Please assign a menu to the primary menu location under menu

Il Blog di ILERNA Online Italia

La Formazione Professionale su misura per te

Attualità

Come smettere di essere stanco: quello che non ti hanno mai detto

Come smettere di essere stancoCome smettere di essere stanco

Avete mai sperimentato quella stanchezza provocata dal cambio stagione? Ci svegliamo e vogliamo già tornare a letto…Strascichiamo i piedi verso l’ufficio e quella sensazione di spossatezza non se ne vuole proprio andare. Andiamo a prenderci un bel caffè, magari con un dolcetto per fare scorta di zuccheri, ma niente…Continuiamo a essere stanchi più che mai. 

Le tre parole chiave che costituiscono il punto focale su cui centrarci sono: 

  • Sonno
  • Esercizio fisico 
  • Dieta 

Nelle prossime righe, ti daremo alcuni utilissimi consigli da seguire con rigore per smettere di essere stanco.

smettere di essere stanco

Sonno

Prima di tutto, è importante cessare di assumere quantità spropositate di caffeina. Nonostante si dica che la caffeina rimane in circolo tra le 5 e le 7 ore, si tratta in realtà di una bufala. Solo la metà della quantità di caffeina che assumiamo rimane in circolo per 5-7 ore; ciò significa che l’altra metà ci mette altre 5-7 ore per essere completamente eliminata dal nostro organismo. Pertanto, il nostro consiglio è di evitare di assumere caffeina dopo mezzogiorno. In tal modo ti assicurerai di aver espulso tutta la caffeina dal corpo prima di andare a dormire.

Un altro aspetto importante è stabilizzare il proprio ritmo circadiano, ovvero quei cambiamenti fisici, mentali e comportamentali che seguono un ciclo di 24 ore. Questi processi naturali rispondono principalmente alla luce e al buio e interessano la maggior parte degli esseri viventi, compresi animali, piante e microbi. Il ritmo circadiano è infatti in parte influenzato dalla luce solare. Per tale motivo, evitate di fissare per lungo tempo qualsiasi tipo di schermo prima di andare a letto. Il cervello assocerà infatti la luce blu dello schermo con il fatto che ci troviamo di giorno. Pertanto, il nostro cervello non rilascerà la melatonina necessaria per addormentarsi.

Esercizio fisico

Adesso passiamo alla parte relativa all’esercizio fisico. Sai bene quanto psicologia e fisiologia siano strettamente connesse fra loro. Sottoporsi a costante esercizio fisico provocherà un incremento del testosterone e una  diminuzione del cortisolo (l’ormone dello stress), aumentando la fiducia in se stessi.  Inoltre, il movimento è sinonimo di maggiore energia. Se ti sottoporrai a un costante esercizio fisico, avrai una maggior base energetica da poter espandere.

Pertanto, anche se non hai tempo per fare ginnastica, puoi stimolare la tua attenzione con qualche piccolo esercizio durante la giornata. La chiave è muoversi!

Dieta

Infine, la dieta. Segui tutto il giorno una sana alimentazione. Una buona colazione è un ottimo modo per iniziare la giornata, ma devono seguire anche un pranzo e una cena nutrienti. Mangiando in modo sano, avrai più nutrimento ed energie, mentre i cibi spazzatura possono farti sentire stanco e letargico.

Inoltre, evita i cibi pesanti, ricchi di amidi, grassi e zuccheri. Quando ci sentiamo stanchi ci viene subito la tentazione di uno snack dolce. Errore grave: nel breve termine funziona, ma a lungo andare ci toglie energia. Questo accade perché i cibi che contengono molti zuccheri, ne fanno impennare velocemente i livelli nel sangue. Il corpo reagisce rilasciando molta insulina per abbassare gli zuccheri. Queste oscillazioni causano stanchezza.

Ultimo punto fondamentale è assumere acqua

Giornata Mondiale della Radiologia: vantaggi e procedure di diagnostico

Giornata Mondiale della Radologia MedicaGiornata Mondiale della Radologia Medica

Sapevate che l’8 novembre è la Giornata Mondiale della Radiologia? Si tratta infatti dell’anniversario della scoperta delle radiazioni X da parte di Wilhelm Conrad Roentgen nel 1895. 

È un’occasione per mettere in risalto il ruolo della radiologia nel migliorare la cura della persona assistita, evidenziando l’importanza dei professionisti di area radiologica all’interno del contesto sanitario.

In questo articolo, vedremo che cosa si intende per radiologia medica, i principali vantaggi e alcune procedure di diagnosi radiologica.

I professionisti della radiologia

Tale team è costituito da un medico radiologo e da un tecnico sanitario di radiologia medica. Ma qual’è la differenza tra queste due figure? 

Il tecnico radiologo fa parte degli operatori sanitari dell’area tecnico-diagnostica. La sua specializzazione consiste nel saper utilizzare i macchinari a radiazioni, energia termica, ultrasuoni e risonanza magnetica. Non può lavorare da solo, ma collabora con il medico di riferimento, agendo secondo le sue indicazioni.

Il radiologo è un medico chirurgo a tutti gli effetti, specializzato in radiologia. Quindi, per svolgere questo lavoro è necessaria la laurea in Medicina: un percorso di studi che offre una preparazione più specializzata rispetto a quella del tecnico radiologo. 

Radiologia digitale: l’innovazione del settore

Fino a poco tempo fa si usava la pellicola per vedere l’esito della radiografia tradizionale e bisognava attendere lo sviluppo delle immagini. Se poi il risultato era insoddisfacente, il paziente doveva ripetere l’esame una seconda volta . 

Le moderne tecniche di radiologia digitale hanno di certo segnato il passaggio ad una nuova era. Oggi l’immagine viene acquisita, trasmessa al computer e riprodotta in modo chiaro e preciso e in tempo reale sullo schermo. 

Vantaggi della radiologia digitale 

Oggigiorno, grazie ai progressi compiuti all’inizio del secolo scorso, è possibile effettuare la radiografia in formato digitale, che elimina il bisogno della pellicola e consente di gestire liberamente le immagini da un computer.

 Ecco alcuni dei vantaggi derivanti dall’utilizzo dei sistemi digitali: 

  • Immagini di qualità superiore

Le macchine radiografiche digitali offrono una qualità d’immagine superiore perché il software integrato permette di manipolare i fattori che determinano la nitidezza della visualizzazione, come lo zoom, il contrasto, la luminosità e gli istogrammi.

Inoltre, gli utenti possono memorizzare le immagini diagnostiche su un computer e accedervi da lì, consentendo un miglioramento della visualizzazione fino al 70%. In questo modo, gli specialisti possono essere di gran lunga più sicuri nella valutazione dei pazienti.

  • Maggiore precisione

Grazie all’elevata qualità delle immagini offerte dalle apparecchiature di radiologia digitale, è stato dimostrato che offrono una maggiore precisione nella rilevazione di alcune patologie, come il cancro al seno. Questa piccola differenza può essere cruciale nel fornire una diagnosi tempestiva e salvavita.

  • Sicurezza del paziente

Con le apparecchiature radiografiche digitali, i pazienti sono esposti a una percentuale di radiazioni molto inferiore rispetto alle apparecchiature convenzionali; in particolare, l’incidenza delle radiazioni ionizzanti è ridotta del 50-80%. Questo perché l’elevata precisione e nitidezza delle apparecchiature odierne non richiede esami così rigorosi o più di un’esposizione per ottenere un’immagine adeguata per la diagnosi.

  • Ottimizzazione dei tempi e dei costi

Grazie all’elevata nitidezza delle immagini offerta dalle apparecchiature radiologiche digitali, gli operatori non dovranno eseguire esami così impegnativi sui pazienti. Al contrario, saranno in grado di avere risultati affidabili in tempi più brevi, facilitando il processo, riducendo i tempi e offrendo un servizio sanitario migliore grazie a diagnosi tempestive per i pazienti.

Inoltre, poiché questi nuovi sistemi non necessitano di pellicole per funzionare, si ridurranno i costi e gli sprechi di materiale. Pertanto, investire in apparecchiature digitali non è solo una decisione intelligente, ma anche una questione di sostenibili

Procedure di radiologia diagnostica

Esistono diversi metodi per ottenere immagini che aiutano a individuare, diagnosticare o monitorare le condizioni mediche. Tra questi vi sono:

Raggi X

I raggi X o le radiografie semplici vengono spesso eseguiti per esaminare le ossa, il torace o l’addome. Con i raggi X, le strutture più dense, come le ossa, appaiono bianche (opache), mentre le aree piene d’aria (come i polmoni) appaiono nere. La maggior parte delle strutture del corpo presenta una sfumatura di grigio tra queste due.

