole quantità, tramite iniezione in vena, ingestione orale o inalazione come gas, con l’obiettivo di monitorarle dall’esterno.

Il radiofarmaco viene distribuito in tutto il corpo umano e raccolto da un dispositivo di rilevamento delle radiazioni noto come gamma camera. Una volta immagazzinate digitalmente, le informazioni vengono elaborate e si ottengono immagini funzionali e molecolari. Questi permettono di analizzare il funzionamento degli organi e dei tessuti sottoposti a scansione.

La medicina nucleare si differenzia da altre modalità diagnostiche in quanto è una tecnica non invasiva e permette di identificare diverse anomalie senza richiedere interventi chirurgici o l’introduzione di dispositivi nell’organismo.

A cosa serve la medicina nuclear?

La medicina nucleare viene utilizzata per ottenere immagini dello stato di un determinato organo, generando informazioni molto utili che aiutano a diagnosticare, nel modo più preciso possibile, anche la più piccola anomalia. Attualmente è uno dei test più efficaci, in quanto è in grado di individuare le malattie nelle loro fasi iniziali e di facilitarne il trattamento. Se si applicassero altre tecniche, probabilmente non sarebbe possibile rilevare questi cambiamenti a livello cellulare.

Le tecniche maggiormente utilizzate nella medicina nucleare 

Come già detto, le tecniche utilizzate in medicina nucleare non sono invasive. Ciò significa che, di norma, si tratta di esami completamente indolore. I test più comunemente utilizzati sono elencati di seguito:

  • Tomografia a emissione di positroni (PET).
  • Tomografia computerizzata a emissione di fotoni singoli.
  • Imaging cardiovascolare.
  • Scansioni ossee.
  • Radioterapia.

Utilizzi della medicina nucleare 

Non è raro che la grande maggioranza dei pazienti non conosca la medicina nucleare. Tuttavia, con il passare del tempo e i progressi della medicina, queste terapie basate sull’uso di sostanze radioattive sono sempre più utilizzate per malattie come il cancro, le patologie cardiache o i disturbi cerebrali. Tra i suoi usi più importanti, troviamo i seguenti:

  • Valutazione del danno cardiaco dopo un infarto.
  • Individuazione e trattamento di vari tipi di cancro (colon, polmone, linfoma, ecc.).
  • Diagnosi accurata delle malattie di tipo arterioso nei pazienti ad alto rischio.
  • Valutazione del cuore prima e dopo la chemioterapia.
  • Diagnosi ed evoluzione di malattie come la demenza e l’Alzheimer.
  • Analisi della funzione polmonare differenziale per la riduzione o il trapianto di polmone.
  • Esame delle ossa per verificare la presenza di fratture, infezioni o artrite.
  • Determinare la presenza di metastasi ossee.
  • Valutazione di anomalie cerebrali come convulsioni, perdita di memoria o blocco del flusso sanguigno.
  • Misurazione della funzione della ghiandola tiroidea per individuare l’ipertiroidismo o l’ipotiroidismo.
  • Diagnosi di un disturbo delle cellule del sangue.

Controindicazioni della medicina nucleare 

Sebbene la medicina nucleare sia considerata una tecnica non invasiva e sicura, si tratta comunque di un metodo controverso  a causa della possibile contaminazione che può derivare dall’uso di radiofarmaci. La dose totale somministrata ai pazienti è talmente bassa da non comportare alcun rischio per la salute.

Tuttavia, va anche detto che le dosi somministrate non sono uguali per tutti i pazienti, in quanto possono variare a seconda del peso o dell’organo da studiare. In alcuni casi molto limitati, possono verificarsi effetti collaterali, come ad esempio:

  • Basso rischio di radiazioni.
  • Reazioni allergiche agli isotopi radioattivi o ai radiofarmaci.
  • Lieve dolore dopo l’iniezione endovenosa.

Se la medicina nucleare è di vostro interesse, ILERNA Online Italia vi consiglia il Corso di formazione professionale in Tecniche di Radiologia Medica. Duemila ore di intenso approfondimento, interamente online e con tirocinio formativo interno. 

Igienista dentale e assistente alla poltrona: che differenze ci sono

igienista-ASO

Igienista dentale e assistente alla poltrona sono due delle figure che più comunemente incontriamo nello studio di un dentista.

Vi siete mai domandati quali siano le loro competenze professionali? Ebbene, se lo avete fatto, ma non avete saputo trovare una risposta esaustiva, ve la forniamo di seguito.

La figura dell’igienista dentale 

In Italia, l’igienista dentale è un professionista che ha ottenuto una laurea triennale in Igiene Dentale, non acquisendo un titolo medico ma di operatore sanitario. 

In Spagna, la professione di igienista dentale compare nel 1986, quando viene creato il titolo professionale di secondo grado. L’origine di questa professione risale al XIX secolo, quando il dottor Alfred Fones affermò che esistevano una serie di mansioni che potevano essere realizzate da professionisti qualificati non odontoiatri, che però potevano collaborare a stretto contatto con loro. 

Per quanto venga riconosciuto l’immaginario collettivo lo percepisca come semplice assistente di un odontoiatra, il conseguimento di tale titolo permette anche all’igienista dentale di lavorare in completa autonomia, eseguendo pulizie dei denti sui pazienti.

Percorso di studi

In Spagna, a differenza dell’Italia, per diventare igienista dentale non è necessario essere in possesso di una laurea triennale. Il titolo che abilita all’esercizio della professione rilasciato in Spagna si ottiene realizzando un corso di formazione professionale (denominato Ciclo de Formación Profesional de Grado Superior), il quale ha una durata approssimativa di due anni. I corsi comprendono 14 materie più un tirocinio formativo, a cui si può accedere una volta superato il 70% delle materie previste e che può essere svolto in una struttura privata di conoscenza In nessun caso, può trattarsi di una clinica di proprietà familiare. In caso contrario, ci occuperemo noi di ricercare una struttura disponibile.

Mansioni dell’igienista dentale 

L’igienista dentale si occupa di diverse funzioni che possono essere suddivise in queste tre aree:

  • ambito amministrativo; 
  • ambito salute pubblica;
  • ambito tecnico-assistenziale.

Per quanto concerne la prima area, la principale mansione consiste nel collaborare alla programmazione e all’organizzazione dell’agenda e alla registrazione dei dati.

In quanto alle mansioni relative all’ambito salute pubblica, possiamo citare le seguenti: 

  • Raccogliere informazioni sullo stato del cavo orale
  • Realizzare esami del cavo orale sulla popolazione.
  • Favorire l’educazione sanitaria, fornendo istruzioni sull’igiene e sulla dieta adeguata da seguire. 

