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Giornata Mondiale contro l’AIDS: la battaglia continua

Giornata Mondiale contro l'AIDSGiornata Mondiale contro l'AIDS

La Giornata mondiale contro l’Aids è stata istituita per la prima volta nel 1988 con l’obiettivo di concentrare l’attenzione della poplazione mondiale sui problemi che riguardano la diffusione del virus

Ora più che mai è necessario sottolineare con forza che l’Hiv/Aids continua a colpire, soprattutto nel Sud del mondo. Nel 2020, circa 1.5 milioni di persone sono state infettate dal virus e 680 mila sono morte a causa di malattie legate all’Aids. Le zone più colpite sono Africa, Asia e America Latina.

A ricordarlo è il rapporto informativo 2021 redatto dall’Unaids, il programma delle Nazioni Unite per l’Hiv/Aids pubblicato annualmente alla vigilia della Giornata mondiale contro l’Aids.

Cos’è l’AIDS

L’AIDS, altrimenti definito “Sindrome da immunodeficienza acquisita”,  è una malattia infettiva provocata dal virus HIV, che rende più suscettibile il sistema immunitario a contrarre infezioni e all’insorgenza di alcuni tumori.  

La sindrome da immunodeficienza acquisita è caratterizzata, infatti, dalla progressiva perdita della capacità di difesa immunitaria, che non è più in grado di proteggere l’organismo dalle malattie.

Le manifestazioni cliniche dell’AIDS sono le seguenti: 

  • Infezioni opportunistiche, ovvero causate da virus, batteri o funghi patogeni che, in soggetti con una risposta immunitaria non compromessa, non causerebbero alcuna malattia.
  • Alcune forme di tumori, favorite da una gravissima compromissione del sistema immunitario. Questo processo degenerativo prosegue fino alla morte del paziente.

I due principali tipi di virus responsabili dell’AIDS sono HIV-1 e HIV-2. Come chiaramente indicato da My Personal Trainer, l’alterazione immunitaria tipica dell’AIDS è in larga parte dovuta al deficit selettivo dei  linfociti T CD4+, una sottopopolazione di cellule indispensabili alla risposta immunitaria, che vengono infettati dal virus.

Attualmente, non esistono vaccini o cure in grado di eliminare l’HIV dal corpo, ma la diagnosi e le terapie tempestive possono ritardarne moltissimo, o addirittura impedirne, la comparsa.

Come avviene il contagio

Esistono tre diverse modalità di contagio:

  • Contatto ematico diretto; trasfusione infetta; inoculazione di piccole quantità di sangue contaminato; puntura accidentale con aghi.
  • Rapporti vaginali, anali, orali non protetti. Un altro fattore di rischio per la trasmissione del virus è rappresentato dalla presenza di infezioni sessualmente trasmesse quali sifilide, herpes vaginale e gonorrea.
  • Trasmissione materna in gravidanza, al momento del parto tramite secrezioni vaginali e tramite allattamento

HIV: come NON si trasmette

L’infezione da HIV non si trasmette tramite normali contatti quotidiani con persone sieropositive: strette di mano e abbracci sono innocui, così come i baci (ad eccezione dei casi in cui la persona sieropositiva abbia lesioni e sanguinamenti delle mucose orali).

Inoltre, non comporta alcun rischio di contagio la condivisione di vestiti, bicchieri, posate, piatti, asciugamani, lenzuola, ecc. (ad esclusione di quelli che possono avere avuto contatto con il sangue, come rasoi e spazzolini da denti).

Ribadiamo che il virus dell’HIV non si può trasmettere neppure con saliva, colpi di tosse, sudore, muco, ecc., e nemmeno frequentando luoghi pubblici quali palestre, piscine, scuole e ristoranti.

Quanto è alta la probabilità di contrarre l’HIV?

Il rischio di infezione varia da caso a caso secondo le modalità di esposizione e ai fattori predisponenti del paziente.

Inoltre, la diffusione del virus HIV tende ad assuemere acaratteristiche diverse a seconda delle aree geografiche interessate dall’epidemia: ad esempio, negli Stati Uniti ed in Europa la malattia ha un’incidenza più elevata nei maschi di età compresa tra i 20 e i 50 anni.

Da sapere

Conosciamo tutti il pregiudizio legato al virus dell’HIV: viene considerata erroneamente una patologia legata al gruppo degli omosessuali e tossicodipendenti. In realtà, si tratta di una malattia che può colpire tutti, dai giovani con una sessualità promiscua e non protetta, agli adulti e anziani che contraggono il virus durante rapporti sessuali occasionali. Pertanto, molte persone non essendo consapevoli di essere sieropositivi continuano ad infettare inavvertitamente i partner, contribuendo alla diffusione del virus.

L’unico modo per fermare la diffusione del virus è comunicare la propria condizione a coloro con cui si ha un rapporto intimo e ravvicinato.

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