Le radiografie possono essere utilizzate da sole per diagnosticare condizioni come fratture, alcune polmoniti o un’ostruzione intestinale. Ma spesso sono necessari ulteriori studi di imaging.

Ad esempio, le radiografie del torace possono talvolta identificare un tumore al polmone. Alcune fratture (come le fratture da stress) possono essere viste solo con la risonanza magnetica.

L’area del corpo da studiare può porre dei limiti all’efficacia dei raggi X. Nelle regioni in cui diverse strutture si sovrappongono (ad esempio, la clavicola, il cuore e il polmone sul lato sinistro del torace), è meno probabile che un’anomalia sia visibile rispetto a una radiografia dell’avambraccio.

Le tecniche radiografiche specializzate possono essere utilizzate per individuare particolari condizioni. Ad esempio, la mammografia digitale è una tecnica radiografica che utilizza radiazioni a basso dosaggio per rilevare il cancro al seno, mentre le radiografie panoramiche sono utilizzate per rilevare le malattie dentali.

Tomografia computerizzata (TC)

La tomografia assiale computerizzata (TAC o TC) utilizza una serie di raggi X e un computer per produrre un’immagine trasversale dell’interno del corpo. La TAC fornisce maggiori dettagli rispetto a una radiografia e può definire meglio le aree in cui i tessuti si sovrappongono. La TAC è in grado di rilevare anomalie più piccole rispetto a quelle riscontrabili con una radiografia convenzionale.

L’uso di coloranti di contrasto per la TC può migliorare ulteriormente la visualizzazione in alcune aree, come il tratto digestivo. In alcune situazioni, procedure TC come l’angiografia TC possono fornire informazioni che altrimenti richiederebbero una procedura più invasiva.

Risonanza magnetica (RM)

La risonanza magnetica utilizza forti campi magnetici e onde radio per produrre immagini dell’interno del corpo. Mentre la TC è spesso un metodo migliore per valutare le ossa e i vasi sanguigni, la RM è spesso un esame migliore per valutare i tessuti molli, come il cervello, il midollo spinale, i nervi, i muscoli, i tendini e il tessuto mammario.

Per quanto riguarda i disturbi del cervello, del midollo spinale e dei nervi periferici, la risonanza magnetica ha permesso agli operatori sanitari di diagnosticare condizioni che in passato potevano essere solo ipotizzate clinicamente (es. la sclerosi multipla).

Ad eccezione della PET/CT, la maggior parte delle tecniche di imaging sono strutturali ma non funzionali. Ciò significa che rivelano la struttura di un’area del corpo ma forniscono informazioni sulla funzione.

Come nel caso della TC, per definire meglio le regioni sottoposte a scansione viene spesso utilizzato il contrasto. La tecnologia della risonanza magnetica può anche essere utilizzata come alternativa a procedure più invasive, come l’angiografia a risonanza magnetica (MRA).

Un vantaggio della risonanza magnetica è che non utilizza radiazioni ionizzanti, che sono state collegate a un aumento del rischio di cancro, soprattutto nei bambini. I limiti includono:

  • il costo;
  • l’indice di massa corporea (la risonanza magnetica è difficile nelle persone molto in sovrappeso);
  • non può essere utilizzata nelle persone che hanno metalli nel corpo.

L’ecografia utilizza onde sonore (energia acustica) per produrre immagini in movimento di una parte del corpo. Conosciuta soprattutto come metodo per esaminare il feto durante la gravidanza, l’ecografia è particolarmente utile per alcune condizioni mediche.

L’ecografia non comporta radiazioni ed è quindi sicura in gravidanza. Poiché dipende dalla ricerca di un contrasto (ad esempio tra una massa solida e una piena di liquido), è meno utile per distinguere le condizioni in cui non è presente tale contrasto nella densità dei tessuti.

Scansioni di medicina nucleare

L’imaging di medicina nucleare comprende tecniche che utilizzano materiale radioattivo (“traccianti radioattivi”) che viene poi rilevato da una telecamera per produrre immagini dell’interno del corpo. Mentre la maggior parte dei metodi di imaging sono considerati strutturali, cioè descrivono le strutture all’interno del corpo, queste scansioni sono utilizzate per valutare il funzionamento delle regioni del corpo.

In alcuni casi, la sostanza radioattiva può essere utilizzata anche per trattare un tumore (ad esempio, l’uso dello iodio radioattivo per trattare il tumore alla tiroide).

Imaging molecolare

Possono essere utilizzate anche altre tecniche specializzate, dette di imaging molecolare. Queste includono procedure come la TC di perfusione, la TC a doppia energia e l’imaging ottico.


Vuoi intrapredere una carriera nel campo della radiologia medica? Allora dai un’occhiata al nostro Corso in Tecniche di Radiologia Medica:

In cosa consiste la medicina nucleare e a cosa serve

medicina nucleareLa medicina nucleare

La medicina nucleare è una delle branche della medicina che negli ultimi anni viene sempre più utilizzata per individuare con precisione una grande quantità di malattie. Tuttavia, il suo nome non ispira la fiducia di chi non la conosce.  Per tale motivo, nelle prossime righe spiegheremo nel dettaglio in cosa consiste, i suoi utilizzi, vantaggi e le possibili controindicazioni.

medicina nucleare

Che cos’è la medicina nucleare?

La medicina nucleare è una branca della medicina che diagnostica e tratta diverse malattie attraverso l’applicazione di radiotraccianti o radiofarmaci.  Queste sostanze sono radioattive e vengono introdotte nell’organismo in piccole quantità, tramite iniezione in vena, ingestione orale o inalazione come gas, con l’obiettivo di monitorarle dall’esterno.

Il radiofarmaco viene distribuito in tutto il corpo umano e raccolto da un dispositivo di rilevamento delle radiazioni noto come gamma camera. Una volta immagazzinate digitalmente, le informazioni vengono elaborate e si ottengono immagini funzionali e molecolari. Questi permettono di analizzare il funzionamento degli organi e dei tessuti sottoposti a scansione.

La medicina nucleare si differenzia da altre modalità diagnostiche in quanto è una tecnica non invasiva e permette di identificare diverse anomalie senza richiedere interventi chirurgici o l’introduzione di dispositivi nell’organismo.

A cosa serve la medicina nuclear?

La medicina nucleare viene utilizzata per ottenere immagini dello stato di un determinato organo, generando informazioni molto utili che aiutano a diagnosticare, nel modo più preciso possibile, anche la più piccola anomalia. Attualmente è uno dei test più efficaci, in quanto è in grado di individuare le malattie nelle loro fasi iniziali e di facilitarne il trattamento. Se si applicassero altre tecniche, probabilmente non sarebbe possibile rilevare questi cambiamenti a livello cellulare.

Le tecniche maggiormente utilizzate nella medicina nucleare 

Come già detto, le tecniche utilizzate in medicina nucleare non sono invasive. Ciò significa che, di norma, si tratta di esami completamente indolore. I test più comunemente utilizzati sono elencati di seguito:

  • Tomografia a emissione di positroni (PET).
  • Tomografia computerizzata a emissione di fotoni singoli.
  • Imaging cardiovascolare.
  • Scansioni ossee.
  • Radioterapia.

Utilizzi della medicina nucleare 

Non è raro che la grande maggioranza dei pazienti non conosca la medicina nucleare. Tuttavia, con il passare del tempo e i progressi della medicina, queste terapie basate sull’uso di sostanze radioattive sono sempre più utilizzate per malattie come il cancro, le patologie cardiache o i disturbi cerebrali. Tra i suoi usi più importanti, troviamo i seguenti:

  • Valutazione del danno cardiaco dopo un infarto.
  • Individuazione e trattamento di vari tipi di cancro (colon, polmone, linfoma, ecc.).
  • Diagnosi accurata delle malattie di tipo arterioso nei pazienti ad alto rischio.
  • Valutazione del cuore prima e dopo la chemioterapia.
  • Diagnosi ed evoluzione di malattie come la demenza e l’Alzheimer.
  • Analisi della funzione polmonare differenziale per la riduzione o il trapianto di polmone.
  • Esame delle ossa per verificare la presenza di fratture, infezioni o artrite.
  • Determinare la presenza di metastasi ossee.
  • Valutazione di anomalie cerebrali come convulsioni, perdita di memoria o blocco del flusso sanguigno.
  • Misurazione della funzione della ghiandola tiroidea per individuare l’ipertiroidismo o l’ipotiroidismo.
  • Diagnosi di un disturbo delle cellule del sangue.