Infine, per quanto riguarda le mansioni in ambito tecnico-assistenziale, troviamo quanrto segue: 

  • Prendere impronte e fare radiografie
  • Eliminare tartaro e macchie dai denti
  • Collocare e ritirare la diga di gomma.
  • Realizzare la lucidatura delle otturazioni
  • Somministrare fluoruri topici.
  • Collocare e ritirare i fili di retrazione.
  • Apporre i sigillanti con tecniche non invasive. 

La figura dell’assistente alla poltona

Diversa è invece la figura dell’assistente alla poltrona di studio odontoiatrico, conosciuta anche come ASO. Per svolgere questo lavoro non è necessario intraprendere un percorso universitario o essere in possesso di una laurea in ambito medico, ma è sufficiente avere un diploma di scuola secondaria e, spesso consigliato ma non obbligatorio, frequentare di un corso di formazione al fine di ottenere un attestato qualificante.

In Spagna, il titolo non è riconosciuto dal Ministerio de Educación, pertanto le incombenze legate a questa figura professionale vengono svolte prevalentemente  da assistenti infermieri. 

Mansioni dell’ASO

I suoi compiti principali sono: 

  • Far accomodare i pazienti
  • Preparare i materiali e conservarli.
  • Pulire, disinfettare e sterilizzare gli strumenti
  • Controllare le attrezzature e i mobili.
  • Agevolare la vista, ritrarre i tessuti molli, cambiare le apparecchiature e aspirare (lavoro a quattro mani). 

Pertanto, l’assistente alla poltrona può interagire emotivamente ed empaticamente con i pazienti, ma non ha le competenze per lavorare su di loro, neanche per eseguire pulizie dei denti o valutazioni.


Sei interessato a intraprendere un percorso di studi nel settore dell’igiene dentale? Allora dai un’occhiata al nostro piano di studi:

Tumore al seno: sintomi e prevenzione

Giornata Mondiale della Lotta contro il Tumore al SenoGiornata Mondiale della Lotta contro il Tumore al Seno

Sapevate che con circa 60.000 nuovi casi stimati per il 2022 il tumore al seno è il killer numero uno? Questo è quanto dichiara il prof. Francesco Schittulli, senologo-chirurgo oncologo e presidente della LILT, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, che tinge di rosa il mese di ottobre, dedicato alla prevenzione del carcinoma mammario

Il professore dichiara inoltre che trent’anni fa la metà delle donne con un tumore al seno operato moriva, mentre al giorno d’oggi la sopravvivenza a 10 anni si attesta all’80% circa. Il merito va agli operatori sanitari, al crescente ruolo della prevenzione secondaria grazie a diagnosi sempre più precoci, alla ricerca e anche all’impegno quotidiano della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Se diagnosticato precocemente, infatti, il cancro al seno è potenzialmente del tutto guaribile: la probabilità di guarigione per tumori che misurano meno di un centimetro è di più del 90%

Il claim della campagna Nastro Rosa di quest’anno “Prevenzione: la migliore amica di ogni donna” vuole sottolineare con forza l’importanza dei controlli periodici, dell’autopalpazione e delle indagini diagnostico-strumentali sin da giovani, con l’ambizione di raggiungere, nel giro di pochi anni, la mortalità zero per carcinoma alla mammella

tumore al seno

Cos’è il cancro al seno?

Il tumore al seno è una malattia in cui le cellule del seno si moltiplicano senza controllo. Esistono diversi tipi di cancro al seno. Il tipo di cancro al seno dipende da quali cellule del seno diventano cancerose.

Il cancro al seno può insorgere in diverse parti della mammella. Il seno è costituito da tre parti principali: lobuli, dotti e tessuto connettivo. 

  • I lobuli sono le ghiandole che producono il latte.
  • I dotti sono i tubi che portano il latte al capezzolo. 
  • Il tessuto connettivo (composto da tessuto fibroso e grasso) circonda e sostiene tutte le parti del seno. 

La maggior parte dei tumori al seno ha inizio nei dotti o nei lobuli.

Il cancro al seno può diffondersi al di fuori della mammella attraverso i vasi sanguigni e i vasi linfatici. Quando il cancro al seno si diffonde ad altre parti del corpo, si parla di metastasi.

 Tipi comuni di tumore al seno 

I tipi più comuni di cancro al seno sono:

  • Carcinoma duttale infiltrante. Le cellule cancerose hanno origine nei dotti, per poi moltiplicarsi in altri tessuti del seno. Queste cellule tumorali invasive possono anche diffondersi, o metastatizzare, in altre parti del corpo.
  • Carcinoma lobulare infiltrante. Le cellule cancerose hanno origine nei lobuli e poi si diffondono dai lobuli ai tessuti mammari vicini. Queste cellule tumorali invasive possono anche diffondersi in altre parti del corpo.

Il carcinoma duttale in situ, ovvero una condizione in cui le cellule anormali vengono rilevate al microscopio solo nel sito in cui si sono formate e non si sono ancora diffuse ai tessuti vicini, può portare a un tumore mammario infiltrante. Le cellule cancerose si trovano solo nel rivestimento dei dotti e non si sono diffuse ad altri tessuti del seno.

Sintomi del tumore al seno

Il cancro al seno può avere diversi sintomi, ma tende a manifestarsi tramite un nodulo o un’area di tessuto mammario ispessito. La maggior parte dei noduli al seno non sono cancerosi, ma è sempre meglio farli controllare da un medico.

È opportuno rivolgersi al medico di famiglia anche se si nota uno di questi sintomi:

  • cambiamento delle dimensioni o della forma di uno o di entrambi i seni;
  • perdite da uno dei due capezzoli (quali ad esempio striate di sangue);
  • un nodulo o un rigonfiamento in una delle ascelle;
  • fossette sulla pelle del seno;
  • un’eruzione cutanea sul capezzolo o intorno ad esso;
  • un cambiamento nell’aspetto del capezzolo, come se fosse infossato nel seno.

Il dolore al seno non è di solito un sintomo di cancro al seno.

Cause del tumore al seno 

Le cause del tumore al seno non sono del tutto note. Tuttavia, è noto che alcuni fattori aumentano il rischio di cancro al seno. Tra questi vi sono:

  • l’età;
  • una storia familiare di cancro al seno;
  • una precedente diagnosi di cancro al seno;
  • un nodulo al seno non canceroso (benigno);
  • altezza, sovrappeso o obesità;
  • consumo di alcolici.

Diagnosi del cancro al seno 

Dopo aver esaminato il vostro seno, il medico può decidere di indirizzarvi da uno specialista per ulteriori esami. Questi potrebbero includere uno screening mammografico (mammografia) o il prelievo di un piccolo campione di tessuto mammario da esaminare al microscopio (biopsia).

Tipi di cancro al seno 

Esistono diversi tipi di cancro al seno, che si sviluppano in parti diverse della mammella.