Controindicazioni della medicina nucleare 

Sebbene la medicina nucleare sia considerata una tecnica non invasiva e sicura, si tratta comunque di un metodo controverso  a causa della possibile contaminazione che può derivare dall’uso di radiofarmaci. La dose totale somministrata ai pazienti è talmente bassa da non comportare alcun rischio per la salute.

Tuttavia, va anche detto che le dosi somministrate non sono uguali per tutti i pazienti, in quanto possono variare a seconda del peso o dell’organo da studiare. In alcuni casi molto limitati, possono verificarsi effetti collaterali, come ad esempio:

  • Basso rischio di radiazioni.
  • Reazioni allergiche agli isotopi radioattivi o ai radiofarmaci.
  • Lieve dolore dopo l’iniezione endovenosa.

Se la medicina nucleare è di vostro interesse, ILERNA Online Italia vi consiglia il Corso di formazione professionale in Tecniche di Radiologia Medica. Duemila ore di intenso approfondimento, interamente online e con tirocinio formativo interno. 

Igienista dentale e assistente alla poltrona: che differenze ci sono

igienista-ASO

Igienista dentale e assistente alla poltrona sono due delle figure che più comunemente incontriamo nello studio di un dentista.

Vi siete mai domandati quali siano le loro competenze professionali? Ebbene, se lo avete fatto, ma non avete saputo trovare una risposta esaustiva, ve la forniamo di seguito.

La figura dell’igienista dentale 

In Italia, l’igienista dentale è un professionista che ha ottenuto una laurea triennale in Igiene Dentale, non acquisendo un titolo medico ma di operatore sanitario. 

In Spagna, la professione di igienista dentale compare nel 1986, quando viene creato il titolo professionale di secondo grado. L’origine di questa professione risale al XIX secolo, quando il dottor Alfred Fones affermò che esistevano una serie di mansioni che potevano essere realizzate da professionisti qualificati non odontoiatri, che però potevano collaborare a stretto contatto con loro. 

Per quanto venga riconosciuto l’immaginario collettivo lo percepisca come semplice assistente di un odontoiatra, il conseguimento di tale titolo permette anche all’igienista dentale di lavorare in completa autonomia, eseguendo pulizie dei denti sui pazienti.

Percorso di studi

In Spagna, a differenza dell’Italia, per diventare igienista dentale non è necessario essere in possesso di una laurea triennale. Il titolo che abilita all’esercizio della professione rilasciato in Spagna si ottiene realizzando un corso di formazione professionale (denominato Ciclo de Formación Profesional de Grado Superior), il quale ha una durata approssimativa di due anni. I corsi comprendono 14 materie più un tirocinio formativo, a cui si può accedere una volta superato il 70% delle materie previste e che può essere svolto in una struttura privata di conoscenza In nessun caso, può trattarsi di una clinica di proprietà familiare. In caso contrario, ci occuperemo noi di ricercare una struttura disponibile.

Mansioni dell’igienista dentale 

L’igienista dentale si occupa di diverse funzioni che possono essere suddivise in queste tre aree:

  • ambito amministrativo; 
  • ambito salute pubblica;
  • ambito tecnico-assistenziale.

Per quanto concerne la prima area, la principale mansione consiste nel collaborare alla programmazione e all’organizzazione dell’agenda e alla registrazione dei dati.

In quanto alle mansioni relative all’ambito salute pubblica, possiamo citare le seguenti: 

  • Raccogliere informazioni sullo stato del cavo orale
  • Realizzare esami del cavo orale sulla popolazione.
  • Favorire l’educazione sanitaria, fornendo istruzioni sull’igiene e sulla dieta adeguata da seguire. 

Infine, per quanto riguarda le mansioni in ambito tecnico-assistenziale, troviamo quanrto segue: 

  • Prendere impronte e fare radiografie
  • Eliminare tartaro e macchie dai denti
  • Collocare e ritirare la diga di gomma.
  • Realizzare la lucidatura delle otturazioni
  • Somministrare fluoruri topici.
  • Collocare e ritirare i fili di retrazione.
  • Apporre i sigillanti con tecniche non invasive. 

La figura dell’assistente alla poltona

Diversa è invece la figura dell’assistente alla poltrona di studio odontoiatrico, conosciuta anche come ASO. Per svolgere questo lavoro non è necessario intraprendere un percorso universitario o essere in possesso di una laurea in ambito medico, ma è sufficiente avere un diploma di scuola secondaria e, spesso consigliato ma non obbligatorio, frequentare di un corso di formazione al fine di ottenere un attestato qualificante.

In Spagna, il titolo non è riconosciuto dal Ministerio de Educación, pertanto le incombenze legate a questa figura professionale vengono svolte prevalentemente  da assistenti infermieri. 

Mansioni dell’ASO

I suoi compiti principali sono: 

  • Far accomodare i pazienti
  • Preparare i materiali e conservarli.
  • Pulire, disinfettare e sterilizzare gli strumenti
  • Controllare le attrezzature e i mobili.
  • Agevolare la vista, ritrarre i tessuti molli, cambiare le apparecchiature e aspirare (lavoro a quattro mani). 

Pertanto, l’assistente alla poltrona può interagire emotivamente ed empaticamente con i pazienti, ma non ha le competenze per lavorare su di loro, neanche per eseguire pulizie dei denti o valutazioni.


Sei interessato a intraprendere un percorso di studi nel settore dell’igiene dentale? Allora dai un’occhiata al nostro piano di studi:

Sintomi osteoporosi: come sapere se se ne soffre

sintomi osteoporosiOsteoporosi: sintomi e trattamento

Sapevate che nel corso della vita, circa il 40% della popolazione incorre in una frattura di femore, vertebra o polso, in maggioranza dopo i 65 anni? La causa di ciò è l’osteoporosi, che colpisce circa 5.000.000 di persone, di cui l’80% sono donne in post menopausa. 

Secondo i dati ISTAT relativi all’anno 2020, l’8,1% della popolazione italiana ha dichiarato di essere affetto da osteoporosi, che aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età, in particolare nelle donne dopo i 55 anni.

Le fratture da fragilità per osteoporosi hanno grandi conseguenze, sia in quanto a mortalità che a disabilità motoria.

Nelle seguenti righe, tratteremo nel dettaglio i sintomi di questa patologia e la tipologia di trattamento da adottare.

Che cos’è l’osteoporosi?

L’osteoporosi è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico, caratterizzata da una bassa densità minerale e dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità ossea. Le ossa tendono a diventare più porose, il numero e le dimensioni delle cavità o delle cellule al loro interno aumentano, sono più fragili, meno resistenti ai colpi e si rompono più facilmente.

Esistono due tipologie di osteoporosi:

  • Osteoporosi primaria: include le varietà post-menopausale e senile.
  • Osteoporosi secondaria: è dovuta a diverse patologie e all’assunzione di alcuni farmaci nel medio-lungo periodo.

Cause dell’osteoporosi 

Nel corso della vita si verificano numerosi cambiamenti metabolici all’interno dell’osso, alternando fasi di distruzione e formazione ossea. Queste fasi, oltre ad essere regolate da diversi ormoni, dipendono inoltre dall’attività fisica, dalla dieta, dalle abitudini tossiche e dalla vitamina D.

In condizioni normali, una persona raggiunge il picco di massa ossea (PMO) all’età di 30-35 anni. Dopo questo punto, si verifica una naturale perdita di massa ossea.

Le donne soffrono più frequentemente di osteoporosi per diversi motivi: il loro picco di massa ossea è spesso inferiore a quello degli uomini e la menopausa accelera alquanto la perdita di massa ossea (osteoporosi postmenopausale).

Esistono inoltre molte altre cause di osteoporosi:

  • alcolismo;
  • farmaci (glucocorticoidi, trattamenti ormonali utilizzati per la cura del cancro al seno e alla prostata…);
  • malattie reumatiche infiammatorie;
  • insufficienza endocrina, epatica, renale.

Sintomi

L’osteoporosi è definita un’epidemia silenziosa perché tende a non manifestare sintomi fino a quando la perdita di massa ossea è così significativa da provocare fratture. Le fratture più frequenti sono quelle vertebrali, dell’anca e del polso (frattura di Colles o frattura dell’estremità distale del radio). La frattura dell’anca è di particolare importanza perché è considerata un evento grave in quanto richiede un intervento chirurgico, il ricovero in ospedale e una perdita di qualità della vita per il paziente, anche se solo per un breve periodo di tempo.

Tra altri sintomi, troviamo:

  • Dolore al ginocchio
  • Calcoli Renali
  • Coxalgia
  • Cruralgia
  • Dolore al collo
  • Dolore all’anca
  • Dolore alla Mano e al Polso
  • Dolore alle ossa
  • Dolore dorsale
  • Dolori Muscolari
  • Fratture ossee
  • Gambe dolenti
  • Ipercalcemia
  • Ipercifosi
  • Iperlordosi
  • Mal di Schiena
  • Osteopenia
  • Reumatismi
  • Trombocitosi.

Diagnosi

Sebbene si tratti di una malattia silenziosa, i reumatologi hanno ad oggi a disposizione un’ampia gamma di strumenti per diagnosticarla precocemente e adattarne il trattamento. L’obiettivo di ciò è prevenire la perdita di massa ossea e combattere l’osteoporosi.

Esistono abitudini di vita che possono contribuire a migliorare la qualità delle ossa, come un’adeguata assunzione di calcio, l’esercizio fisico e il non fumare. L’apporto giusto può essere fornito da alimenti naturali ricchi di calcio (soprattutto il latte e i suoi derivati) o da integratori sotto forma di farmaci (sali di calcio). In quest’ultimo caso, la quantità e il programma di somministrazione devono essere monitorati dal medico.

Analogamente, la vitamina D è una sostanza essenziale per le ossa. Il suo fabbisogno giornaliero è soddisfatto principalmente dalla formazione di vitamina D nella pelle quando questa è esposta ai raggi solari.

Trattamento

L’obiettivo del trattamento dell’osteoporosi è quello di ridurre il numero di fratture da fragilità.

Come misura generale, si raccomanda di mantenere uno stile di vita sano, come una dieta equilibrata e ricca di calcio, la rinuncia al fumo e al consumo eccessivo di alcol, nonché l’esercizio fisico controllato quotidiano per prevenire le cadute. Inoltre, alcune persone possono richiedere integratori di calcio e vitamina D.

Il trattamento antiriassorbitivo è quello che previene la perdita di tessuto osseo. Questo gruppo comprende farmaci come i bifosfonati, il denosumab, i modulatori selettivi del recettore estrogenico (raloxifene, bazedoxifene) e gli estrogeni. Il trattamento osteoformante, come suggerisce il nome, stimola la formazione di nuova ossa e questo gruppo comprende la teriparatide. Infine, il farmaco con un meccanismo d’azione misto (antiriassorbente e osteoformante) è il ranelato di stronzio.

Tuttavia, il reumatologo valuterà le caratteristiche del paziente, la sua storia patologica e i fattori di rischio per l’osteoporosi e deciderà in ogni situazione quale sia il farmaco più appropriato in ciascun caso.


Stai pensando a una brillante carriera da TSRM? Allora dai un’occhiata al piano carriera del nostro Corso di Tecniche di Radiologia Medica:

Tumore al seno: sintomi e prevenzione

Giornata Mondiale della Lotta contro il Tumore al SenoGiornata Mondiale della Lotta contro il Tumore al Seno

Sapevate che con circa 60.000 nuovi casi stimati per il 2022 il tumore al seno è il killer numero uno? Questo è quanto dichiara il prof. Francesco Schittulli, senologo-chirurgo oncologo e presidente della LILT, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, che tinge di rosa il mese di ottobre, dedicato alla prevenzione del carcinoma mammario

Il professore dichiara inoltre che trent’anni fa la metà delle donne con un tumore al seno operato moriva, mentre al giorno d’oggi la sopravvivenza a 10 anni si attesta all’80% circa. Il merito va agli operatori sanitari, al crescente ruolo della prevenzione secondaria grazie a diagnosi sempre più precoci, alla ricerca e anche all’impegno quotidiano della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Se diagnosticato precocemente, infatti, il cancro al seno è potenzialmente del tutto guaribile: la probabilità di guarigione per tumori che misurano meno di un centimetro è di più del 90%

Il claim della campagna Nastro Rosa di quest’anno “Prevenzione: la migliore amica di ogni donna” vuole sottolineare con forza l’importanza dei controlli periodici, dell’autopalpazione e delle indagini diagnostico-strumentali sin da giovani, con l’ambizione di raggiungere, nel giro di pochi anni, la mortalità zero per carcinoma alla mammella

tumore al seno

Cos’è il cancro al seno?

Il tumore al seno è una malattia in cui le cellule del seno si moltiplicano senza controllo. Esistono diversi tipi di cancro al seno. Il tipo di cancro al seno dipende da quali cellule del seno diventano cancerose.

Il cancro al seno può insorgere in diverse parti della mammella. Il seno è costituito da tre parti principali: lobuli, dotti e tessuto connettivo. 

  • I lobuli sono le ghiandole che producono il latte.
  • I dotti sono i tubi che portano il latte al capezzolo. 
  • Il tessuto connettivo (composto da tessuto fibroso e grasso) circonda e sostiene tutte le parti del seno. 

La maggior parte dei tumori al seno ha inizio nei dotti o nei lobuli.

Il cancro al seno può diffondersi al di fuori della mammella attraverso i vasi sanguigni e i vasi linfatici. Quando il cancro al seno si diffonde ad altre parti del corpo, si parla di metastasi.

 Tipi comuni di tumore al seno 

I tipi più comuni di cancro al seno sono:

  • Carcinoma duttale infiltrante. Le cellule cancerose hanno origine nei dotti, per poi moltiplicarsi in altri tessuti del seno. Queste cellule tumorali invasive possono anche diffondersi, o metastatizzare, in altre parti del corpo.
  • Carcinoma lobulare infiltrante. Le cellule cancerose hanno origine nei lobuli e poi si diffondono dai lobuli ai tessuti mammari vicini. Queste cellule tumorali invasive possono anche diffondersi in altre parti del corpo.

Il carcinoma duttale in situ, ovvero una condizione in cui le cellule anormali vengono rilevate al microscopio solo nel sito in cui si sono formate e non si sono ancora diffuse ai tessuti vicini, può portare a un tumore mammario infiltrante. Le cellule cancerose si trovano solo nel rivestimento dei dotti e non si sono diffuse ad altri tessuti del seno.

Sintomi del tumore al seno

Il cancro al seno può avere diversi sintomi, ma tende a manifestarsi tramite un nodulo o un’area di tessuto mammario ispessito. La maggior parte dei noduli al seno non sono cancerosi, ma è sempre meglio farli controllare da un medico.

È opportuno rivolgersi al medico di famiglia anche se si nota uno di questi sintomi:

  • cambiamento delle dimensioni o della forma di uno o di entrambi i seni;
  • perdite da uno dei due capezzoli (quali ad esempio striate di sangue);
  • un nodulo o un rigonfiamento in una delle ascelle;
  • fossette sulla pelle del seno;
  • un’eruzione cutanea sul capezzolo o intorno ad esso;
  • un cambiamento nell’aspetto del capezzolo, come se fosse infossato nel seno.

Il dolore al seno non è di solito un sintomo di cancro al seno.

Cause del tumore al seno 

Le cause del tumore al seno non sono del tutto note. Tuttavia, è noto che alcuni fattori aumentano il rischio di cancro al seno. Tra questi vi sono:

  • l’età;
  • una storia familiare di cancro al seno;
  • una precedente diagnosi di cancro al seno;
  • un nodulo al seno non canceroso (benigno);
  • altezza, sovrappeso o obesità;
  • consumo di alcolici.

Diagnosi del cancro al seno 

Dopo aver esaminato il vostro seno, il medico può decidere di indirizzarvi da uno specialista per ulteriori esami. Questi potrebbero includere uno screening mammografico (mammografia) o il prelievo di un piccolo campione di tessuto mammario da esaminare al microscopio (biopsia).

Tipi di cancro al seno 

Esistono diversi tipi di cancro al seno, che si sviluppano in parti diverse della mammella.