Il cancro al seno viene spesso suddiviso in:

  • carcinoma mammario non invasivo (carcinoma in situ) – si trova nei dotti del seno (carcinoma duttale in situ, o DCIS) che non si è diffuso nel tessuto mammario circostante i dotti. Il tumore al seno non invasivo viene solitamente riscontrato durante una mammografia e raramente si manifesta con un nodulo al seno.
  • cancro al seno invasivo – in cui le cellule cancerose si sono diffuse attraverso il rivestimento dei dotti nel tessuto mammario circostante. È il tipo più comune di cancro al seno.

Altri tipi di cancro al seno meno comuni sono:

  • carcinoma lobulare invasivo (e pre-invasivo).
  • carcinoma infiammatorio del seno.
  • malattia di Paget del capezzolo.

È possibile che il cancro al seno si diffonda ad altre parti del corpo, di solito attraverso il sangue o i linfonodi ascellari. Si tratta di piccole ghiandole linfatiche che filtrano i batteri e le cellule della ghiandola mammaria. In questo caso si parla di tumore al seno secondario o metastatico.

Screening del cancro al seno

Lo screening mammografico, che prevede l’acquisizione di immagini a raggi X del seno, è il metodo più comunemente utilizzato per individuare precocemente un’alterazione del tessuto mammario (lesione).

Tuttavia, è bene sapere che la mammografia potrebbe non rilevare alcuni tumori al seno. Inoltre, potrebbe aumentare le probabilità di sottoporsi a ulteriori esami e interventi, tra cui la chirurgia, anche se non si è affetti da cancro al seno.

Poiché il rischio di cancro al seno aumenta con l’età, tutte le donne di età compresa tra i 50 e i 70 anni sono invitate a sottoporsi a uno screening del cancro al seno ogni 3 anni. 

Trattamento del cancro al seno

Se il cancro viene individuato in una fase precoce, può essere trattato prima che si diffonda ad altre parti del corpo.

Il tumore al seno viene trattato con una combinazione di:

  • chirurgia;
  • chemioterapia;
  • radioterapia.

La chirurgia è di solito il primo tipo di trattamento, seguito da chemioterapia o radioterapia o, in alcuni casi, da trattamenti ormonali o mirati. Il tipo di intervento chirurgico e il trattamento successivo dipendono dal tipo di tumore al seno. 

In una piccola percentuale di donne, il cancro al seno viene scoperto dopo che si è diffuso in altre parti del corpo (cancro al seno metastatico). Il cancro secondario, chiamato anche cancro avanzato o metastatico, non è curabile, quindi l’obiettivo del trattamento è quello di alleviare i sintomi.

Vivere con il cancro al seno

La diagnosi di tumore al seno può influire sulla vita quotidiana in molti modi, a seconda dello stadio in cui si trova e del trattamento che si dovrà seguire.

Il modo in cui le persone affrontano la diagnosi e il trattamento varia da persona a persona. 

Le forme di sostegno possono essere:

  • la famiglia e gli amici, che possono rappresentare un potente sistema di supporto;
  • comunicare con altre persone nella stessa situazione;
  • informarsi il più possibile sulla propria condizione;
  • non cercare di fare troppo o di sforzarsi eccessivamente;
  • trovare il tempo per se stesse.

Prevenzione del tumore al seno

Poiché le cause del tumore al seno non sono del tutto note, al momento non è possibile sapere se sia possibile prevenirlo.

Se il rischio di sviluppare questa patologia è maggiore, sono disponibili alcuni trattamenti per ridurlo.

Alcuni studi hanno esaminato il legame tra il cancro al seno e la dieta. Sebbene non vi siano conclusioni certe, vi sono benefici per le donne che:

  • mantengono un peso sano;
  • fanno esercizio fisico regolare;
  • hanno un basso apporto di grassi saturi;
  • non assumono alcolici.

Inoltre, l’esercizio fisico regolare può ridurre il rischio di cancro al seno di quasi un terzo. L’esercizio fisico regolare e uno stile di vita sano possono anche migliorare le prospettive delle persone colpite da tumore al seno. 

Se siete entrate in menopausa, è particolarmente importante che cerchiate di raggiungere e mantenere un peso sano. Infatti, il sovrappeso o l’obesità provocano una maggiore produzione di estrogeni, che possono aumentare il rischio di cancro al seno.

In occasione della Giornata Mondiale della Lotta contro il Tumore al Seno, da ILERNA Online desideriamo unirci con forza alla campagna inaugurata dalla LILT, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Il rosa è molto più che un colore. Il rosa significa:

  • Prevenzione: è di fondamentale importanza ridurre i fattori di rischio.
  • Ricerca: è necessario incrementare il numero di risorse destinate allo studio di questa malattia.
  • Sostegno: bisogna apprendere ad essere empatici nei confronti di coloro che soffrono di questa tipologia di tumore.

Ecco qui il nostro augurio per voi:

Come tutelare la salute mentale: sintomi e prevenzione

salute mentaleCome tutelare la salute mentale

Il 10 ottobre 2022 è la Giornata Mondiale della Salute Mentale, una tematica che riteniamo non riceva l’attenzione che si merita. 

La malattia mentale si riferisce a un’ampia gamma di disturbi che riguardano l’umore, il pensiero e il comportamento. Alcuni esempi di malattie mentali sono la depressione, l’ansia, i disturbi alimentari e le dipendenze da alcol e droga.

Tutti noi abbiamo sperimentato problemi di salute mentale di tanto in tanto. Tuttavia un semplice disturbo si converte in malattia mentale nel momento in cui i sintomi diventano permanenti, causano stress e compromettono la capacità di funzionare normalmente.

La malattia mentale può causare problemi nella vita quotidiana, ad esempio a scuola, al lavoro o nelle relazioni che si instaurano giornalmente: si arriva a percepire la quotidianità come un muro insormontabile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi possono essere trattati con una combinazione di farmaci e terapia del dialogo (psicoterapia).

Vediamo qui di seguito alcuni sintomi tipici delle malattie mentali e come poterli trattare. 

Alcuni dati sulla salute mentale 

La malattia mentale è comune. In un dato anno, 1 adulto su 5 soffre di una malattia mentale. La malattia mentale può insorgere a qualsiasi età, dall’infanzia alla tarda età adulta, ma la maggior parte dei casi inizia prima. Secondo il Rapporto sulla salute mentale 2020, sono 728.338 le persone con problemi di salute mentale assistite dai servizi specialistici nel corso del 2020. I pazienti di sesso femminile sono il 53,6%.

Nel 2020 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale sono 253.164, di cui il 91,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita.

Sintomi delle malattie mentali

I sintomi delle malattie mentali possono variare a seconda del disturbo, delle circostanze e di altri fattori. I sintomi della malattia mentale possono avere un effetto su emozioni, pensieri e comportamenti.