Il cancro al seno viene spesso suddiviso in:

  • carcinoma mammario non invasivo (carcinoma in situ) – si trova nei dotti del seno (carcinoma duttale in situ, o DCIS) che non si è diffuso nel tessuto mammario circostante i dotti. Il tumore al seno non invasivo viene solitamente riscontrato durante una mammografia e raramente si manifesta con un nodulo al seno.
  • cancro al seno invasivo – in cui le cellule cancerose si sono diffuse attraverso il rivestimento dei dotti nel tessuto mammario circostante. È il tipo più comune di cancro al seno.

Altri tipi di cancro al seno meno comuni sono:

  • carcinoma lobulare invasivo (e pre-invasivo).
  • carcinoma infiammatorio del seno.
  • malattia di Paget del capezzolo.

È possibile che il cancro al seno si diffonda ad altre parti del corpo, di solito attraverso il sangue o i linfonodi ascellari. Si tratta di piccole ghiandole linfatiche che filtrano i batteri e le cellule della ghiandola mammaria. In questo caso si parla di tumore al seno secondario o metastatico.

Screening del cancro al seno

Lo screening mammografico, che prevede l’acquisizione di immagini a raggi X del seno, è il metodo più comunemente utilizzato per individuare precocemente un’alterazione del tessuto mammario (lesione).

Tuttavia, è bene sapere che la mammografia potrebbe non rilevare alcuni tumori al seno. Inoltre, potrebbe aumentare le probabilità di sottoporsi a ulteriori esami e interventi, tra cui la chirurgia, anche se non si è affetti da cancro al seno.

Poiché il rischio di cancro al seno aumenta con l’età, tutte le donne di età compresa tra i 50 e i 70 anni sono invitate a sottoporsi a uno screening del cancro al seno ogni 3 anni. 

Trattamento del cancro al seno

Se il cancro viene individuato in una fase precoce, può essere trattato prima che si diffonda ad altre parti del corpo.

Il tumore al seno viene trattato con una combinazione di:

  • chirurgia;
  • chemioterapia;
  • radioterapia.

La chirurgia è di solito il primo tipo di trattamento, seguito da chemioterapia o radioterapia o, in alcuni casi, da trattamenti ormonali o mirati. Il tipo di intervento chirurgico e il trattamento successivo dipendono dal tipo di tumore al seno. 

In una piccola percentuale di donne, il cancro al seno viene scoperto dopo che si è diffuso in altre parti del corpo (cancro al seno metastatico). Il cancro secondario, chiamato anche cancro avanzato o metastatico, non è curabile, quindi l’obiettivo del trattamento è quello di alleviare i sintomi.

Vivere con il cancro al seno

La diagnosi di tumore al seno può influire sulla vita quotidiana in molti modi, a seconda dello stadio in cui si trova e del trattamento che si dovrà seguire.

Il modo in cui le persone affrontano la diagnosi e il trattamento varia da persona a persona. 

Le forme di sostegno possono essere:

  • la famiglia e gli amici, che possono rappresentare un potente sistema di supporto;
  • comunicare con altre persone nella stessa situazione;
  • informarsi il più possibile sulla propria condizione;
  • non cercare di fare troppo o di sforzarsi eccessivamente;
  • trovare il tempo per se stesse.

Prevenzione del tumore al seno

Poiché le cause del tumore al seno non sono del tutto note, al momento non è possibile sapere se sia possibile prevenirlo.

Se il rischio di sviluppare questa patologia è maggiore, sono disponibili alcuni trattamenti per ridurlo.

Alcuni studi hanno esaminato il legame tra il cancro al seno e la dieta. Sebbene non vi siano conclusioni certe, vi sono benefici per le donne che:

  • mantengono un peso sano;
  • fanno esercizio fisico regolare;
  • hanno un basso apporto di grassi saturi;
  • non assumono alcolici.

Inoltre, l’esercizio fisico regolare può ridurre il rischio di cancro al seno di quasi un terzo. L’esercizio fisico regolare e uno stile di vita sano possono anche migliorare le prospettive delle persone colpite da tumore al seno. 

Se siete entrate in menopausa, è particolarmente importante che cerchiate di raggiungere e mantenere un peso sano. Infatti, il sovrappeso o l’obesità provocano una maggiore produzione di estrogeni, che possono aumentare il rischio di cancro al seno.

In occasione della Giornata Mondiale della Lotta contro il Tumore al Seno, da ILERNA Online desideriamo unirci con forza alla campagna inaugurata dalla LILT, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Il rosa è molto più che un colore. Il rosa significa:

  • Prevenzione: è di fondamentale importanza ridurre i fattori di rischio.
  • Ricerca: è necessario incrementare il numero di risorse destinate allo studio di questa malattia.
  • Sostegno: bisogna apprendere ad essere empatici nei confronti di coloro che soffrono di questa tipologia di tumore.

Ecco qui il nostro augurio per voi:

Come tutelare la salute mentale: sintomi e prevenzione

salute mentaleCome tutelare la salute mentale

Il 10 ottobre 2022 è la Giornata Mondiale della Salute Mentale, una tematica che riteniamo non riceva l’attenzione che si merita. 

La malattia mentale si riferisce a un’ampia gamma di disturbi che riguardano l’umore, il pensiero e il comportamento. Alcuni esempi di malattie mentali sono la depressione, l’ansia, i disturbi alimentari e le dipendenze da alcol e droga.

Tutti noi abbiamo sperimentato problemi di salute mentale di tanto in tanto. Tuttavia un semplice disturbo si converte in malattia mentale nel momento in cui i sintomi diventano permanenti, causano stress e compromettono la capacità di funzionare normalmente.

La malattia mentale può causare problemi nella vita quotidiana, ad esempio a scuola, al lavoro o nelle relazioni che si instaurano giornalmente: si arriva a percepire la quotidianità come un muro insormontabile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi possono essere trattati con una combinazione di farmaci e terapia del dialogo (psicoterapia).

Vediamo qui di seguito alcuni sintomi tipici delle malattie mentali e come poterli trattare. 

Alcuni dati sulla salute mentale 

La malattia mentale è comune. In un dato anno, 1 adulto su 5 soffre di una malattia mentale. La malattia mentale può insorgere a qualsiasi età, dall’infanzia alla tarda età adulta, ma la maggior parte dei casi inizia prima. Secondo il Rapporto sulla salute mentale 2020, sono 728.338 le persone con problemi di salute mentale assistite dai servizi specialistici nel corso del 2020. I pazienti di sesso femminile sono il 53,6%.

Nel 2020 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale sono 253.164, di cui il 91,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita.

Sintomi delle malattie mentali

I sintomi delle malattie mentali possono variare a seconda del disturbo, delle circostanze e di altri fattori. I sintomi della malattia mentale possono avere un effetto su emozioni, pensieri e comportamenti.

Alcuni esempi?

  • Sentimenti di tristezza o scoraggiamento.
  • Pensieri confusi o ridotta capacità di concentrazione.
  • Preoccupazioni o paure eccessive o intensi sensi di colpa.
  • Sbalzi di umore continui.
  • Allontanamento dalle amicizie e dalle attività.
  • Stanchezza significativa, scarsa energia e insonnia.
  • Disconnessione dalla realtà (deliri), paranoia o allucinazioni.
  • Incapacità di affrontare i problemi o lo stress della vita quotidiana.
  • Dipendenza da alcol o droghe.
  • Cambiamenti sostanziali nelle abitudini alimentari.
  • Cambiamenti nel desiderio sessuale.
  • Rabbia, ostilità o violenza eccessive.
  • Pensieri suicidi.

Inoltre, i sintomi legati ai disturbi mentali possono avere un riflesso anche a livello fisico, come mal di stomaco, mal di schiena, mal di testa o altri dolori inspiegabili.

Come tutelare la salute mentale

In presenza di segni o sintomi di una malattia mentale, rivolgetevi al vostro medico di base o a un professionista della salute mentale. Sappiate che da soli e senza un trattamento specifico, la malattia può peggiorare nel tempo e causare gravi problemi. 

Se una persona cara mostra evidenti segni di malattia mentale, è bene mostrare apertamente le proprie preoccupazioni. Non potete di certo costringere qualcuno a rivolgersi a un professionista, ma potete offrire sostegno e incoraggiamento. Inoltre, vi consigliamo di aiutare il vostro caro a trovare un professionista della salute mentale qualificato e a richiedere un appuntamento il prima possibile.