Alcuni esempi?

  • Sentimenti di tristezza o scoraggiamento.
  • Pensieri confusi o ridotta capacità di concentrazione.
  • Preoccupazioni o paure eccessive o intensi sensi di colpa.
  • Sbalzi di umore continui.
  • Allontanamento dalle amicizie e dalle attività.
  • Stanchezza significativa, scarsa energia e insonnia.
  • Disconnessione dalla realtà (deliri), paranoia o allucinazioni.
  • Incapacità di affrontare i problemi o lo stress della vita quotidiana.
  • Dipendenza da alcol o droghe.
  • Cambiamenti sostanziali nelle abitudini alimentari.
  • Cambiamenti nel desiderio sessuale.
  • Rabbia, ostilità o violenza eccessive.
  • Pensieri suicidi.

Inoltre, i sintomi legati ai disturbi mentali possono avere un riflesso anche a livello fisico, come mal di stomaco, mal di schiena, mal di testa o altri dolori inspiegabili.

Come tutelare la salute mentale

In presenza di segni o sintomi di una malattia mentale, rivolgetevi al vostro medico di base o a un professionista della salute mentale. Sappiate che da soli e senza un trattamento specifico, la malattia può peggiorare nel tempo e causare gravi problemi. 

Se una persona cara mostra evidenti segni di malattia mentale, è bene mostrare apertamente le proprie preoccupazioni. Non potete di certo costringere qualcuno a rivolgersi a un professionista, ma potete offrire sostegno e incoraggiamento. Inoltre, vi consigliamo di aiutare il vostro caro a trovare un professionista della salute mentale qualificato e a richiedere un appuntamento il prima possibile.

Cause delle patologie mentali

Vi siete mai chiesti quali siano le cause delle malattie mentali? In genere si ritiene che le malattie mentali abbiano origine da una serie di fattori genetici e ambientali:

  • Attributi ereditari. La malattia mentale è più frequente nelle persone che hanno parenti consanguinei affetti da malattie mentali. Alcuni geni possono aumentare il rischio di malattia mentale e particolari situazioni di vita possono scatenarla.
  • Esposizione ambientale prima della nascita. L’esposizione a fattori di stress ambientale, malattie infiammatorie, tossine, droghe o alcol nel grembo materno può, in alcuni casi, essere associata a malattie mentali.
  • Chimica del cervello. I neurotrasmettitori sono sostanze chimiche presenti naturalmente nel cervello che mandano segnali ad altre parti del cervello e del corpo. Quando le reti neurali che contengono queste sostanze chimiche vengono interrotte, la funzione dei recettori nervosi e dei sistemi nervosi cambia, portando alla depressione e ad altri disturbi emotivi.

Fattori di rischio

Alcuni fattori possono aumentare il rischio di sviluppare una malattia mentale, tra cui i seguenti:

  • Una storia di malattia mentale in un consanguineo.
  • Situazioni di vita stressanti, come problemi finanziari, divorzio o morte di una persona cara.
  • Malattie permanenti (croniche), come il diabete.
  • Danno cerebrale a seguito di una grave lesione (lesione cerebrale traumatica).
  • Esperienze traumatiche, come combattimenti militari o crisi epilettiche.
  • Uso di alcol o droghe.
  • Storia di abuso o negligenza infantile.
  • Passato di malattie mentali.

Gli effetti della malattia mentale possono essere temporanei o di lunga durata. È anche possibile soffrire di più di un disturbo mentale allo stesso tempo. Ad esempio, si può soffrire di depressione e di un disturbo da uso di sostanze.

Prevenzione

Non c’è modo di prevenire la malattia mentale. Tuttavia, se soffrite di una malattia mentale, adottare misure per gestire lo stress, aumentare la propria resilienza e rafforzare la propria autostima può aiutare a gestirne i sintomi

Procedete in questo modo:

  • Prestate attenzione ai segnali di pericolo. Parlate con il vostro medico o terapeuta per identificare ciò che può scatenare i vostri sintomi. Preparate un piano d’azione nel caso in cui i sintomi si ripresentino. Consultate il vostro medico o terapeuta se notate cambiamenti nei vostri sintomi o nel vostro stato d’animo. Considerate la possibilità di coinvolgere la vostra famiglia o i vostri amici per osservare i segnali di pericolo.
  • Sottoponetevi a controlli sanitari di routine. Non trascurate o saltate gli appuntamenti medici con il vostro medico di base, soprattutto se non vi sentite bene. Potreste avere un nuovo problema di salute che richieda un trattamento differente.
  • Chiedete aiuto quando ne avete bisogno. La malattia mentale può essere più difficile da trattare se si lascia che i sintomi peggiorino. Un trattamento di mantenimento a lungo termine può anche aiutare a prevenire il ripresentarsi dei sintomi.
  • Prendetevi cura di voi stessi. È importante dormire a sufficienza, seguire una dieta sana e fare esercizio fisico. Cercate di mantenere un programma di attività regolare. Rivolgetevi al vostro medico di base se avete problemi a dormire o se avete domande sulla dieta e sull’attività fisica.

La salute mentale importa, e molto. Lo slogan della campagna di quest’anno è “Metti mi piace alla salute mentale. Per il diritto a crescere nel benessere“. Che la frase “vado dallo psicologo” cessi di essere un tabù. Salute! Anche la salute mentale.

Salute orale in autunno: i migliori metodi per salvaguardarla

autunnoSalute orale in autunno

Autunno e salute dentale. Vi siete mai chiesti che tipo di relazione ci sia tra questi due elementi? Il calo drastico delle temperature porta infatti con sé qualche fastidio fisico legato a cervicale ed articolazioni che incide anche sui denti. 

Rischi per denti e gengive in autunno

Come sottolineavano in uno dei nostri articoli, la stagione estiva porta a un radicale cambiamento delle proprie abitudini alimentari, con l’introduzione di gelati e bibite dolci nella propria dieta. Ciò porta a un eccessivo indebolimento delle mucose gengivali. Inoltre, l’eccessivo consumo di zuccheri e il riflusso gastrico portano all’insorgere di carie

Oltretutto la ripresa del lavoro o dello studio può facilmente provocare delle situazioni di stress che aumentano la produzione di cortisolo e adrenalina, particolarmente dannose per denti e gengive.

Come salvaguardare la salute orale durante la stagione autunnale

Con l’arrivo dell’autunno, è di fondamentale importanza far ritorno a un regime alimentare ben strutturato. Pertanto, sarà necessario limitare bevande a base di caffeina e teina e lasciare spazio a tisane da assumere prima di andare a dormire. 

L’alimentazione quotidiana andrà organizzata su cinque pasti piccoli al giorno, cercando di evitare tutti quei cibi o quelle bevande contenenti zuccheri. Si consiglia una dieta ricca di latte o di suoi derivati contenendo una grande quantità di calcio, un minerale fondamentale per la salute dei denti.

Via libera anche al salmone, un alimento contenente un’alta percentuale di vitamina D che favorisce l’assorbimento di calcio e fosforo. La frutta, in particolare i kiwi, garantirà poi un considerevole apporto vitaminico e un ricambio cellulare delle mucose che fungeranno da difesa contro infiammazioni gengivali.

Tuttavia, oltre all’alimentazione, vi sono alcuni accorgimenti che vi invitiamo a seguire per salvaguardare la vostra salute orale nel corso della stagione autunnale. 

Metodi per prendersi cura della salute dentale in autunno

La chiave per un sorriso sano è la prevenzione e la diagnosi precoce. Qui di seguito alcuni validi consigli per preparare la vostra dentatura alla stagione autunnale. 

1. Rimanere idratati

Rimanere idratati può fare miracoli per la salute orale. Poiché la saliva contribuisce a rivestire i denti di uno strato protettivo (eliminando al contempo i batteri nocivi), è indispensabile mantenere la bocca umida. Quando non si beve abbastanza acqua, la bocca può seccarsi e favorire la crescita di colonie batteriche. L’acqua contiene anche minerali che possono rafforzare i denti e contribuire al mantenimento dello smalto.

2. Evitare le bevande zuccherate 

Dallo zabaione al vino, passando per la cioccolata calda e il tè, la stagione fredda può spingere tutti a consumare queste gustose bevande. Nel corso degli anni, il premio della bevanda autunnale per eccellenza va al Pumpkin Spice Latte, diffuso in Italia dal colosso americano di Starbucks.

Oltre a evocare emozioni legate alle feste che si avvicinano con l’arrivo del freddo, tuttavia porta con sé anche molti zuccheri e tannini che possono macchiare i denti e causare l’insorgere di carie. Nel caso in cui vi venisse voglia di assaporare questa fantasmagorica bevanda, assicuratevi di lavare i denti 30 minuti dopo averla terminata per evitare sgradevoli accumuli di placca e macchie. Ad ogni modo, potete sempre richiedere una detartrasi o un trattamento sbiancante per rimuovere tutte le macchie di latte.

3. Gestire la sensibilità dentale causata dai cambiamenti climatici

La sensibilità dentale è un problema che colpisce molte persone nel corso di tutto l’anno. Per alcuni, i denti possono addirittura diventare più sensibili dopo un’otturazione o altri trattamenti dentali. Tuttavia, questa sensazione dolorosa può essere amplificata da improvvisi abbassamenti di temperatura.

Il freddo, infatti, può influire sulle terminazioni nervose dei denti e screpolare le labbra. Per far fronte a ciò, è possibile adottare misure preventive, come l’uso di un balsamo per le labbra e una visita dal dentista.

4. Evitare le caramelle di Halloween

Siete fan di Halloween? Forse voi sì, ma i vostri denti non ne saranno di certo d’accordo. 

I batteri amanti dello zucchero tendono a infestare la vostra dentatura causando l’insorgere di carie. La soluzione? Adottare uno spazzolamento adeguato, abitudini orali sane e assumere molta acqua. Ciò non significa che bisogna evitare il consumo di caramelle: un guilty pleasure è bene concederselo ogni tanto. Ad ogni modo, è bene limitarne l’assunzione. 

6. Sostituire lo spazzolino

Lo spazzolino è la vostra arma numero uno nella lotta contro i batteri e la placca. È necessario assicurarsi che lo spazzolino sia sempre in buone condizioni. Se è usurato e danneggiato, vi consigliamo vivamente di acquistarne uno nuovo.

Le setole dei vecchi spazzolini possono sfilacciarsi e ospitare colonie batteriche dannose. Cambiare lo spazzolino ogni 3 mesi può proteggere i denti e le gengive da setole sfilacciate e batteri malvagi.

7. Programmare una pulizia dentale prima delle feste

Organizzare una pulizia dentale è sempre un’ottima idea. Tuttavia, è importante far presente che qualsiasi clinica per la pulizia dei denti vicino a voi potrebbe essere intasata durante le vacanze. Per evitare lunghe liste d’attesa e ritardi, fissate un appuntamento fin da subito.

8. Optate per le gomme allo xilitolo

La gomma allo xilitolo non contiene zuccheri. Anche se ha un sapore dolce, lo xilitolo è un dolcificante di origine naturale che neutralizza il livello di pH della bocca. È inoltre in grado di donare un alito fresco e proteggere i denti dalla crescita batterica.

9. Pulizia dentale periodica

Sarà inoltre indispensabile seguire un’adeguata pulizia dei denti tramite l’utilizzo di spazzolino, dentifricio e filo interdentale. Un’importantissima accortezza aggiuntiva sarà quella di sottoporsi periodicamente ad una pulizia professionale dei denti alla quale associare una visita di controllo per una prevenzione dentale completa.

La pulizia dentale periodica, se svolta dal dentista almeno ogni sei mesi, è fondamentale perchè agisce nelle parti meno visibili evitando l’accumulo di batteri e placca che col tempo possono causare dei seri problemi dentali e gengivali.

Cibi autunnali per la salute orale

Ecco qui di seguito alcune prelibatezze autunnali che sono ottimali per salvaguardare la tua salute orale.

Le mele

L’autunno non è autunno senza una fetta di torta alle mele. La qualità fibrosa di questo frutto, infatti, aiuta a pulire la placca dai denti. Inoltre, ha un’alta densità d’acqua che aiuta anche l’idratazione.

Il formaggio

Ricco di calcio e minerali, il formaggio può rendere più forti ossa e denti. Inserendo i taglieri di formaggio nel vostro banchetto natalizio, non solo servirete un antipasto classico e delizioso, ma nutrirete anche i denti di tutti i commensali. Il formaggio aiuta a fornire minerali allo smalto e i suoi batteri “buoni” sono in grado di combattere le carie.

Mirtilli rossi

Avete mai provato la salsa ai mirtilli rossi? Ricca di sostanze nutritive come i polifenoli, aiuta a bloccare placca e batteri. Tuttavia, è leggermente acida: assicuratevi di bere un bicchiere d’acqua per neutralizzare gli acidi in bocca.

Cavolo nero

Sorprendentemente ricco di calcio, questo ortaggio a foglia verde è un ingrediente versatile, ottimo come guarnizione, insalata o piatto principale. Con i suoi minerali terrosi e la sua consistenza croccante, il cavolo riccio aiuta a rimuovere il tartaro e le particelle dai denti e a rafforzare lo smalto.

Noci

In questo periodo abbondano tutti i tipi di noci. Dalle noci pecan a quelle di macadamia, si può avere una varietà di sapori e di sostanze nutritive in grado di reintegrare i livelli di calcio dei denti.