Cause delle patologie mentali

Vi siete mai chiesti quali siano le cause delle malattie mentali? In genere si ritiene che le malattie mentali abbiano origine da una serie di fattori genetici e ambientali:

  • Attributi ereditari. La malattia mentale è più frequente nelle persone che hanno parenti consanguinei affetti da malattie mentali. Alcuni geni possono aumentare il rischio di malattia mentale e particolari situazioni di vita possono scatenarla.
  • Esposizione ambientale prima della nascita. L’esposizione a fattori di stress ambientale, malattie infiammatorie, tossine, droghe o alcol nel grembo materno può, in alcuni casi, essere associata a malattie mentali.
  • Chimica del cervello. I neurotrasmettitori sono sostanze chimiche presenti naturalmente nel cervello che mandano segnali ad altre parti del cervello e del corpo. Quando le reti neurali che contengono queste sostanze chimiche vengono interrotte, la funzione dei recettori nervosi e dei sistemi nervosi cambia, portando alla depressione e ad altri disturbi emotivi.

Fattori di rischio

Alcuni fattori possono aumentare il rischio di sviluppare una malattia mentale, tra cui i seguenti:

  • Una storia di malattia mentale in un consanguineo.
  • Situazioni di vita stressanti, come problemi finanziari, divorzio o morte di una persona cara.
  • Malattie permanenti (croniche), come il diabete.
  • Danno cerebrale a seguito di una grave lesione (lesione cerebrale traumatica).
  • Esperienze traumatiche, come combattimenti militari o crisi epilettiche.
  • Uso di alcol o droghe.
  • Storia di abuso o negligenza infantile.
  • Passato di malattie mentali.

Gli effetti della malattia mentale possono essere temporanei o di lunga durata. È anche possibile soffrire di più di un disturbo mentale allo stesso tempo. Ad esempio, si può soffrire di depressione e di un disturbo da uso di sostanze.

Prevenzione

Non c’è modo di prevenire la malattia mentale. Tuttavia, se soffrite di una malattia mentale, adottare misure per gestire lo stress, aumentare la propria resilienza e rafforzare la propria autostima può aiutare a gestirne i sintomi

Procedete in questo modo:

  • Prestate attenzione ai segnali di pericolo. Parlate con il vostro medico o terapeuta per identificare ciò che può scatenare i vostri sintomi. Preparate un piano d’azione nel caso in cui i sintomi si ripresentino. Consultate il vostro medico o terapeuta se notate cambiamenti nei vostri sintomi o nel vostro stato d’animo. Considerate la possibilità di coinvolgere la vostra famiglia o i vostri amici per osservare i segnali di pericolo.
  • Sottoponetevi a controlli sanitari di routine. Non trascurate o saltate gli appuntamenti medici con il vostro medico di base, soprattutto se non vi sentite bene. Potreste avere un nuovo problema di salute che richieda un trattamento differente.
  • Chiedete aiuto quando ne avete bisogno. La malattia mentale può essere più difficile da trattare se si lascia che i sintomi peggiorino. Un trattamento di mantenimento a lungo termine può anche aiutare a prevenire il ripresentarsi dei sintomi.
  • Prendetevi cura di voi stessi. È importante dormire a sufficienza, seguire una dieta sana e fare esercizio fisico. Cercate di mantenere un programma di attività regolare. Rivolgetevi al vostro medico di base se avete problemi a dormire o se avete domande sulla dieta e sull’attività fisica.

La salute mentale importa, e molto. Lo slogan della campagna di quest’anno è “Metti mi piace alla salute mentale. Per il diritto a crescere nel benessere“. Che la frase “vado dallo psicologo” cessi di essere un tabù. Salute! Anche la salute mentale.

Salute orale in autunno: i migliori metodi per salvaguardarla

autunnoSalute orale in autunno

Autunno e salute dentale. Vi siete mai chiesti che tipo di relazione ci sia tra questi due elementi? Il calo drastico delle temperature porta infatti con sé qualche fastidio fisico legato a cervicale ed articolazioni che incide anche sui denti. 

Rischi per denti e gengive in autunno

Come sottolineavano in uno dei nostri articoli, la stagione estiva porta a un radicale cambiamento delle proprie abitudini alimentari, con l’introduzione di gelati e bibite dolci nella propria dieta. Ciò porta a un eccessivo indebolimento delle mucose gengivali. Inoltre, l’eccessivo consumo di zuccheri e il riflusso gastrico portano all’insorgere di carie

Oltretutto la ripresa del lavoro o dello studio può facilmente provocare delle situazioni di stress che aumentano la produzione di cortisolo e adrenalina, particolarmente dannose per denti e gengive.

Come salvaguardare la salute orale durante la stagione autunnale

Con l’arrivo dell’autunno, è di fondamentale importanza far ritorno a un regime alimentare ben strutturato. Pertanto, sarà necessario limitare bevande a base di caffeina e teina e lasciare spazio a tisane da assumere prima di andare a dormire. 

L’alimentazione quotidiana andrà organizzata su cinque pasti piccoli al giorno, cercando di evitare tutti quei cibi o quelle bevande contenenti zuccheri. Si consiglia una dieta ricca di latte o di suoi derivati contenendo una grande quantità di calcio, un minerale fondamentale per la salute dei denti.

Via libera anche al salmone, un alimento contenente un’alta percentuale di vitamina D che favorisce l’assorbimento di calcio e fosforo. La frutta, in particolare i kiwi, garantirà poi un considerevole apporto vitaminico e un ricambio cellulare delle mucose che fungeranno da difesa contro infiammazioni gengivali.

Tuttavia, oltre all’alimentazione, vi sono alcuni accorgimenti che vi invitiamo a seguire per salvaguardare la vostra salute orale nel corso della stagione autunnale. 

Metodi per prendersi cura della salute dentale in autunno

La chiave per un sorriso sano è la prevenzione e la diagnosi precoce. Qui di seguito alcuni validi consigli per preparare la vostra dentatura alla stagione autunnale. 

1. Rimanere idratati

Rimanere idratati può fare miracoli per la salute orale. Poiché la saliva contribuisce a rivestire i denti di uno strato protettivo (eliminando al contempo i batteri nocivi), è indispensabile mantenere la bocca umida. Quando non si beve abbastanza acqua, la bocca può seccarsi e favorire la crescita di colonie batteriche. L’acqua contiene anche minerali che possono rafforzare i denti e contribuire al mantenimento dello smalto.

2. Evitare le bevande zuccherate 

Dallo zabaione al vino, passando per la cioccolata calda e il tè, la stagione fredda può spingere tutti a consumare queste gustose bevande. Nel corso degli anni, il premio della bevanda autunnale per eccellenza va al Pumpkin Spice Latte, diffuso in Italia dal colosso americano di Starbucks.

Oltre a evocare emozioni legate alle feste che si avvicinano con l’arrivo del freddo, tuttavia porta con sé anche molti zuccheri e tannini che possono macchiare i denti e causare l’insorgere di carie. Nel caso in cui vi venisse voglia di assaporare questa fantasmagorica bevanda, assicuratevi di lavare i denti 30 minuti dopo averla terminata per evitare sgradevoli accumuli di placca e macchie. Ad ogni modo, potete sempre richiedere una detartrasi o un trattamento sbiancante per rimuovere tutte le macchie di latte.

3. Gestire la sensibilità dentale causata dai cambiamenti climatici

La sensibilità dentale è un problema che colpisce molte persone nel corso di tutto l’anno. Per alcuni, i denti possono addirittura diventare più sensibili dopo un’otturazione o altri trattamenti dentali. Tuttavia, questa sensazione dolorosa può essere amplificata da improvvisi abbassamenti di temperatura.

Il freddo, infatti, può influire sulle terminazioni nervose dei denti e screpolare le labbra. Per far fronte a ciò, è possibile adottare misure preventive, come l’uso di un balsamo per le labbra e una visita dal dentista.

4. Evitare le caramelle di Halloween

Siete fan di Halloween? Forse voi sì, ma i vostri denti non ne saranno di certo d’accordo. 

I batteri amanti dello zucchero tendono a infestare la vostra dentatura causando l’insorgere di carie. La soluzione? Adottare uno spazzolamento adeguato, abitudini orali sane e assumere molta acqua. Ciò non significa che bisogna evitare il consumo di caramelle: un guilty pleasure è bene concederselo ogni tanto. Ad ogni modo, è bene limitarne l’assunzione. 

6. Sostituire lo spazzolino

Lo spazzolino è la vostra arma numero uno nella lotta contro i batteri e la placca. È necessario assicurarsi che lo spazzolino sia sempre in buone condizioni. Se è usurato e danneggiato, vi consigliamo vivamente di acquistarne uno nuovo.