Zucca e semi

Siete di quelli che intagliano le zucche di Halloween per dare un  tocco autunnale  alle vostre abitazioni? Come tutti sanno, una parte della preparazione delle zucche consiste nel gettare i semi. Invece di farlo, perché non utilizzare questi semi colmi di sostanze nutritive nelle vostre insalate? Ricchi di zinco, ferro e magnesio, favoriscono la guarigione delle gengive e la crescita dello smalto.


Aspirate a un salto di carriera nel settore dell’igiene dentale? Siete ancora in tempo per unirvi ai migliori della formazione professionale:

Sintomi del tumore alla prostata: effetti sulla salute dentale

sintomi del tumore alla prostataTumore alla prostata e salute orale

Il 15 settembre si celebra la Giornata Europea della Prostata, l’organo parte del sistema di riproduzione maschile e responsabile della produzione dello sperma. Il tumore della prostata è il più frequente nella popolazione maschile e ne rappresenta la seconda causa di morte.

Pensate che vi sia alcuna correlazione tra la prostata e la salute dentale? Scopriamolo assieme nelle seguenti righe.  

sintomi del tumore alla prostata

Il tumore alla prostata

Il tumore alla prostata sta a significare che le cellule cancerose si formano nei tessuti della prostata. Il cancro alla prostata ha la tendenza a crescere più lentamente rispetto alla maggior parte degli altri tumori. Un dato sorprendente indica che le alterazioni cellulari possono iniziare 10, 20 o 30 anni prima che un tumore sia sufficientemente grande da causare sintomi. Quando infatti compaiono i sintomi, il tumore può essere già in fase avanzata.

All’età di 50 anni, pochi uomini presentano sintomi di cancro alla prostata, ma possono essere presenti alcune cellule precancerose o cancerose, molte delle quali non presentano mai problemi. 

Sintomi del tumore alla prostata

Ecco qui di seguito i principali sintomi del tumore alla prostata:

  • Problemi di minzione (insieme degli atti volontari o involontari che provoca l’espulsione dell’urina dalla vescica attraverso l’uretra).
  • Minzione frequente, soprattutto di notte.
  • Flusso di urina debole o interrotto.
  • Dolore o bruciore durante la minzione.
  • Sangue nelle urine o nello sperma.
  • Eiaculazione dolorosa.
  • Dolore alla schiena, ai fianchi o al bacino.
  • Il cancro alla prostata può diffondersi ai linfonodi della pelvi o in tutto il corpo. Tende a diffondersi alle ossa, pertanto il dolore osseo può essere un sintomo di cancro alla prostata avanzato.

L’incidenza del tumore alla prostata aumenta con l’età e gioca un ruolo molto importante la familiarità; tuttavia, una sua diagnosi prima dei 50 anni è molto rara.

Nonostante il carcinoma prostatico sia nel nostro Paese il tumore più diffuso nella popolazione maschile e rappresenti il 18,5% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo, 8 Italiani su 10 non hanno mai eseguito una visita urologica. Meno del 5% dei ragazzi sotto i 20 anni ha eseguito una visita urologica contro il 60% delle loro coetanee.

Relazione tra prostata e salute dentale 

La nostra salute orale è strettamente legata ad altri tipi di malattie più spesso di quanto si pensi. Prendersi cura delle gengive è un compito fondamentale da non trascurare, perché delle gengive sane sono sinonimo di buona salute in generale. Evitare i disturbi gengivali è essenziale per la prevenzione di carie, gengiviti e altri tipi di malattie orali, ma sapevate che esiste anche una relazione tra prostata e salute dentale? Mantenere i denti in buone condizioni può anche migliorare le malattie che colpiscono la prostata.

Anche se può sembrare che non abbiano nulla a che fare l’una con l’altra, alcuni studi sostengono che il trattamento della parodontite, o malattia delle gengive, potrebbe ridurre i sintomi della malattia della prostata. Secondo la rivista Dentistry Today, le malattie gengivali potrebbero rendere difficile la minzione, con effetti negativi sulla prostata.

Gli studi condotti sulla relazione tra queste malattie hanno preso in considerazione pazienti con entrambe le patologie, ai quali è stato somministrato un trattamento per le malattie gengivali. Dopo otto settimane sono stati analizzati i risultati e si è concluso che i pazienti trattati hanno mostrato un miglioramento della malattia parodontale, ma anche degli esami del sangue e gli uomini con il più alto livello di infiammazione della prostata hanno tratto i maggiori benefici dal trattamento parodontale.

Alla luce dei risultati, il trattamento parodontale sembra essere una buona opzione da incorporare nel protocollo di trattamento della malattia maschile, contribuendo a migliorare la salute della prostata e dei denti.

Come si trattano i disturbi gengivali?

I disturbi gengivali possono essere trattati in modo semplice seguendo queste linee guida:

  • Migliorare l’igiene orale.
  • Pulizia accurata della placca batterica dalle gengive. Valutazione dello stato parodontale.
  • Controllo della placca e dei batteri sotto la gengiva (detartrasi).
  • Nei casi avanzati, piccoli interventi chirurgici alle gengive.

Sole e ossa: effetti e benefici

sole e ossaBenefici del sole sulle ossa

Il sole costituisce un autentico carburante naturale. Tra i diversi benefici, ricordiamo quelli sulle ossa, quali la prevenzione di malattie dell’apparato scheletrico (quali il rachitismo nei bambini e l’osteoporosi negli adulti). 

Tuttavia, se in passato si tendeva ad abusare dell’esposizione ai raggi UV, perché il desiderio di esibire un colore ambrato era predominante rispetto ai buoni propositi di protezione, oggi sappiamo bene che godere dei benefici del sole significa esporsi in modo graduale, proteggendo la pelle con solari efficaci.

sole e ossa

L’effetto del sole sulle ossa

Quando ci esponiamo al sole, la luce solare è in grado di stimolare  nel nostro organismo la sintesi di calciferolo, un precursore della vitamina D che poi viene metabolizzato, prima a livello epatico e poi a livello renale, per produrre la forma attiva della vitamina. Tra le sue funzioni, una delle più importanti è aiutare il calcio a fissarsi nelle ossa. Per tale motivo, per una corretta mineralizzazione di ossa (e denti), è importante seguire anche una dieta varia e ricca di latticini e derivati, le principali fonti di calcio presenti nella nostra alimentazione.

Quanto esporsi al sole fa bene alle ossa

Per fare il pieno di vitamina D, per quanto tempo e come dobbiamo esporci al sole? Il consiglio degli esperti è di rimanere al sole a braccia scoperte per 15 minuti al giorno. Meglio alla mattina presto o il pomeriggio tardi, utilizzando una crema con un fattore di protezione molto basso o anche nulla. 

In autunno e in inverno il tempo va raddoppiato: mezz’ora e possibilmente intorno a mezzogiorno quando si raggiunge la migliore inclinazione dei raggi solari (meglio alla mattina presto o il pomeriggio tardi). 

Tieni presente, inoltre, che dopo i 65 anni, i livelli di vitamina D nell’organismo si abbassano fisiologicamente, quindi è il caso di avere maggiori attenzioni verso l’esposizione al sole per salvaguardare la salute delle ossa, che vanno incontro al rischio fragilità, osteopenia e osteoporosi.

Benefici del sole

Ma quali sono i benefici del sole? Eccone elencati alcuni qui di seguito.

Stimola la produzione di vitamina D

In assenza di vitamina D, il calcio non non può essere assorbito da parte dell’intestino e messo a disposizione delle ossa, rafforzandole e rendendole più resistenti. Oltre a ricavarne una parte dal cibo, il corpo sintetizza questa sostanza proprio grazie all’esposizione ai raggi solari. Inoltre, la vitamina D può essere assunta anche attraverso la dieta, consumando alimenti che ne sono ricchi, quali uova, latte, aringhe, sgombri e l’olio di fegato di merluzzo.

Tuttavia, l’azione dei raggi ultravioletti, quando la lunghezza d’onda della radiazione è tale da avere una buona intensità, è superiore a quella che si può introdurre attraverso l’alimentazione. 

Favorisce la produzione di melanina

La melanina è il pigmento scuro che comunemente chiamiamo abbronzatura e che, oltre a donare un piacevole effetto estetico, protegge la pelle dai rischi dell’esposizione solare. La melanina, infatti, esercita una funzione foto-protettiva in risposta ai raggi ultravioletti.

Cura dermatite atopica e psoriasi 

Il sole svolge una funzione disinfettante e antifiammatoria, ed è pertanto in grado di contrastare i sintomi della dermatite atopica e della psoriasi. L’esposizione al sole, infatti, è in grado di garantire un’azione battericida e la conseguente riduzione dello stato infiammatorio della pelle. Inoltre, grazie alla sintesi della vitamina D, svolge un’azione antipsoriasica e diminuisce la rapidità di crescita delle cellule

Allevia i dolori muscolari e articolari

Il sole favorisce il rilassamento muscolare e la mobilità del corpo. Inoltre, lenisce il dolore alle ossa e alle articolazioni

Migliora la qualità del sonno

Sapevate che il sole influenza positivamente il metabolismo e produce neurotrasmettitori fondamentali per il ritmo sonno veglia? Infatti, a seguito di una giornata al mare, si incentiva la produzione di melatonina notturna, si regolarizza l’equilibrio ormonale e le fasi di sonno-veglia. 

Combatte depressione e stress

Il sole è in grado di esercitare effetti positivi sull’umore, stimolando la produzione di serotonine e liberando le endorfine. 

Previene l’osteoporosi 

Il deficit di vitamina D riguarda una grossa percentuale della popolazione italiana. Questa carenza si traduce in un aumentato rischio per la salute delle ossa e infatti l’osteoporosi è una malattia che in Italia colpisce milioni di persone. Facendo cultura sull’esposizione al sole e la vitamina D, i benefici in termini di qualità di vita dei pazienti possono essere alti, così come i costi sociali sensibilmente abbattuti.

Mese internazionale del sarcoma: cause e trattamento

sarcomaMese internazionale del sarcoma

Luglio è il mese internazionale del sarcoma, un tumore raro che colpisce meno di 6 persone su 100 mila l’anno.

Il sarcoma è un tipo di tumore che può svilupparsi  in diverse parti del corpo. Sarcoma deriva da una parola greca che significa “crescimento della carne”, ed è un termine generico che indica un amplio gruppo di tipologie di tumore che si originano nelle ossa o nei tessuti connettivi (anche detti tessuti molli) del corpo umano. 

Il sarcoma dei tessuti molli si forma nei tessuti che connettono, sostengono e ricoprono altre strutture corporee. Comprendono i muscoli, il grasso corporeo, i vasi sanguigni, i nervi, i tendini e il rivestimento delle articolazioni.  

Al giorno d’oggi, esistono più di 70 tipi di sarcoma. Il trattamento per il sarcoma varia a seconda del tipo di sarcoma, localizzazione e altri fattori.  

mese internazionale del sarcoma

Alcuni esempi? 

Ecco qui gli esempi di sarcoma più comuni:

  • L’angiosarcoma, che si forma a partire delle cellule di un vaso sanguigno o linfatico.
  • Il fibrosarcoma dei fibroblasti.
  • Il leiomiosarcoma della cellula di un tessuto del muscolo liscio.
  • Il liposarcoma del tessuto adiposo.
  • Il rabdomiosarcoma del tessuto muscolare scheletrico.
  • Il tumore dello stroma gastrointestinale, che si origina nell’apparato digestivo.
  • Il sarcoma di Kaposi della pelle, intestino o membrane mucose.
  • Tra i sarcomi ossei, troviamo l’osteosarcoma, il condrosarcoma e il sarcome di Ewing.  

Sintomi

I sintomi del sarcoma comprendono:

  • Una protuberanza che si sente sotto pelle, che può essere dolorosa o meno. 
  • Dolore alle ossa.
  • La frattura inaspettata di un osso, dopo una lesione minore o senza lesione alcuna. 
  • Dolore addominale.
  • Perdita di peso.

Cause

Purtroppo non risulta chiaro quali siano le cause della maggior parte dei sarcomi.

Generalmente, il cancro si forma quando avvengono delle modifiche (mutazioni) nel DNA delle cellule. Il DNA all’interno di una cellula è formato da un grande numero di geni individuali, ciascuno dei quali contiene un gruppo di istruzioni che indica alla cellula che funzioni compiere, come crescere e dividersi. 

Le mutazioni possono indicare alle cellule che crescano e si dividano in maniera incontrollata, e che continuino a vivere quando le cellule normali muoiono. Se ciò succede, l’accumulo di cellule anormali possono formare un tumore. Le cellule possono propagarsi (metastatizzare) ad altre parti del corpo. 

Fattori di rischio

I fattori che possono aumentare il rischio di soffrire di sarcoma sono i seguenti: 

  • Sindromi ereditate. Alcune sindromi che aumentano il rischio di sviluppare tumori possono essere trasmesse di padre in figlio. Alcuni esempi  che aumentano il rischio di sarcoma includono il retinoblastoma familiare e la neurofibromatosi tipo 1. 
  • Radioterapia contro il cancro. Il trattamento radiologico per il cancro aumenta il rischio di sviluppare il sarcoma più avanti. 
  • Infiammazione cronica (linfedema). Il linfedema è un’infiammazione causata da un accumulo di liquido linfatico che si produce quando il sistema linfatico risulta bloccato o danneggiato. Inoltre, aumenta il rischio di soffrire di una patologia di sarcome definito angiosarcoma. 
  • Esposizione a sostanze chimiche. Certe sostanze chimiche, come alcuni prodotti chimici industriali ed erbicidi, possono aumentare il rischio di sarcoma che colpisce il fegato.
  • Esposizione a virus. Il virus chiamato virus dell’herpes umano 8 può aumentare il rischio di soffrire di un tipo di sarcoma chiamato sarcoma di Kaposi in persone dotate di sistemi immunitari debilitati.

Si può prevenire?

Sfortunatamente, per questa tipologia di tumore non esistono programmi di prevenzione. Se hai avuto un caso di sarcoma in famiglia, puoi accedere a prove genetiche per rilevare possibili sindromi ereditarie che predispongono allo sviluppo di questa tipologia di neoplasia. 

Qual’è il trattamento?

Il trattamento del sarcoma richiede la collaborazione tra differenti specialisti, vista la posizione in cui si sviluppa questo tipo di neoplasia. Il trattamento chirurgico è la prima opzione in caso di tumori localizzati; ha l’obiettivo principale di estirpare radicalmente il tumore assieme ai tessuti adiacenti. Infatti, il rischio che il tumore attacchi i tessuti circostanti e origini metastasi è particolarmente alto in caso di sarcoma.   

La radioterapia aiuta a ridurre la grandezza del sarcoma prima dell’intervento chirurgico; una volta terminata l’operazione, la radioterapia è indicata nelle forme più aggressive di sarcoma per ridurre il rischio di recidiva. La chemioterapia si usa in presenza di metastasi.

Alimenti per ossa: cosa introdurre nella propria dieta quotidiana

Alimenti per ossaAlimenti per ossa

Vi siete mai chiesti perché le ossa siano così importanti per il nostro corpo? Le ossa sono fondamentali perché non solo ci permettono di muoverci, ma anche perché proteggono gli organi interni da possibili lesioni in cui potrebbero incorrere. 

Per questo è necessario introdurre nella propria dieta quotidiana alcuni alimenti che, se consumati con regolarità, fanno bene alle nostre ossa. 

Nelle prossime righe, vi forniremo un elenco di tutti quegli alimenti che costituiscono un vero e proprio toccasana per le nostre ossa. 

Ossa: caratteristiche e patologie

Le ossa sono una forma di tessuto connettivo che ha una principale funzione di sostegno. Il corpo umano è costituito da 212 ossa, connesse tra loro a formare delle articolazioni. 

Le ossa sono composte principalmente da minerali come calcio e fosforo, cartilagine, nervi, vasi sanguigni e cellule come gli osteoblasti, responsabili dello sviluppo dell’osso, e gli osteoclasti, che, invece, sono coinvolti nel riassorbimento osseo.

Con l’avanzare dell’età, la densità minerale ossea diminuisce gradualmente, in maniera fisiologica. Quando questa diventa inferiore ai livelli di normalità parliamo di osteopenia, che può sfociare in osteoporosi. Dobbiamo considerare anche altri fattori esterni come il tabacco e l’alcool, che aumentano la possibilità di soffrire di questa malattia; si deve tener conto del fatto che una frattura iniziale aumenta il rischio di soffrirne in futuro.

  Per prevenire queste patologie che colpiscono le ossa, è importante prestare attenzione all’alimentazione, garantendo un corretto apporto di micronutrienti come calcio, fosforo, vitamina K e vitamina D, oltre che mantenere uno stile di vita attivo. Gli alimenti sconsigliati in caso di rischio di osteoporosi sono quelli eccessivamente ricchi di fosforo e sodio (come carne rossa e cibi industriali); alimenti ricchi di ossalati (come cioccolato, caffè e tè), che riducono l’assorbimento del calcio a livello intestinale.

Alimenti per ossa

Ecco alcuni alimenti che, qualora vengano consumati con regolarità, fanno bene alle nostre  ossa: 

1- Acqua

È risaputo che nell’organismo umano l’acqua è il costituente presente in maggiore quantità. Infatti, è coinvolta in tutti i processi fisiologici, tra cui la respirazione e la digestione, e agisce come lubrificante con funzione di ammortizzatore nelle articolazioni. Risulta dunque fondamentale per evitare stress e infiammazione delle ossa. Inoltre l’acqua rappresenta una delle principali fonti di calcio. Pertanto, prediligere l’assunzione di acqua ricca di minerali può essere un ottimo modo per garantire un corretto apporto di questo micronutriente, fondamentale per la salute delle ossa.

2- Latte e latticini

Il calcio è il minerale più abbondante nel nostro corpo ed è fondamentale per l’organismo, poiché partecipa a molte funzioni, tra le quali il funzionamento dei muscoli ed è necessario per la salute delle ossa e dei denti. I latticini sono tra le principali fonti di calcio, tuttavia, bisogna prestare attenzione al contenuto di grassi saturi. È preferibile prediligere latte e formaggi magri, come yogurt o ricotta. 

3- Pesce

Il pesce azzurro (sardina, sgombro) e i pesci grassi (salmone) sono ricchi di calcio e vitamina D oltre che di componenti utili come gli acidi grassi omega-3.

4- Legumi

I legumi dovrebbero far parte della nostra nutrizione in maggior misura: contengono calcio e proteine in buona quantità e sono utili anche per la salute delle ossa.

5- Mandorle  

Grazie al loro apporto di calcio e potassio, le mandorle contribuiscono al mantenimento di ossa sane e forti.

6- Agrumi e fichi

Arance e limoni contengono vitamina C, utile per la sintesi di proteine strutturali come il collagene (presente anche nelle ossa) e calcio in buone quantità.

I fichi rappresentano il frutto più ricco di calcio, e contengono considerevoli quantità di potassio e magnesio, minerali altrettanto importanti per mantenere in salute le ossa. I fichi secchi, in particolare, essendo disidratati, presentano una maggiore concentrazione di tali nutrienti.

7- Avocado 

L’avocado è ricco di vitamina K ed è fondamentale per la salute delle ossa, in quanto favorisce l’assorbimento di calcio e ne riduce la perdita tramite le urine. 

8- Broccoli

I broccoli sono un’ottima fonte di nutrienti importanti per l’accrescimento e il mantenimento della salute delle ossa. Tra questi troviamo calcio, fosforo, zinco, vitamina A, vitamina C e vitamina K. 

9- Spinaci 

Anche gli spinaci sono ricchi di micronutrienti fondamentali per le nostre ossa, tra cui calcio, vitamina C e vitamina K. Inoltre, sono tra i vegetali più ricchi di ferro, il cui assorbimento è favorito dalla vitamina C.