Le setole dei vecchi spazzolini possono sfilacciarsi e ospitare colonie batteriche dannose. Cambiare lo spazzolino ogni 3 mesi può proteggere i denti e le gengive da setole sfilacciate e batteri malvagi.

7. Programmare una pulizia dentale prima delle feste

Organizzare una pulizia dentale è sempre un’ottima idea. Tuttavia, è importante far presente che qualsiasi clinica per la pulizia dei denti vicino a voi potrebbe essere intasata durante le vacanze. Per evitare lunghe liste d’attesa e ritardi, fissate un appuntamento fin da subito.

8. Optate per le gomme allo xilitolo

La gomma allo xilitolo non contiene zuccheri. Anche se ha un sapore dolce, lo xilitolo è un dolcificante di origine naturale che neutralizza il livello di pH della bocca. È inoltre in grado di donare un alito fresco e proteggere i denti dalla crescita batterica.

9. Pulizia dentale periodica

Sarà inoltre indispensabile seguire un’adeguata pulizia dei denti tramite l’utilizzo di spazzolino, dentifricio e filo interdentale. Un’importantissima accortezza aggiuntiva sarà quella di sottoporsi periodicamente ad una pulizia professionale dei denti alla quale associare una visita di controllo per una prevenzione dentale completa.

La pulizia dentale periodica, se svolta dal dentista almeno ogni sei mesi, è fondamentale perchè agisce nelle parti meno visibili evitando l’accumulo di batteri e placca che col tempo possono causare dei seri problemi dentali e gengivali.

Cibi autunnali per la salute orale

Ecco qui di seguito alcune prelibatezze autunnali che sono ottimali per salvaguardare la tua salute orale.

Le mele

L’autunno non è autunno senza una fetta di torta alle mele. La qualità fibrosa di questo frutto, infatti, aiuta a pulire la placca dai denti. Inoltre, ha un’alta densità d’acqua che aiuta anche l’idratazione.

Il formaggio

Ricco di calcio e minerali, il formaggio può rendere più forti ossa e denti. Inserendo i taglieri di formaggio nel vostro banchetto natalizio, non solo servirete un antipasto classico e delizioso, ma nutrirete anche i denti di tutti i commensali. Il formaggio aiuta a fornire minerali allo smalto e i suoi batteri “buoni” sono in grado di combattere le carie.

Mirtilli rossi

Avete mai provato la salsa ai mirtilli rossi? Ricca di sostanze nutritive come i polifenoli, aiuta a bloccare placca e batteri. Tuttavia, è leggermente acida: assicuratevi di bere un bicchiere d’acqua per neutralizzare gli acidi in bocca.

Cavolo nero

Sorprendentemente ricco di calcio, questo ortaggio a foglia verde è un ingrediente versatile, ottimo come guarnizione, insalata o piatto principale. Con i suoi minerali terrosi e la sua consistenza croccante, il cavolo riccio aiuta a rimuovere il tartaro e le particelle dai denti e a rafforzare lo smalto.

Noci

In questo periodo abbondano tutti i tipi di noci. Dalle noci pecan a quelle di macadamia, si può avere una varietà di sapori e di sostanze nutritive in grado di reintegrare i livelli di calcio dei denti.

Zucca e semi

Siete di quelli che intagliano le zucche di Halloween per dare un  tocco autunnale  alle vostre abitazioni? Come tutti sanno, una parte della preparazione delle zucche consiste nel gettare i semi. Invece di farlo, perché non utilizzare questi semi colmi di sostanze nutritive nelle vostre insalate? Ricchi di zinco, ferro e magnesio, favoriscono la guarigione delle gengive e la crescita dello smalto.


Aspirate a un salto di carriera nel settore dell’igiene dentale? Siete ancora in tempo per unirvi ai migliori della formazione professionale:

Giornata Mondiale della Fibrosi Cistica: come affetta la salute dentale

Giornata Mondiale della Fibrosi CisticaGiornata Mondiale della Fibrosi Cistica

Oggi, 8 settembre 2022, è la Giornata Mondiale della Fibrosi Cistica, la malattia genetica più grave diffusa.

Secondo l’OMAR (Osservatorio Malattie Rare),  in Italia c’è un portatore sano di fibrosi cistica ogni 25 persone circa. Questo vuol dire che circa una coppia su 600 è composta da due portatori. Quella coppia, a ogni gravidanza, ha il 25% di probabilità di avere un bambino affetto da fibrosi cistica.

Giornata Mondiale della Fibrosi Cistica

Cos’è la fibrosi cistica

La fibrosi cistica è una malattia genetica, cronica, ereditaria e degenerativa, caratterizzata dall’alterazione della proteina CFRT  (cystic fibrosis transmembrane regulator), la cui funzione è regolare lo scambio di ioni e acqua tramite le membrane cellulari. 

Secondo la Lega Italiana Fibrosi Cistica ONLUS, per pazienti affetti da insufficienza respiratoria in stadio terminale, il trattamento principale è il trapianto di polmone

Tuttavia, tale richiesta non riesce ad essere soddisfatta completamente e la conseguenza più immediata è un tasso di mortalità in lista di attesa del 10% circa in Italia. 

I fattori limitanti sono:

  • la scarsità di donatori in termini assoluti;
  • la bassa percentuale di donatori che hanno polmoni che raggiungono i criteri di trapiantabilità.

Sintomi della fibrosi cistica

Se la CFTR non funziona correttamente o è insufficiente, risulta alterato anche il flusso di acqua a entrambi i lati della membrana cellulare, dando vita a una malattia che si caratterizza per l’accumulo di muco molto spesso, nelle vie respiratorie e nei polmoni, nonché per l’ispessimento di quasi tutte le secrezioni, alterando vari sistemi. 

I suoi sintomi polmonari possono essere respiri sibilanti, difficoltà respiratorie, infezioni polmonari (alcuni piuttosto gravi), bronchiectasia, tosse e perdita di peso

Tra i sintomi della fibrosi cistica, troviamo inoltre altri sintomi extra polmonari, che possono avere effetto anche sul tubo digestivo, pancreas, diabete, dotti biliari, ghiandole sudoripare e apparato riproduttivo

Oggigiorno, a parte trattare i sintomi, si stanno ottenendo ottimi risultati con i “modulatori di CFRT”, che migliorano la funzione della proteina alterata, migliorandone la funzionalità. Inoltre, si ripone molta speranza nelle terapie genetiche, che stanno facendo passi da gigante . 

Tuttavia, la migliore arma che si è ottenuta fino ad ora contro la fibrosi cistica è la prevenzione precoce e la diagnosi neonatale, che ha permesso di detettare tale patologia in pazienti fin dalla loro nascita tramite un’analisi del sangue. 

Come altera la salute orale

Le ghiandole salivari generano una saliva maggiormente spessa, o incluso con una minore quantità di saliva. Ciò si ripercuote nell’apparizione  della xerostomia, che provoca secchezza del cavo orale.

La mancanza di saliva non solo è fastidiosa, ma non permette che tale liquido agisca come regolatore  del PH salivare, favorendo pertanto la comparsa di carie, nel caso in cui il paziente non segua uno stretto regime di igiene orale. 

Le alterazioni del PH salivare favoriscono che determinati batteri attacchino lo smalto dentale più facilmente. 

Inoltre, provoca una maggiore concentrazione di fosfato e calcio nella saliva, che darà luogo alla formazione di calcoli e tartaro più facilmente e pertanto può provocare gengivite

Vari studi hanno individuato un aumento dei difetti dello smalto, ipoplasie, opacità, che solitamente hanno effetto sia sul colore, producendo macchie che vanno dal bianco fino al marrone scuro, che tramite alterazioni nella struttura cristallina dello smalto, che lo rende debole e con una tendenza a sgretolarsi. 

 Come agire in caso di fibrosi cistica nei bambini

Ecco qui alcune azioni da implementare in caso di bambini affetti da fibrosi cistica:

  • Prima visita dal dentista una volta compiuti i 4 anni di età.
  • Insegnamento delle principali tecniche di igiene dentale. 
  • Controllo semestrale dal tuo odontologo di fiducia.
  • Sigillo dei primi molari permanenti all’età di 6 anni.
  • Trattamento dei difetti dello smalto, secondo il criterio dell’odontologo.
  • Pulizia in caso di presenza di tartaro.
  • Dieta equilibrata e un buon apporto  di vitamina D, K, A e E.

L’impatto sui pazienti

Il miglioramento della salute orale rappresenta un obiettivo dei programmi volti a migliorare la salute dei polmoni e a prevenire le malattie respiratorie

Secondo gli esperti, sia le malattie parodontali che quelle polmonari croniche aumenteranno nei prossimi anni a causa dell’incremento dell’aspettativa di vita e dell’invecchiamento della popolazione.

Test salivari per scoprire le infezioni

Secondo fonti attendibili, i batteri presenti nella saliva potranno fornire valide informazioni sia sulla salute dei polmoni che su altre patologie.  

L’idea principale consisterebbe nel testare le secrezioni salivari subito, senza bisogno di esami di laboratorio. Come riferisce un articolo su Horizon, magazine della Commissione europea su ricerca e innovazione, questo è il fine principe del progetto di ricerca SALSETH : usare piccolissime quantità di liquido, con pochi reagenti, per svolgere test veloci ed economici grazie alla microfluidica. Molte infezioni virali come l’epatite A, B, C; il virus di Epstein-Barr e l’herpes, presentano biomarcatori rilevabili in campioni salivari. Si pensa che la saliva potrebbe essere usata anche per valutare i livelli di testosterone, l’ormone sessuale maschile, o di cortisolo, l’ormone dello stress. Oppure per rendere più semplice il monitoraggio delle donne in terapia ormonale sostitutiva e scoprire alcune malattie autoimmuni, quali la sindrome di Sjogren o appunto la fibrosi cistica.

Lingua gialla: cause e rimedi

Lingua giallaLingua gialla

Sapete a cosa è dovuto il fenomeno della cosiddetta lingua gialla? Nella maggior parte dei casi, questo sintomo si riscontra per la presenza di batteri, i quali aderiscono alle papille della mucosa linguale, creando una superficie ruvida e producendo dei pigmenti che formano una patina di colore giallo. 

Vediamo nel dettaglio quali sono le principali cause e i possibili rimedi di questa patologia. 

lingua gialla

Cos’è la lingua gialla?

La lingua gialla può dipendere da molteplici cause. Nella maggior parte dei casi, ha una stretta relazione con una scarsa igiene orale, ma potrebbe essere associato anche alla consumazione di cibi e bevande di un determinato tipo. Tra le cause frequenti della lingua gialla, troviamo inoltre:

  • stati febbrili;
  • disidratazione; 
  • respirazione orale;
  • terapie farmacologiche;
  • fumo;
  • presenza di infezioni (es. mughetto o reazioni a piercing sulla lingua);
  • carenze alimentari (soprattutto di vitamine del gruppo B e ferro)
  • problemi digestivi (dieta squilibrata, alterazioni della flora batterica intestinale ecc.); 
  • presenza di lichen planus orale;
  • leucoplachia.

Infine, un colorito giallo sulla punta, al centro o nella parte posteriore della lingua può associarsi ad ittero, che indica a sua volta problemi al fegato o alla cistifellea.

Cause della lingua gialla

Scarsa igiene orale 

Trascurare la propria igiene orale può avere come conseguenza che le cellule della pelle e i batteri si accumulino sulle papille della lingua. A loro volta, i batteri tendono a rilasciare dei pigmenti che ingialliscono la lingua.

Lingua pelosa nera

Avete mai sentito utilizzare il termine “lingua pelosa nera”? Si tratta di un evento innocuo causato dalla crescita esponenziale di cellule morte della pelle sulla lingua. Di conseguenza, questo fa sì che le papille diventino più grandi e batteri, sporco, cibo e altre sostanze si accumulino su di essi con grande facilità, generando colori diversi in superficie.

Prima che diventi nera, la lingua tende a virare verso il giallo. Alcuni dei fattori che ne favoriscono l’insorgere sono:

  • fumo, 
  • consumo eccessivo di caffè o alcool, 
  • bocca asciutta, 
  • assunzione di alcuni antibiotici come le tetracicline 
  • alimentazione poco bilanciata.

Oltre all’ingiallimento altri sintomi della lingua nera pelosa possono essere i seguenti: 

  • sensazione di bruciore sulla lingua, 
  • soffocamento o solletico, 
  • sapore strano nel cavo orale
  • alito cattivo.

Bocca secca 

La secchezza delle fauci dipende dalla scarsa quantità di saliva presente nella bocca, che aiuta a prevenire la carie. Inoltre, ciò può provocare macchie gialle sulla lingua. 

Se la bocca risulta anormalmente secca, l’accumulo di batteri può portare a macchie gialle sulla lingua.

I fattori che possono contribuire alla secchezza delle fauci sono:

  • effetti collaterali dei farmaci; 
  • malattie come la sindrome di Sjogren (si tratta di un disturbo autoimmune in cui le ghiandole che producono lacrime e saliva vengono distrutte, causando secchezza delle fauci e degli occhi);
  • diabete; 
  • radioterapia e chemioterapia;
  •  respirare attraverso la bocca mentre si dorme.

Lingua a carta geografica 

La lingua a carta geografica è una particolare patologia che si verifica quando mancano alcune papille sulla lingua. Per tale motivo, la superficie si presenta molto simile a una cartina geografica. 

Le macchie sono spesso rosse, ma possono anche avere sfumature giallastre.

Assunzione di farmaci

L’assunzione di antibiotici può causare lo sviluppo del mughetto orale, un’infezione causata da una crescita esponenziale del lievito Candida albicans. Ciò provoca l’insorgenza di macchie bianche o giallastre sulla lingua, labbra, gengive e guance interne.

Altri farmaci che causano questo colorito antiestetico sono quelli che contengono ferro, farmaci psicotropi che causano secchezza della bocca, farmaci antimalarici, contraccettivi orali, , farmaci chemioterapici, zidovudina, lansoprazolo, ecc.

Sigarette e tabagismo

Le sostanze chimiche contenute nelle sigarette e nel tabacco da masticare possono rendere la lingua gialla. 

Dieta squilibrata

Alcuni cibi e bevande possono rendere la lingua gialla o marrone in maniera temporanea. I più incisivi sono:

  • tè;
  • caffè;
  • caramelle con colorante giallo;
  • patatine o cracker.

Ittero 

Si definisce ittero la colorazione che provoca l’ingiallimento della pelle, sclere e mucose causata dall’innalzamento dei livelli di bilirubina nel sangue

È dovuto a un’aumentata produzione di bilirubina e/o a un’impossibilità da parte del fegato di effettuare il processo di coniugazione con acido glucuronico. La produzione di bilirubina aumenta in corso di un’aumentata distruzione di globuli rossi.

Condizioni gastriche 

La gastrite è un’infiammazione del rivestimento dello stomaco. Alcune persone con gastrite, soprattutto chi sviluppa la patologia in modo cronico, tandono ad avere una patina gialla sulla lingua.

Rimedi

Il rimedio da applicare fin da subito è una corretta igiene orale per rimuovere tutti i residui di cibo dai denti, proteggendo la bocca da carie e batteri.

Inoltre, seguire un regime alimentare sano ricco di fibre, un’idratazione costante che mantenga la bocca umida, abolire il fumo e il consumo di tabacco e alcool, possono essere rimedi altrettanto utili per combattere la formazione della patina. 

Pulire la lingua è anche un modo di combattere l’alitosi: il cattivo odore è infatti provocato dalla permanenza di batteri sulla lingua. infine, ricordate di fare uso di bicarbonato insieme allo spazzolino e al dentifricio.

Prevenzione

Le cause della lingua gialla sono molteplici. Qui di seguito, ricordiamo le più importanti.

In primis, l’importanza dell’alimentazione: fibre e alimenti sani come frutta e verdura e una corretta idratazione giornaliera rappresentano il miglior metodo di prevenzione, così come:

  • evitare cibi molto salati, come salumi, formaggi stagionati, ecc.;
  • evitare gli alcolici;
  • evitare il fumo.

Per non incorrere nei disturbi che possono affliggere la nostra cavità orale, è importante dedicare ogni giorno il giusto tempo alla pulizia dentale.

Infine, l’utilizzo di spazzolino e filo interdentale e di risciacqui compiuti con il collutorio permette di eliminare dalla bocca i residui di cibo, che, se depositati, generano placca batterica che si insinua fra i denti e sulla lingua.


Sei interessato a intraprendere una nuova carriera professionale nel settore dell’igiene dentale? Allora dai un’occhiata al seguente link: